A Milano c’è un edificio che fa paura da più di 400 anni, Palazzo Acerbi. Si trova nell’attuale Corso di Porta Romana 3 e all’apparenza sembra un normale stabile nobiliare, uno dei tanti appartenuti a famiglie notabili cittadine. Ma da quattro secoli aleggia su di esso una leggenda sinistra, storie vere che si mescolano a fantasie tramandate di bocca in bocca. Un alone talmente tetro che è valso alla struttura il nome di Casa del Diavolo.
La leggenda di Palazzo Acerbi
Ma perché Palazzo Acerbi è chiamato così? Presto detto. Il ricco marchese Ludovico Acerbi, originario di Ferrara, acquistò nel 1615 l’edificio dal conte Pietro Maria Rossi. Acerbi fece restaurare il palazzo con forme barocche, visibili ancora adesso, dando agli ambienti esterni un tono pomposo che prima non avevano.
Sin da subito il marchese Acerbi fu malvisto dagli abitanti del quartiere. Abiti sfarzosi e grandi feste che dava a palazzo, infatti, stonavano con il periodo di profonda crisi economica della città. L’Acerbi morì nel 1622 e, sette anni dopo, a Milano scoppiò la peste, un dramma infinito per la già precaria situazione sociale milanese.
Un’intera città sull’orlo della catastrofe. Tutta Milano infettata. Tutta, o quasi… In quel palazzo di Corso di Porta Romana 3 sembrava che la peste non fosse mai entrata. Le feste date dagli eredi si moltiplicavano e gli stessi uscivano di sera in tutta tranquillità esibendo i loro lussuosi abiti, quasi fossero immuni dal morbo che stava flagellando l’Italia settentrionale.
La Casa del Diavolo al numero 3
Terminata la peste, le persone che abitavano nei dintorni del ricco stabile si resero conto che in quella casa il tempo si era fermato. I residenti di casa Acerbi e i tanti ospiti che si susseguivano sembravano davvero essere immuni dalla peste. E così cominciarono a nascere leggende oscure, infarcite di superstizione, attorno al palazzo.
Pareva proprio che il diavolo ci avesse messo lo zampino, vestendo i panni del fu marchese Acerbi, una minaccia continua ai poveri abitanti della città. Nacque così il sinistro mito della Casa del Diavolo.
Chi passeggiava lungo quella strada attraversava velocemente all’altezza del numero 3, facendo qualsiasi tipo di scongiuri. Solo pronunciare il nome dell’edificio metteva i brividi, poteva, si diceva, addirittura portare male.
Non solo, si pensava che l’anima di Ludovico Acerbi girasse a folla velocità per Milano con una carrozza trainata da cavalli neri.
La palla di cannone
Palazzo Acerbi immune dalla peste manzoniana? Sì, ma non solo. Due secoli dopo, infatti, lo stabile in Porta Romana fu oggetto di uno dei tanti attacchi austriaci durante le Cinque Giornate di Milano, per contrastare l’insurrezione popolare.
Una palla di cannone esplosa dall’esercito austriaco non riuscì a far esplodere parte della facciata del palazzo, ma rimase conficcata, evitando conseguenze peggiori.
Un episodio di grande importanza simbolica, la resistenza del popolo milanese che in quelle cinque giornate del 1848 riuscì a neutralizzare gli attacchi austriaci e ritrovare la propria indipendenza.