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Un’offerta sempre ricca e eterogenea, rivolta alle più disparate e diverse fasce di pubblico: Milano è la città del teatro, d’altra parte. Ma quali sono gli spettacoli da non perdere assolutamente, specie nel corso del fine settimana?
Come ogni lunedì Milano Weekend vi segnala cinque opere da vedere in cartellone nei principali stabili della nostra città. Nuovo appuntamento, dunque, con #lospiegoneteatri.
Ecco dunque nel dettaglio cosa vedere a Teatro a Milano nel weekend che va dal 29 aprile al 1 maggio:
L’opera da tre soldi (Piccolo Teatro Strehler, 19 aprile-11 giugno)
Bertolt Brecht e Kurt Weill la crearono nel 1928 e in quello stesso anno la misero in scena a Berlino. Il primo ad allestirla in Italia, nel 1956, fu Giorgio Strehler, presente lo stesso Brecht che sarebbe morto sei mesi dopo. Parliamo de L’Opera da tre soldi, rappresentata in tutto il mondo e che al Piccolo Teatro viene allestita con la regia di Damiano Michieletto.
La storia dei Peachum, di Jenny delle Spelonche, di Macheath detto Mackie Messer e di tutta la varia umanità protagonista dell’Opera da tre soldi è tratta dalla Beggar’s Opera, L’opera del mendicante che l’inglese John Gay scrisse nel 1728. Fu Elisabeth Hauptmann, storica collaboratrice di Brecht, a tradurla dall’inglese al tedesco e a suggerirne allo scrittore la riscrittura in chiave contemporanea.
ORARI:
Martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16.
Giovedì 21 aprile ore 15 (riservata Touring Club); domenica 1 e lunedì 2 maggio RIPOSO; giovedì 2 giugno RIPOSO; lunedì 6 giugno ore 20.30
BIGLIETTI:
Platea: Intero € 40; Ridotto card Giovani/Anziani € 23
Balconata: Intero € 32; Ridotto card Giovani/Anziani € 20
Oblivion – The Human Jukebox (Teatro Leonardo, 19 aprile-1 maggio)
Un montaggio raffinato e travolgente che porta in scena la capacità creativa ed intelligenza scenica dei cinque attori/cantanti Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli.
Parodie e parodie delle parodie, riferimenti incrociati e montaggi spericolati: gli Oblivion hanno in repertorio l’intero pantheon dei grandi della musica italiana e internazionale e, con l’aiuto e l’intervento diretto del pubblico, danno vita ogni sera ad uno spettacolo sempre nuovo, sempre leggermente diverso che riesce a tenere insieme il Trio Lescano e i rapper, Ligabue e i Beatles, Morandi e i Queen.
Cinque contro tutti. Un articolato mangianastri umano che mastica tutta la musica mai scritta e la digerisce in diretta in modi mai sentiti prima. Alla perversa creatività dei cinque cialtroni più irriverenti del teatro e della rete si aggiunge, questa volta, quella del loro pubblico che contribuisce a creare il menù della serata suggerendo gli ingredienti della pozione.
ORARI:
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.30; domenica ore 16.
PREZZI:
Intero € 21; under 18 e scuole € 11; under 30 € 15; over 65 € 11; scuole di teatro € 11.
La Cena delle Beffe (Teatro alla Scala, 3 aprile-7 maggio)
Con il ritorno al Piermarini de La Cena delle Beffe di Umberto Giordano, che qui fu battezzata da Toscanini nel 1924, parte il progetto che riporterà alla Scala i principali capolavori del repertorio verista.
La cena della beffe, versione musicale di una fortunata pièce di Sem Benelli (autore anche dell’adattamento del libretto) che ebbe nei primi anni del ‘900 numerosissime riprese in tutto il mondo con protagoniste come Sarah Bernhardt e approdò al cinema nel 1941 per la regia di Alessandro Blasetti con Amedeo Nazzari, è un’opera che mantiene attualità ed efficacia drammatica.
Un titolo ideale per un regista d’esperienza teatrale, operistica e cinematografica come Mario Martone, qui coadiuvato da una delle scenografe più apprezzate dal pubblico scaligero, Margherita Palli. Dirige Carlo Rizzi, un esperto del repertorio italiano, cantano Kristin Lewis, Marco Berti e Nicola Alaimo.
ORARI:
Giovedì 28 aprile, ore 20.
PREZZI:
Biglietti da 252 euro.
Il lago dei cigni ovvero il canto (Teatro Carcano, 28-30 aprile)
Tra i più apprezzati autori della scena contemporanea della danza italiana, Fabrizio Monteverde firma una nuova versione di un classico d’eccezione. Tra le suggestioni di una favola d’amore crudele e i simboli di un’arte che sovrasta la vita, il coreografo reinventa il più famoso dei balletti di repertorio classico su musica di Ciaikovskij, garantendo quell’originalità coreografica e registica unica che da sempre ne caratterizza le creazioni e il successo.
Capolavoro del balletto, sintesi perfetta di composizione coreografica accademica e notturno romantico, di chiarezza formale e conturbanti simbologie psicoanalitiche, Il Lago dei Cigni è una favola senza lieto fine in cui i due amanti protagonisti, Siegfried e Odette, pagano con la vita la passione che li lega. Una di quelle “favole d’amore in cui si crede nella giovinezza” avrebbe detto Anton Cechov, scrivendo nell’atto unico Il Canto del Cigno (1887) di un attore ormai vecchio e malato che ripercorre in modo struggente i mille ruoli di una lunga carriera.
Con dichiarata derivazione intellettuale dal grande scrittore russo, il Lago di Monteverde trova nel Canto il proprio naturale compimento drammaturgico e in un percorso struggente di illusioni e memoria porta in scena un gruppo di “anziani” ballerini che, tra le fatiche di una giovinezza svanita e la nevrotica ricerca di un finale felice, ripercorrono gli atti di un ulteriore, “inevitabile” Lago.
ORARI:
Giovedì, sabato 20.30; venerdì 19.30
BIGLIETTI:
Balconata – Happyprice € 14,50; Balconata – Intero € 25,00; Platea – Happyprice € 18,00; Platea – Intero € 34,00
L’età proibita. Appunti biografici su Marguerite Duras (Atir Teatro Ringhiera, 27 aprile-1 maggio)
“Cercavo da tempo un testo che lasciasse un’eco a sipario chiuso, che non consentisse di afflosciarsi in poltrona anzi, che portasse con se la stessa sensazione di dolore alle ossa che hai quando sei adolescente e stai crescendo, e fa male”, spiega Maria Pilar Pérez Aspa.
“In questi appunti biografici di Marguerite Duras ho trovato quello che andavo cercando. Marguerite è una donna scomoda, una donna dalle parole forti, taglienti come frammenti di vetro, politicamente scorrette, che parla della casa e del rapporto delle persone con la casa che abitano, di amore – più che di storie d’amore – di sesso, di corridoi dove si addormentano i bambini, della Francia, di stupidità umana, della scrittura, di se stessa. Una donna che beve, che ride, che ama quando non dovrebbe, quando sarebbe proibito anche vivere. Una donna che non cerca l’approvazione, che vede, fino all’accecamento”.
ORARI:
Mercoledì e sabato ore 19:30, giovedì e venerdì ore 20:45, domenica ore 16
BIGLIETTI:
Intero 18 euro, under 26 12 euro, over 65 8,50 euro, convenzioni 15 euro, università 8,50 euro.