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DeMonaco torna con il sequel Anarchia. La notte del giudizio: la recensione

the purge la notte del giudizio

the purge la notte del giudizioA distanza di un anno esatto, torna al cinema James DeMonaco con Anarchia. La notte del giudizio in uscita nelle sale il 23 luglio 2014: è il sequel del primo fortunato horror hriller La notte del giudizio (leggi la nostra recensione) che vedeva come protagonisti i membri della famiglia Sadin e la loro lotta alla sopravvivenza nella notte più lunga degli Stati Uniti D’America.

Il 21 marzo 2023 l’America è sotto il dominio dei Nuovi Padri Fondatori e si prepara alla sua consueta annuale notte da incubo: tutti i servizi di emergenza disattivati, ogni crimine è lecito incluso l’omicidio, ciascuno nella Nazione ha diritto al suo Sfogo, una modalità che assicura al Governo controllo sociale ed epurazione razziale in un Paese che continua a vantare un tasso di criminalità all’1%.

In 12 ore di anarchia completa, cinque vite si incontrano nelle buie strade di una Los Angeles simile a una giungla feroce. Con un ritmo da cardiopalma, DeMonaco trascina e piazza lo spettatore fra le vie dell’inferno metropolitano in un’atmosfera che ricorda Fuga da New York di Carpenter, un gruppo di persone unito dal destino, cerca di scampare disperatamente alla morte e a spietati aguzzini di ogni sorta.

Per quattro di loro l’obiettivo è uscirne vivi. Eva (Carmen Ejogo) e Cali (Zoe Soul), madre e figlia vivono in quartiere povero si ritrovano in strada perché non posseggono gli adeguati mezzi per barricarsi in casa, sono delle vittime predestinate dell’epurazione. Poi Shane (Zach Gilford) e Liz (Kiele Sanchez) coppia in crisi, si ritrovano faccia a faccia con un gruppo di spaventosi uomini mascherati che manomettono la loro auto costringendoli a vagare disperatamente per la salvezza.

Tutti loro troveranno Leo (Frank Grillo ) un uomo armato fino ai denti, l’unico a voler sfruttare l’occasione che offre questa notte, il suo sfogo dopo aver perso tragicamente un figlio. Leo è quell’eroe forse troppo caratterizzato, ma convincente, colui che contravverrà alla prima regola di questa guerra al massacro: non salvare vite umane.

A differenza del primo capitolo che vedeva la Purificazione vissuta da parte di una agiata famiglia americana, qui DeMonaco amplia la portata coinvolgendo fino in fondo lo spettatore attraverso gli occhi delle vere vittime, quei cittadini di classe inferiore, con tutte le implicazioni psicologiche e sociali, qui i protagonisti sono meno inclini ad accettare passivamente la carneficina: una mattanza voluta dal patinato mondo americano.

Fra maschere di sangue, giochi sparatutto e incendi purificatori, che conferiscono il grado di violenza al film, mai fine a sé stesso, il regista ha ben chiaro il suo messaggio e le sue scomode argomentazioni. Una provocazione, un impianto accusatorio verso un sistema che ha come obiettivo aprire un dibattito e far riflettere nuovamente.

Voto per noi: 8