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Valentina Cortese spiccava in teatro anche negli ultimi anni, quando in platea sedeva nella poltroncina rossa per assistere allo spettacolo di turno di un collega o un regista che stimava o in attesa di ricevere un premio. Un’aurea l’avvolgeva e ci si ritrovava a pensare quasi timidamente “guardare ma non toccare” per quel timore reverenziale che si prova verso i miti. I suoi foulard che le coprivano il capo sono storici e iconici ormai, così come iconica era lei. Una diva letteralmente di altri tempi, di quella classe che non si può insegnare, innata e immaginiamo ancor più elevata dal talento personale e dall’arte che ha incontrato.
L’artista è nata e si è spenta a Milano mercoledì 10 luglio nella sua casa, nell’ex conventino in piazza Sant’Erasmo. «Valentina Cortese era il Piccolo, era il Teatro e tanto di più. Raffinata e impetuosa. Ipnotica per me, che quando la incontrai per la prima volta, nel 1979, avevo poco meno di trent’anni. Era una donna elegante, ironica, un’attrice immensa. Anima e corpo, voce e occhi di una scena senza fine», sono le parole di Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro. Il teatro e in particolare il teatro fondato da Strehler e Grassi è stato la sua seconda casa.
L’incontro con Strehler
È stato un connubio artistico e d’amore difficile da descrivere. Lei definì il maestro «un fanciullo e un gigante» ed è con lui che ha affrontato capisaldi di Pirandello, Shakespeare, Brecht e Cechov.
Valentina Cortese: uno dei suoi ultimi spettacoli
Condividiamo con voi un estratto da una delle sue ultime performance, ‘Dolce creatura crudele‘, in cui dava vita a un’altra diva del ‘900, Eleonora Duse nel carteggio con D’Annunzio e Boito.
Valentina Cortese libro autobiografico
In ‘Quanti sono i domani passati‘ (edito da Mondadori) l’artista parla di sé con una carrellata non solo su di sé ma sulla nostra storia artistico-culturale vista tramite i suoi occhi.
Ecco come si descriveva Valentina Cortese
«Sono un’attrice vecchio stile, con la voce flautata. Nella vita, lo so, cerco di fare il clown, cerco di tenermi questa etichetta che mi hanno messo addosso della diva un po’ evanescente, e che in fondo mi va bene, mi protegge e mi fa comodo». A tratti il suo modo di raccontare di sé sembra quasi una favola e noi ci ritroviamo a sognare con lei. Al contempo apre il suo cuore anche su tasti dolorosi. «Da Giorgio ho aspettato una bambina. Lui la desiderava e gli sarebbe piaciuto chiamarla Ombra. La sognava fin da ragazzo: voleva essere il padre di una bambina. Un pomeriggio la persi, mi portarono in clinica e vidi entrare Giorgio nella stanza con gli occhi di chi ha guardato la morte in faccia, si inginocchiò ai miei piedi e pianse», confessa.
Questa testimonianza insieme alle altre tracce filmiche e teatrali resteranno indelebili nella memoria collettiva. È la potenza dei grandi.
Valentina Cortese e l’Oscar mancato
Nel 1975 Ingrid Bergman vinse l’Oscar come attrice non protagonista per ‘Assassinio sull’Orient Express’. Ritirando la statuetta, la Bergman chiese pubblicamente scusa proprio a Valentina Cortese, candidata nella stessa categoria per la sua interpretazione straordinaria nel film ‘Effetto notte’ di François Truffaut, ammettendo che – a suo parere – il premio sarebbe dovuto andare a lei.
Valentina Cortese: la camera ardente
Immaginiamo che in molti – milanesi e non – vorranno rendere un ultimo saluto a Valentina Cortese. La camera ardente non poteva che essere allestita nella sala del Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2) e sarà aperta al pubblico domani, giovedì 11 luglio, dalle ore 12 alle ore 19, e venerdì 12 luglio, dalle ore 8 alle ore 10.30.
I funerali si terranno sempre venerdì, alle ore 11, presso la Chiesa di San Marco. La salma sarà tumulata al Cimitero Monumentale di Milano.