L’Arena Civica di Milano ospiterà , mercoledì 16 settembre, la terza edizione del torneo di calcio intitolato ad Arpad Weisz, grande allenatore degli anni ’30, ucciso ad Auschwitz.
La giornata inizierà alle 14.30 e sarà all’insegna del no al razzismo e alla xenofobia. Il Trofeo Weisz (riconosciuto ufficialmente dalla FIGC) vedrà sfidarsi gli allievi di Bologna, Milan, Inter e DKTV Miskol e vede il patrocinio dei comuni di Milano e Bologna e, fatto significativo, anche della Federazione di Calcio Ungherese. Sarà presente anche la Caritas con una delegazione di richiedenti asilo.
Per tutta la giornata l’Arena Civica ospiterà una mostra sulla vita di Arpad Weisz con le tavole del disegnatore Matteo Matteucci. Sarà anche possibile, per la prima volta dal dopoguerra, ammirare il volume Il Giuoco del Calcio di cui Weisz fu co-autore e che per anni rappresentò un punto di riferimento per i tecnici italiani con prefazione dell’unico allenatore della storia a vincere due campionati del mondo, per di più consecutivi: Vittorio Pozzo.
Nel corso dell’intera giornata, Coop Lombardia offrirà un rinfresco a tutti i ragazzi e ai loro accompagnatori.
Mercoledì mattina la squadra del DKTV Miskol si recherà al Meazza per deporre una corona di fiori davanti alla targa intitolata a Arpad Weisz. Il torneo avrà inizio alle 15.45 e sarà preceduto da una sfida tra le Camere del Lavoro di Milano e Bologna. Partecipa all’iniziativa anche Radio Popolare.
Al termine del torneo, alle 20.45, presso la Sala Appiani, andrà in scena lo spettacolo teatrale Shoah di Roberto Cajafa, una originale rappresentazione di un carteggio tra ebrei tedeschi durante i primi anni del nazismo.
Arpad Weisz fu un giocatore e soprattutto un grande allenatore di calcio degli anni ’30. Vinse tre scudetti e una coppa internazionale. Cittadino ungherese di origini ebraiche, si aggiudicò il primo campionato a girone unico, nel 1929, con l’Internazionale. Aveva solo 34 anni, ed ancora oggi resta il più giovane allenatore del calcio italiano ad aver vinto il tricolore.
Passò poi a Bologna, e anche lì raccolse trofei, tra cui la Champions League dell’epoca (Trofeo Expo di Parigi, Bologna-Chelsea 4-1, 1937). Era un allenatore popolarissimo. Una popolarità che venne spazzata via dalle leggi razziali, dalla persecuzione, dallo sterminio. Rifugiato in Francia prima e poi in Olanda, lo sportivo fu infine arrestato e deportato ad Auschwitz, dove morì nel 1944. Insieme a lui vennero uccisi la moglie e i figli di 8 e 10 anni. Le partite del Trofeo Weisz si giocheranno in quella stessa Arena dove Arpad Weisz urlava ai suoi calciatori e dove la sua scoperta Giuseppe ‘Pepin’ Meazza metteva a segno le prime reti.