Vinicio Capossela sta tornando. Con tredici canzoni. Ma non canzoni qualsiasi, canzoni urgenti. Necessarie. Vinicio, dunque, ha fatto tredici. Ma non ha vinto niente, guarda semplicemente la realtà . Una realtà sfaccettata, fragile, dominata dal consumismo e dalla perdita di identità .
“Tredici è anche il numero del caos, del disordine – ha spiegato Capossela durante la presentazione stampa del nuovo disco, Tredici canzoni urgenti, in uscita il 21 aprile – . C’è una necessità di cambiamento, partendo dalle cose che abbiamo“.
Partendo dalla copertina del disco (prodotto da La Cupa su etichetta Parlophone per Warner Music) e da un pezzo contenuto in esso. “Nella copertina realizzata da Jacopo Leone ci sono queste zampate veloci. Sembrano i tasti di Con i tasti che ci abbiamo. La storia di due bambini che smontano un piano lasciando solo due tasti. Con quelli rimasti creano una melodia. Ecco – ha proseguito il cantautore – da quello che abbiamo tra le mani dobbiamo ripartire per costruire nuove storie, nuove melodie“.
L’amore come antidoto alla barbarie della guerra
Storie e melodie, testimonianze del passato e analisi del presente. Vinicio Capossela canta l’urgenza etica, esistenziale, educativa. “In un mondo sprofondato sul divano che guarda il macabro spettacolo della guerra in televisione (Il divano occidentale) e che si fa travolgere dal consumismo (All you can eat), c’è bisogno di attaccarsi alla vita, di scrollarsi di dosso la paura dell’altro. La vita è un dono – ha spiegato il cantautore – che disinnesca tutto il brutto che c’è“.
Amore che deve sostituirsi alla paura dell’altro, legittimando “gli istinti più bassi, la legge del più forte, il razzismo e ogni forma di discriminazione nel nome della maggioranza e della nazione“. Amore per la libertà che avevano le staffette partigiane (Staffette in bicicletta, in duetto con Mara Redeghieri) che tenevano in vita gli altri del fronte fornendo cibo, vestiti e calore umano.
Lo stesso amore che che si ritrova ne Il bene rifugio, una canzone che fa dell’amore l’unico antidoto alla barbarie della guerra. Un bene da perseguire che fa da rifugio alle nostre insicurezze ma anche da atto rivoluzionario.
Vinicio Capossela presenterà il disco il 20 aprile nell’Auditorium Sala Verdi del Conservatorio di Milano accompagnato dagli ospiti che hanno arricchito il disco. Da Margherita Vicario a Sir Oliver Skardy passando per Michele Vignali, Irene Sciacovelli e Piero Perelli.