I milanesi conoscono Fondazione Trussardi da diversi anni: con le loro installazioni di arte contemporanea hanno stupito, e a volte sconvolto, il pubblico. Pubblico formato da chiunque incontri per la strada le opere selezionate dal curatore Massimiliano Gioni e Beatrice Trussardi, anime di un progetto artistico che ha scelto di rendere Milano la sua sede, portando l’arte contemporanea in mezzo alle persone, a contatto con il pubblico di ogni tipo.
Dai manichini impiccati in piazza XXIV maggio da Maurizio Cattelan (poi coraggiosamente “salvati” da un pensionato che durante l’eroico gesto cadde dall’albero), fino alla roulotte che sbuca dai mosaici della Galleria Vittorio Emanuele realizzata da Michael Elmgreen & Ingar Dragset (“Short Cut”, 2003), le installazioni scelte dalla Fondazione nascono per creare dibattito e per spingere anche chi non conosce l’arte ad approfondirla e a incuriosirsi.
The Sky in a Room: l’opera di Ragnar Kjartansson
Dal 22 settembre al 25 ottobre 2020, ogni giorno, cantanti professionisti si alterneranno, uno alla volta, all’organo della Chiesa di San Carlo al Lazzaretto – detta anche San Carlino – per eseguire un etereo arrangiamento della celebre canzone di Gino Paoli, Il cielo in una stanza, che si ripeterà ininterrottamente per sei ore al giorno, come una ninna nanna infinita.
The Sky in a Room dell’artista islandese Ragnar Kjartansson (Reykjavík, 1976) è il progetto realizzato per l’autunno 2020 da Fondazione Trussardi. Pensato per la Chiesa di San Carlo al Lazzaretto di Milano, è stato concepito in seguito al difficile periodo di quarantena che ha segnato la vita pubblica e privata di milioni di italiani, in particolare dei cittadini della Lombardia.
Un intervento dalla forte valenza simbolica, voluto dalla Presidente Beatrice Trussardi e dal Direttore Artistico Massimiliano Gioni nel diciottesimo anno di attività nomade della Fondazione Nicola Trussardi, per entrare in dialogo con la storia passata e recente della città di Milano.
Dopo mesi trascorsi nello spazio chiuso delle proprie abitazioni, accanto ai propri cari o, più tristemente, lontani dai familiari e dagli affetti – rendendosi conto della propria solitudine e soffrendo per le persone perse nella lotta contro la pandemia – la performance di Kjartansson può essere letta come un poetico memoriale contemporaneo: un inusuale monumento e un’orazione civile in ricordo dei dolorosi mesi passati a immaginare il cielo in una stanza e a sognare nuovi modi per stare insieme e per combattere la solitudine e l’isolamento.
The Sky in a Room per questa presentazione verrà messa in scena nella Chiesa di San Carlo al Lazzaretto, un luogo la cui storia è intimamente legata a precedenti epidemie, dalla peste del 1576 a quella del 1630, resa celebre da I promessi sposi di Alessandro Manzoni che cita in più occasioni il Lazzaretto nel romanzo e vi ambienta uno dei capitoli più noti.
San Carlino è un luogo che racconta la storia di Milano e dei suoi cittadini attraverso stratificazioni profonde. Nel 2017 la chiesa è stata oggetto di un restauro completo finanziato dalla Fondazione Rocca in ricordo di Roberto Rocca.