Ironia e contaminazione per “sdrammatizzare” il jazz grazie alla vivacità del jive, il cui precursore fu Louis Prima: un genere di musica da ballo che imperversava nelle sale degli anni Trenta e Quaranta, negli anni in cui lo swing andava evolvendosi in tanti sottogeneri, dal boogie woogie al lindy hop, mentre durante la seconda guerra mondiale veniva portato in Europa dai soldati nordamericani.
È questa la missione di Vittorio Marzioli, “crooner” marchigiano in arte Vik Dinamite e dei suoi Doctors of Jive, tre fiati – quelli indispensabili – con il grande contributo di Germano Zenga al sax tenore (detto “l’Olandese”) affiancato da Fabio Buonarota alla tromba, Carlo Napolitano al trombone. Poi la sezione ritmica, con Alex Carreri al doublebass, Tommaso Bradascio alla batteria e Stefano Pennini al piano. Le coriste sono Mara Galimberti e Sara Milani.
Nata a Milano nel 2005, la band ha pubblicato per la G Records “C’era una volta” nel 2009, viaggio nel jive easy jazz con quattro inediti e più volte si è esibita al Blue Note di Milano, nonché sul palco centrale del Summer Jamboree di Senigallia, l’evento più atteso in Italia da chi ama le atmosfere swing e retrò, “l’epoca in cui il jazz faceva ballare” sottolinea Marzioli.
Poi “Io c’ero”, disco live alle Scimmie, il locale simbolo della scena jazz milanese, poi chiuso nel 2015. E nel 2016 il loro ultimo album, “Guarda che luna” con la cover blues del cult di Fred Buscaglione, rivisitata grazie alla guida del maestro Vince Tempera, grande arrangiatore.
Una “combo orchestra” particolare all’insegna di un “jazz leggero” e di uno show frizzante e coinvolgente, vintage e moderno al contempo, spaziando da Mina a Tony Renis.
RIASSUMENDO
Vik and the Doctors of Jive
18 febbraio 2017, ore 22.15
MEMO Restaurant
via Monte Ortigara 30, Milano