Un viaggio alla ricerca di Valentina, il più famoso tra i personaggi creati dalla fantasia e dal pennino di Guido Crepax, per scoprire, sulle sue orme e non solo, quegli anni ’60 che ha vissuto Milano, dove arte, jazz, design, moda si contaminavano e si ispiravano. Questo l’intento di “Cercando Valentina – Il mondo di Guido Crepax”, il docufilm diretto dal regista Giancarlo Soldi e prodotto da Bizef Produzione. Il documentario sarà un’occasione per conoscere da vicino il grande artista milanese e tuffarsi, grazie alle testimonianze di Milo Manara, Tinto Brass, Mario Martone, Jacques Glenat, Josè Munoz e tanti altri, in quegli anni di creatività. Già in lavorazione, l’obiettivo è presentarlo entro la fine dell’anno e ci sono già in contatti per “portarlo” in qualche modo a Lucca Comics and Games. Intanto è stata lanciata una campagna di crowdfunding per realizzarne gli effetti speciali digitali: 30mila il valore della campagna sulla piattaforma europea Ulule, per ora nella versione italiana ma sono in cantiere anche gli adattamenti per le rispettive piattaforme spagnola e francese.
Il crowdfunding si concluderà il 28 maggio. I sostenitori del progetto potranno scegliere varie ricompense fra cui i disegni di Valentina realizzati dai grandi del fumetto italiano tra cui Ortolani, Scarpa, Roi, Mastantuono, Bacilieri, Siniscalchi, Silver, Frediani, ma anche un libro e altri oggetti da collezionista come t-shirt, storyboard e manifesti.
Tra Brera e Linus: la Milano creativa degli anni ’60
Sarà Philip Rembrandt, che nelle storie di Valentina è il suo amante, ad uscire dal disegno per condurre gli spettatori, attraverso incontri, interviste e un utilizzo innovativo degli archivi, a scoprire il passato di Guido Crepax e la nascita di Valentina. E saranno tanti i protagonisti della Milano di Guido Crepax, Rembrandt ritroverà colleghi come Giovanni Gandini e Salvatore Gregoretti della rivista Linus, sulle cui pagine Valentina debuttò nel 1965, o amici come Milo Manara, José Munoz o Francesco Casetti per svelare le sue ispirazioni e ossessioni, farà rivivere le atmosfere della Brera degli anni ‘60 attraverso per esempio le parole di Anna Maria Gandini, storica libraia di Milano libri.
Ma protagonista sarà anche e soprattutto la famiglia di Guido Crepax, la cui vita e quotidianità è stata per forza di cose legata e mescolata alla produzione dell’artista. Cosa rappresenta ancora per loro? Per Antonio Crepax, uno dei tre figli dell’artista, “Valentina è un personaggio testimone del suo tempo ma anche uno spirito che aleggia e può venir fuori ancora oggi”. E la sorella Caterina regala un bel dettaglio sul legame tra Guido Crepax e il suo mestiere: “Nostro padre era innamorato del suo lavoro. ‘Se non avessi fatto questo sarei un infelice’, diceva”.
La Milano di Guido Crepax: un piccolo mondo fatto di dettagli
Ma com’era la Milano di Guido Crepax e come la viveva lui? Lo abbiamo chiesto ai figli Caterina, Antonio e Giacomo, che insieme gestiscono l’Archivio Crepax dedicato al lavoro del padre.
“Milano la viveva dall’interno della sua casa, chiuso nella sua stanza a disegnare – racconta Caterina -. Assorbiva tutto quello che succedeva in quegli anni, la politica, che era importante, i libri che si leggevano, i film che si andavano a vedere, i personaggi, lo faceva dal suo piccolo mondo. Nelle storie di Valentina Milano si percepisce da piccoli dettagli, un frammento di targa con su scritto piazza Sant’Ambrogio, uno scorcio minimo, il grattacielo Pirelli, la Torre Velasca. O le stazioni della metropolitana, ecco, i pochi spostamenti che faceva per andare per esempio al cinema o alla redazione di Linus“.
Compito di Cercando Valentina ricreare quella Milano, ma non solo. Philip Rembrandt alias l’attore Riccardo Vianello “cammina, la guarda e la attraversa, a volte in bianco e nero a volta a colori – anticipa il regista – . Abbiamo inoltre ritrovato cose che sono davvero anni ’60. E la fortuna ha voluto che Giovanni Gandini avesse realizzato filmati in 8 mm della Milano dell’epoca. Sullo schermo ci sarà la Milano che c’era e quella reinventata, gru, grattacieli, una Milano continuamente in costruzione e in divenire, allora come oggi”.