“Era intelligente, geniale, allegro, spiritoso, squinternato, un po’ vanitoso, snob: non era triste, come voleva l’immagine pubblica che gli avevano dipinto addosso. Era un anarchico, grande poeta”
Paolo Villaggio
Sono trascorsi ormai 20 anni dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè e, come ogni anno, in molte città d’Italia si ricorda l’arte e la poesia del cantautore.
Come la “Cantata anarchica” in Piazza Duomo a Milano, la città in cui si è spento De Andrè nel 1999 a 58 anni, sabato 11 gennaio a partire dalle 20.
Si proseguirà, contemporaneamente, in Piazza Mercanti dalle 23.15 con “Una Ballata per De André 2020” organizzata da Mazurka Klandestina.
Musicisti, cantanti e chiunque parteciperà alla commemorazione farà risuonare i versi del cantautore genovese che hanno delineato la storia della musica d’autore.
Fonte d’ispirazione per grandi artisti, la poesia in musica di De Andrè continua ad unire diverse generazioni e a far discutere, ancora oggi, di qualche verso considerato troppo spinto.
De Andrè dava voce alle storie di emarginati, esaltando le loro personalità, senza mai giudicare, in brani come “Bocca di rosa”, ripuliva la realtà da false esaltazioni come in “La guerra di Piero” e l’animo umano, non sempre incline al perdono e “Un giudice” ne è esempio.
Non solo Milano, altre manifestazioni si svolgeranno anche a Torino, Bologna, Roma e Parigi.
Musica a Milano
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