“Lo farei volentieri: più per i nostri fan, a parte l’amicizia di 40 anni con Christian. Migliaia di persone vorrebbero rivederci insieme, ma è difficile”.
Massimo Boldi risponde così alle domande sulla possibilità di ricomporre la coppia storica del cinepanettone con De Sica. “Vedremo” risponde misteriosa la figlia Micaela. Il comico ha parlato con un piccolo gruppo di giornalisti, tra cui Milano Weekend, a margine della conferenza stampa della campagna per prevenire l’aneurisma dell’aorta (dal 25 al 31 maggio a Milano) di cui è testimonial a titolo gratuito. Il comico è tornato sulla vicenda che portò nel 2005 alla rottura con l’attore romano: “La storia del litigio (con Silvia, la moglie di De Sica, ndr) è venuta fuori dopo un’intervista di tre ore a Sabelli Fioretti. Mentre mangiavamo, gli dissi che avevo un problema con lei. Lui ne fece un titolo e da lì sono nati i problemi, perché poi si controbatte”.
Sui progetti per il futuro, l’ex Cipollino sottolinea: “Non voglio tradire il mio genere, ma continuare a farlo, come i grandi che sono andati avanti fino all’ultimo: Totò, Gilberto Govi. Il mio lavoro adesso è soprattutto il cinema e la fiction televisiva, il teatro meno, ma può succedere. Preferisco recitare davanti alla macchina da presa o alla telecamera”. L’attore spiega così la sua volontà di sensibilizzare il pubblico alla prevenzione: “La maggior parte della gente ha paura di controllarsi, perché pensa che venga fuori un problema. I miei amici, specialmente i più anziani, si lamentano. Io invece sono uno che alla minima cosa va a controllarsi”.
C’è spazio anche per un po’ di amarcord: “Non avrei mai creduto di poter arrivare qui, non sono partito da Luino pensando questo. La mia massima aspirazione era suonare la batteria, che mi ha portato a conoscere Jannacci, Cochi e Renato: mi hanno spinto loro sul palco. Ho iniziato a suonare a 18 anni e sono arrivato al Derby nel 1968 con la Pattuglia azzurra. Ho avuto la fortuna di avere una moglie che mi ha seguito, mio suocero invece diceva ‘Chillo è nu capellone, che ti può dare?’. Nel 1980 guadagnai 25 milioni, tanti soldi, con il mio primo spot televisivo. Lui disse: ‘Comprati ‘a casa’. Come dire: per ora hai preso questi, chissà cosa succede dopo”.
Su Milano, il comico sottolinea: “Quello che mi fa star bene in questa città è il modo di vivere educato, rigoroso in un certo senso. Quando ero più giovane, ai tempi della Milano da bere, c’era molta più gioia di viverla, poi è cambiato tutto: la tecnologia ha superato l’aggregazione, ricordo le nostre feste in casa alla domenica. Una cosa che non mi piace è che non c’è più la nebbia”. E conclude con un piccolo aneddoto: “A Luino abitavo in una casa con una palma. Pioveva sempre, mi addormentavo con questo ticchettio sulle foglie. A Milano 3 ho fatto mettere una palma proprio davanti alla finestra, solo che ora sono diventato sordo!”