Se siete in giro per il centro di Milano, magari dopo aver visitato il Duomo o aver ammirato le opere all’interno del Castello Sforzesco, non potete non addentrarvi nel dedalo di stradine che si snodano tra Piazza Cordusio, Via Torino e l’Università Cattolica. Un nucleo di vecchie strade strette e dal fascino antico, discreto e silenzioso. Il quartiere delle Cinque Vie.
Ma perché proprio Cinque Vie? Se guardiamo bene la mappa, infatti, si può notare che le strade principali del quartiere formano una stella a cinque punte. Via Santa Maria Podone, Via Santa Maria Fulcorina, Via del Bollo, Via Bocchetto e Via Santa Marta sono le strade che formano la “stella”, aprendo idealmente il quartiere dalla zona di Piazza Affari ed Edison.
Dai palazzi della grande finanza a stradine strette e avvolte nel silenzio, un nucleo di costruzioni residenziali in stile vecchia Milano interrotte qui da una piazza, lì da abitazioni signorili.
Le Cinque Vie di Milano hanno attraversato secoli e secoli di storia della città . Qui, infatti, nasceva il nucleo di Mediolanum, all’epoca dell’Impero Romano. Nel perimetro della zona vi era il Palazzo Imperiale (i cui resti sono visibili da Via Brisa), il Teatro (in Piazza Affari) e il Circo (in Via Circo, appunto).
Il Palazzo Imperiale
Il Palazzo Imperiale fu eretto dall’imperatore Massimiano nel III secolo, quando l’antica Mediolanum era la capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Collegato grazie a un passaggio coperto al vicino Circo, il palazzo di Massimiano era la residenza dell’Imperatore e della sua corte provvista, tra le altre, di terme private, luoghi di culto e aree residenziali.
Totalmente abbandonato durante il dominio longobardo, fu raso al suolo intorno all’anno 1000. I resti del Palazzo sono stati scoperti nel secondo dopoguerra e oggi si trovano in un area verde aperta tra Via Brisa, Via Meravigli e Via Ansperto.
Il Teatro Romano
Il Teatro Romano fu eretto durante l’età augustea (tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo) ed era l’edificio più grande mai costruito all’interno del foro di Milano. Il Teatro aveva una capienza di 8000 spettatori, in un periodo in cui Mediolanum contava circa 20.000 abitanti.
Cessò le sue rappresentazioni intorno al V secolo quando l’editto di Teodosio impedì lo svolgimento di spettacoli ludici. Durante l’età comunale, poco dopo il 1100, il teatro fu utilizzato come luogo per le riunioni del Senato cittadino.
Nel 1162 fu distrutto da Federico il Barbarossa nell’assedio di Milano e, successivamente, su quel punto furono costruite diverse chiese. Una di queste era la chiesa di San Vittore al Teatro, rasa al suolo nel 1911.
Negli anni seguenti rimasero diverse case popolari, abbattute agli inizi degli anni Trenta per far posto a Palazzo Mezzanotte, attuale sede della Borsa. Durante i lavori di scavo furono rinvenute le fondamenta del Teatro Romano, ora conservate all’interno di Palazzo Turati, a pochi passi da Piazza Affari.
Il Circo
Il Circo era collegato tramite un passaggio coperto al Palazzo Imperiale dell’Imperatore Massimiano. Usato prevalentemente come ippodromo, il Circo era lungo 470 metri e largo 80.
Nel 604 fu il luogo dove fu proclamato re dei Longobardi Adaloaldo, figlio della Regina Teodolinda. Il Circo fu abbandonato e in seguito abbattuto nel corso del basso medioevo.
Nel 1939 furono riscoperti alcuni resti, tra cui una porzione del muro esterno della curva (alto circa 10 metri) e i resti in cemento delle imponenti fondazioni delle gradinate.
La Torre dei Gorani
La splendida Torre dei Gorani è l’unico elemento medievale che si può osservare in zona. La struttura svettava su Palazzo Gorani, distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Del palazzo è rimasto anche il portale barocco e qualche muro perimetrale.
Il conflitto bellico ha raso al suolo diverse testimonianze del passato del quartiere. Tra vecchie case popolari e architetture storiche, le bombe sganciate su Milano hanno cancellato per sempre alcuni segni del passato della città e, soprattutto, delle Cinque Vie.
Piazza Borromeo
Una delle piazze più note delle Cinque Vie di Milano è senz’altro Piazza Borromeo. L’area in questione nacque nel 1440 per volere della famiglia Borromeo, che fece abbattere un gran numero di case prospicenti la chiesa di Santa Maria Podone.
L’edificio religioso è uno dei più antichi di Milano. Fu fondato, infatti, nel IX secolo dal nobile Verulfo, detto Podone, e trasformato nel XV secolo, durante l’apertura della piazza.
Difatti il conte Vitaliano Borromeo incaricò Giovanni Solari per una radicale trasformazione della chiesa. Il noto architetto ritoccò le volte e l’abside maggiore, progettando anche la cappella di famiglia.
Di fronte alla chiesa, sull’altro lato della piazza, si staglia Palazzo Borromeo. La costruzione avvenne alla fine del Trecento quando i Borromeo si stabilirono a Milano da Firenze.
Il palazzo, come tanti edifici delle Cinque Vie, fu pesantemente danneggiato dai bombardamenti del 1943 su Milano, lasciando intatto solo una parte dell’imponente struttura. Da segnalare il notevole portale in marmo, con arco a sesto acuto, e il cortile con tre lati porticati.
Piazza Mentana
Tra le strade delle Cinque Vie di Milano non poteva certo mancare una testimonianza del periodo risorgimentale.
Piazza Mentana, infatti, nasce sul finire del XIX secolo per onorare i caduti garibaldini durante la Battaglia di Mentana del 1867, in cui le truppe volontarie di Garibaldi si scontrarono con quelle pontificie. I garibaldini erano diretti a Tivoli per sciogliere la Legione, dopo il fallito tentativo di conquistare Roma.
In mezzo alla piazza spicca il bellissimo monumento ai caduti realizzato dallo scultore torinese Luigi Belli nel 1879. Nel quadrilatero, all’angolo con via Santa Marta, non si può non notare lo splendido palazzo Siam (Società Incoraggiamento Arti e Mestieri) del 1889, progettato dall’architetto Francesco Pestagalli.
Piazza San Sepolcro
Poco distante da Piazza Duomo, incastonata tra l’ariosa Piazza Edison e i negozi alla moda di Via Torino, c’è Piazza San Sepolcro.
Quasi nascosta, discreta, la zona in questione era il fulcro del foro dell’antica Mediolanum. Spicca in tutto il suo splendore la chiesa omonima, affiancata dall’ingresso della Biblioteca Ambrosiana.
La chiesa di San Sepolcro è uno dei tanti esempi di struttura religiosa pesantemente rimaneggiata all’esterno. L’edificio risale al XII secolo e, nel corso del tempo, è stato trasformato più volte. Nel 1605 fu pesantemente modificato in stile barocco, spogliandolo degli elementi romanici che lo contraddistinguevano.
Solo nel 1894, grazie all’opera degli architetti Cesare Nava e Gaetano Moretti la facciata della chiesa ritornò in stile romanico, dandole l’aspetto simile delle origini. Il 23 marzo 1919 Piazza San Sepolcro fu teatro della fondazione dei Fasci italiani di combattimento da parte di Benito Mussolini.
I presenti all’evento furono chiamati sansepolcrini e, per l’occasione, Filippo Tommaso Marinetti dedicò il componimento Il poema dei sansepolcristi. All’interno di Palazzo Castani, sempre nella piazza, ebbe sede il Partito Nazionale Fascista, dal 1921 al 1924.
Chiesa Santa Maria alla Porta
Costruita sulle rovine di una vecchia chiesa dell’anno mille, la Chiesa di Santa Maria alla Porta fu eretta nel 1652, quando Milano era dominata dagli spagnoli.
Santa Maria alla Porta (chiamata così per la vicinanza all’antica Porta Vercellina) fu progettata dal Richini e, alla sua morte, fu completata dall’architetto Francesco Castelli, omonimo del Borromini.
Nel dicembre del 1651, durante i lavori di abbattimento della vecchia chiesa fu ritrovato, nascosto da un muro esterno, l’affresco della Madonna con in grembo Gesù Bambino. La Madonna fu ribattezzata del grembiule, e venerata da un numero sempre crescente di fedeli che fecero cospicue donazioni per il completamento della nuova struttura.
La chiesa di Santa Maria alla Porta non fu risparmiata dalle bombe del secondo conflitto mondiale. La cappella del XVIII secolo fu distrutta, così come il gruppo di palazzi adiacenti alla chiesa e due statue ottocentesche di angeli poste sulla sommità del timpano.
Via Bagnera
Chiudiamo questa passeggiata per le Cinque Vie di Milano con una delle strade più oscure e misteriose di Milano, Via Bagnera.
Una strada stretta e alquanto claustrofobica, teatro nella metà dell’Ottocento di una serie di efferati delitti compiuti da Antonio Boggia, dai più considerato il primo serial killer della storia italiana.
Il Boggia, che abitava nella vicina Via Nerino, era un fuochista che lavorava per conto del comando militare austriaco all’interno di Palazzo Cusani. Il carattere bonario che all’apparenza traspariva dal suo volto e dai suoi modi di fare celavano, però, un lato oscuro che si sarebbe manifestato con rapine e delitti.
Antonio Boggia rapinava e, successivamente, uccideva le sue vittime, adescate tra Via Bagnera e le viuzze adiacenti alla sua abitazione. Compiuto il delitto, le nascondeva in uno scantinato di sua proprietà proprio in Via Bagnera.
La svolta avvenne grazie a una delle sue vittime, tal Giovanni Comi che riuscì a sfuggire al Boggia, denunciandolo. Arrestato, fu dichiarato insano di mente e condotto al Manicomio della Senavra. Vi rimase solo pochi mesi. Una volta liberato Boggia ritornò alla sua macabra attività . Con le denunce di scomparsa che aumentavano in città , le indagini si svolsero prevalentemente nella cantina di Boggia, dove furono ritrovate altre tre persone.
Arrestato e condannato a morte, il Boggia fu giustiziato nel 1862. Rimane questa l’ultima esecuzione capitale di un civile eseguita a Milano.