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Non sono ancora state diramate comunicazioni ufficiali, ma a partire dal 1° ottobre non sarĂ piĂ¹ possibile visitare la Vigna di Leonardo e l’attigua Casa degli Atellani. Le prenotazioni sul sito si fermano al 30 settembre, mentre un avviso all’ingresso del museo allerta i visitatori.
Che cosa sta succedendo? L’associazione piĂ¹ semplice è che ci sia di mezzo il gruppo LVMH, di proprietĂ del magnate Bernard Arnault, che lo scorso anno ha acquisito il palazzo direttamente dalla famiglia Atellani. Sul destino del palazzo si rincorrono le ipotesi, la piĂ¹ accreditata lo vuole destinato a hotel di lusso, sfruttando l’esistenza di alcuni appartamenti di pregio a cui sono destinate alcune ali dell’edificio.
Casa degli Atellani, un po’ di storia
Nel 1490 Ludovico il Moro dona al suo amico e scudiero Signor Giacometto di Lucia dell’Atella due palazzi acquisiti di recente da un nobile piacentino. Le due case, una piĂ¹ grande e una piĂ¹ piccola, si trovano nel Borgo delle Grazie, realizzato per i membri della corte sforzesca di rango piĂ¹ alto e cresciuto intorno alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, completata nel 1493 su progetto di Guiniforte Solari e Bramante.
La famiglia Atellani rende la dimora uno dei centri della vita mondana milanese per tutta l’epoca sforzesca, come testimoniato dalle numerose cronache del tempo. Nonostante sia nota ancora oggi come “degli Atellani”, la casa passĂ² di mano in mano nel corso dei secoli, fino ad arrivare negli anni Venti del Novecento all’ingegnere Ettore Conti.
Nel 1922 Conti fece ristrutturare il palazzo a Piero Portaluppi, tra i piĂ¹ importanti architetti italiani dell’epoca, nonchĂ© suo genero. Portaluppi stravolse l’aspetto della struttura, unendo i due edifici quattrocenteschi in uno solo e rifacendo completamente la facciata, pur mantenendo lo stile originario.
Il grande merito dell’architetto milanese fu la riscoperta dei meravigliosi affreschi del palazzo, coperti dai precedenti proprietari. Si conservano all’interno e nei cortili lunette affrescate da Bernardino Luini, tra i piĂ¹ importanti seguaci dell’opera leonardesca e autore, tra le altre cose, della splendida chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore di Corso Magenta.
Tra le sale piĂ¹ degne di nota ci sono quelle dello Zodiaco, con 12 lunette dedicate ai segni zodiacali, piĂ¹ altre due realizzate da Portaluppi con le iniziali dei proprietari, Ettore Conti e Giannina Casati. Ăˆ visitabile anche lo studio dell’ingegner Conti, ricoperto da boiserie risalente al Settecento in cui si incastonano gli stemmi delle famiglie che hanno posseduto la casa nel corso dei secoli, compresa la casata Sforza.
Cos’è la Vigna di Leonardo?
Nel 1498, mentre Leonardo da Vinci lavorava all’Ultima Cena, Ludovico il Moro gli fece dono di un vigneto nel Borgo delle Grazie. Si trattava di un terreno di 100 braccia milanesi per 294, cioè circa 59 metri per 175.
Quando i francesi assediarono Milano confiscarono tutte le donazioni sforzesche, compresa la vigna di Leonardo. Quando nel 1507 Carlo II d’Amboise chiese a Leonardo di tornare a Milano, il genio fiorentino pretese in cambio la restituzione dei suoi terreni. Alla sua morte, nel castello di Amboise, Leonardo indicĂ² nel suo testamento di dividere la vigna in lotti uguali, da donare uno al suo allievo preferito, Gian Giacomo Caprotti detto Salaì, e l’altro a Giovanbattista Villani, il servitore che lo aveva seguito nel suo ultimo viaggio in Francia.
Nel 1920 lo studioso Luca Beltrami si interessĂ² per primo a questo possedimento leonardesco in terra milanese, ricavando la posizione esatta del terreno, parallelo all’attuale via De Grassi. Riuscì anche a fotografare il vigneto originale, poco prima che questo venisse espropriato per costruire nuove abitazioni.
Fu solo nel 2007 che un progetto scientifico dell’UniversitĂ degli Studi di Milano si interessĂ² alla ricostruzione del vigneto, cercando le sue tracce nei terreni confinanti al possedimento e risalendo alla varietĂ Malvasia di Candia Aromatica, che venne ripiantata nel Giardino degli Atellani, confinante con la proprietĂ leonardesca, in occasione di Expo 2015.
Nel 2018 ci fu la prima vendemmia e la vinificazione con procedimento antico, con le uve lasciate fermentare a buccia in una grande giara in terracotta, successivamente interrata. Il vino di Leonardo è stato imbottigliato in 330 esemplari limitati.
Visitare Palazzo Atellani e la Vigna di Leonardo
Non sappiamo i motivi dietro la chiusura di Casa Atellani e la Vigna di Leonardo, nĂ© sappiamo se sarĂ definitiva o solamente temporanea. Quello che si sa è che fino al 30 settembre sarĂ ancora possibile visitare il palazzo rinascimentale e il suo splendido giardino con il vigneto. Per chi non lo ha ancora fatto potrebbe essere l’ultima occasione per curiosare in un angolo della corte sforzesca del Quattrocento.
Orari:
Dal martedì alla domenica dalle 9 alle 18. Ultimo ingresso alle 17:40
Durante il weekend è obbligatoria la prenotazione online
Biglietti:
- Ingresso libero: 10 €
- Visita guidata: 20 €