Martedì 3 marzo, solo per un giorno, arriverà nelle sale cinematografiche italiane Uomini e topi con James Franco (127 ore, Milk), Chris O’Dowd (Bridesmaids, Girls) e Leighton Meester (la Blair Waldorf della serie televisiva Gossip Girl): i tre attori hanno esordito a Broadway nell’aprile scorso portando in scena il capolavoro del 1937 scritto dal premio Nobel John Steinbeck.
Potente ritratto dell’America dopo la Grande Depressione del 1929, Uomini e topi è la storia di due lavoratori stagionali, gli inseparabili George Milton e Lennie Little; il primo intelligente e razionale, si prende cura del secondo come ne fosse il tutore. Lennie è infatti un uomo dal cuore tenero e gentile, dotato di una grandissima forza fisica e dell’incapacità di prevedere e comprendere le conseguenze delle proprie azioni; questo gigante buono che ama accarezzare cuccioli di cane e conigli divide con il suo compagno di viaggio e di lavoro il sogno americano: quello di acquistare una casetta e un pezzo di terra su cui costruire un pollaio e piantare un orto. Per questo i due lavorano come manovali nel ranch del padre di Curly, un pugile dilettante attaccabrighe e gelosissimo della moglie, personaggio decisivo nella vicenda pur essendo definita da Steinback come una “semplice pietra di inciampo”, tanto che non le viene dato neanche un nome. La donna è convinta di essere “un’attrice nata” e sogna di scappare dalla fattoria a Hollywood; intanto fa la gatta morta con tutti i manovali e questo porterà la vicenda verso il suo tragico epilogo.
Uomini e topi ci ricorda quanto contagiosa possa essere la speranza e quanto inesorabile sia la realtà, ci grida che l’innocenza non è tollerata, che i deboli finiscono per essere schiacciati. Ma ci lascia anche con una certezza: in un mondo così, prendersi cura gli uni degli altri è l’unica cosa che riesce a dare un senso alla nostra vita.