Pubblicato in: Evergreen

Structogram test: cos’è e come funziona il metodo per scoprire se siamo più empatici, impulsivi o razionali

Structogram test
Foto di Teresa Brancia

“Conosci te stesso”: per gli antichi greci questo motto, inciso nel tempio di Apollo a Delfi, scolpiva nella pietra una fondamentale necessità dell’uomo e il suo rapporto con il divino. Oggi, dopo oltre 50 anni di ricerche scientifiche, il connubio tra neurofisiologia e antropologia ha portato allo sviluppo di Structogram, un metodo semplice e immediato – basato sull’analisi biostrutturale dell’individuo – per visualizzare, con l’aiuto di tre colori e un cerchio, la struttura “trina” (triune brain) del nostro cervello.

Il profilo così ottenuto (per ogni persona esistono 36 livelli, da 0 a 12 ciascuno, di “verde”, “rosso” e “blu”, per un totale di 412 possibili combinazioni delle tre componenti della personalità) migliora la consapevolezza della propria biostruttura e può essere applicato con successo alle relazioni con gli altri, soprattutto negli ambienti di lavoro, per negoziare e persuadere o schivare i possibili conflitti dovuti alle diverse predisposizioni genetiche individuali.

Cervello tripartito: le ricerche scientifiche

La propria unicità e diversità, infatti, se conosciuta e applicata in modo consapevole, diventa la chiave per scegliere l’approccio più adatto al proprio interlocutore, sia esso un collega, un dipendente o un cliente, per restare nel mondo del lavoro. Va notato che lo Structogram non è un test psicologico, ma una “autoanalisi senza giudizio di valore”, offre risultati stabili (negli adulti). I tre colori sono stati scelti in base alla psicologia della nostra vista: al profilo verde corrisponde la maggiore capacità di relazionarsi con gli altri, al rosso la componente impulsiva e dinamica, al blu quella razionale e riflessiva.

Tutto nasce negli anni Sessanta, con gli studi del neurofisiologo americano Paul MacLean (su impulso del presidente Truman) che elaborò la teoria scientifica del cervello tripartito: un modello dell’evoluzione umana che spiega la coesistenza, nel nostro organo più importante, del “cervello rettiliano” (il più antico, attivo da mezzo miliardo di anni e dedito a soddisfare i bisogni innati), assieme al “sistema limbico” (responsabile dell’emotività) e al più recente, la “neocorteccia” (200 milioni di anni) nella quale risiedono le capacità di ragionare e astrarre. In sintesi, il “DNA” della nostra personalità.

Dopo aver conosciuto personalmente MacLean, nel 1977 l’antropologo tedesco Rolf Schirm elaborò la prima versione dello Structogram, in collaborazione con lo studioso statunitense. Il merito di MacLean fu di aver individuato la “predisposizione” di ogni individuo: un mix di predisposizione genetica, anatomia e struttura funzionale del cervello, equilibrio (omeostasi) dei neurotrasmettitori serotonina, adrenalina e dopamina. In una parola, la biostruttura che crea il potenziale del singolo.

L’Analisi Biostrutturale: dalla personalità al comportamento

Da qui il grande passo avanti compiuto da Schirm, che creò l’Analisi Biostrutturale per mettere in relazione quella biostruttura con tutte le possibili influenze dell’ambiente esterno e della cultura, in cui viene immerso ogni individuo nel corso della sua vita: dall’esperienza prenatale alla prima infanzia, passando per l’educazione, l’apprendimento e la socializzazione. In una parola, tutto ciò che definisce il nostro carattere: quel mix (modificabile) che permette di sviluppare il potenziale racchiuso nella biostruttura cerebrale.

Vi starete chiedendo: come si passa quindi dalla personalità (l’interazione tra biostruttura e carattere) al comportamento nella vita quotidiana? Ai tre profili individuati (specchio del nostro “cervello trino”) corrispondono altrettante caratteristiche nel rapporto con gli altri: gli individui “verdi” passeranno più facilmente dalla propria sensibilità e intuito all’empatia; ai “rossi” verrà naturale far tesoro della propria emotività per trasformarla in dinamismo e i blu sfrutteranno la razionalità innata per guadagnare in obiettività.

Come funziona e quali sono i vantaggi di Structogram

Structogram viene elaborato durante apposite sessioni di training, che devono essere gestite da istruttori certificati come Stefano Pigolotti – imprenditore, giornalista e mental coach di esperienza internazionale al fianco dei piloti di Moto3 – il cui manuale romanzato “Il tuo destino è sbocciare” (Vikyanna Edizioni – Raccolta Skills Empowerment) si distingue tra i libri sulla crescita personale con i suoi “consigli spinosi per reagire all’aridità” e superare i propri limiti, proprio a partire dalla piena consapevolezza di sé.

Nel nostro Paese, il riferimento unico per i corsi Structogram è lo IABI – Istituto di Analisi Biostrutturale Italia con sede legale ad Affi (in provincia di Verona) che invita a verificare sempre, sia l’identità del trainer che l’autenticità del materiale formativo consegnato ai partecipanti.

Esistono tre livelli di training: il primo, “Efficacia Personale – La chiave dell’Autoconoscenza”, permette di scoprire i propri punti di forza e di debolezza; il secondo (“Efficacia Relazionale – La chiave per conoscere gli Altri”) insegna a scegliere gli stili di comunicazione più efficaci dopo aver imparato a riconoscere la struttura della personalità altrui; infine, “Efficacia Negoziale – La chiave per la vendita mirata” per imparare strategie di vendita diversificate in base ai propri interlocutori e applicare un autentico marketing relazionale.

Quali sono le applicazioni pratiche della nuova consapevolezza di sé raggiungibile con un test Structogram? Conoscere la propria “predisposizione” significa gestire meglio il potenziale di unicità e lavorare sulle eventuali lacune da colmare per avere più successo nella vita quotidiana.

Uno degli esempi più efficaci è la coerenza tra la personalità di un individuo e il suo ruolo sociale, inteso come “biglietto da visita” che manifestiamo ogni giorno, più o meno consapevolmente, con il linguaggio verbale e non verbale: risulta estremamente difficile, infatti, risultare credibili se “recitiamo” una parte inadatta alla nostra natura di fondo, soprattutto se non la conosciamo affatto.

Un altro indicatore importante del nostro equilibrio è il grado di realismo: l’auto-conoscenza di sé porta a scegliere più spesso risultati raggiungibili e a lasciare da parte le utopie irrealizzabili, minimizzando fallimenti e frustrazioni.

Prossima data:

STRUCTOGRAM® 1 La chiave dell’autoconoscenza
Sabato 2 Marzo 2019 – Brescia
Iscrizioni aperte: info@skillsempowerment.it