Per quattro giorni, a partire da mercoledì 4 giugno, il Piccolo Teatro Studio Melato ospita una versione “moderna” di Zio Vanja, indiscusso capolavoro di Anton Cechov e uno dei testi più apprezzati e rappresentati della tradizione teatrale.
Per il suo Zio Vanja il regista Emiliano Bronzino, cresciuto alla scuola di Luca Ronconi, ha voluto un’inedita e sorprendente soluzione scenica “da camera”. Una profonda riflessione sulla società del suo tempo che, come la nostra, è votata al fallimento perché incapace di dare speranza nel futuro.
I personaggi in scena sono cinque e la regia ne esamina con precisione desideri e frustrazioni, tracciando le complesse relazioni che li intrappolano in esistenze senza via d’uscita. Ogni slancio passionale o sfogo nervoso è destinato a risolversi in un nulla di fatto, mentre le conversazioni avvengono all’insegna del non detto, in un’atmosfera di perenne rassegnazione.
“Lo spettatore deve essere portato ad analizzare i personaggi e la situazione con lo stesso sguardo clinico usato da Cechov, come al microscopio. – scrive Emiliano Bronzino nelle note di regia di presentazione del suo Zio Vanja – Arrivando a eliminare la distanza che c’è tra platea e spazio scenico, e ad immergere lo spettatore nell’azione, il pubblico si trasforma nell’apparizione di quell’umanità futura cui si riferisce Cechov nelle sue opere: quell’umanità che siamo noi, immaginata dai suoi personaggi come finalmente libera, migliore, felice”.
La traduzione del testo di Cechov è ad opera di Gerardo Guerrieri, mentre adattamento e regia sono entrambi firmati da Emiliano Bronzino. Gli interpreti di Zio Vanja sono Graziano Piazza, Fiorenza Pieri, Maria Alberta Navello, Lorenzo Gleijeses e Ivan Alovisio.
Zio Vanja sarà in scena al Piccolo Teatro Studio Melato fino a domenica 8 giugno.