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Sole Cuore Amore con Isabella Ragonese, la nostra recensione

Ph di Emanuela Scarpa

 

Ci vuole coraggio per affrontare certi temi e crediamo che, oggi come oggi, ci voglia coraggio anche per essere coerenti col proprio percorso. Daniele Vicari è un cineasta che ha proprio questa qualità e lo dimostra (semmai ce ne fosse stato bisogno), ancora una volta, con l’ultimo suo lavoro: Sole Cuore Amore. In sala dal 4 maggio con Koch Media, il film attraverso un’amicizia tra due giovani donne, Eli (un’Isabella Ragonese in una delle sue prove attoriali più convincenti) e Vale (la brava Eva Grieco) mette a tema la difficoltà del nostro vivere quotidiano, in particolare, sul piano lavorativo. La prima ha quattro figli e un marito disoccupato e proprio in virtù di questo ha accettato un lavoro molto distante da dove abitano e per cui era richiesta disponibilità sette giorni su sette. La seconda è una danzatrice e performer, che per vivere deve esibirsi in discoteca.

Man mano che il plot si dipana scopriamo come tra di loro passi un’amicizia vera. Quasi fossero sorelle cercano di contare l’una sull’altra in questa “strenua lotta contro la più assoluta precarietà” (dalle note di regia). Anche Bianca (l’esordiente Giulia Anchisi), l’altra danzatrice che costituisce il duo con Eva, s’impegna, a modo suo, nello stare a galla, manifestando, a tratti, un’incoscienza che la porta a scelte particolari in linea con l’ambiguità del suo personaggio.

A novembre 2016 era uscito in sala ‘7 minuti‘ diretto da Michele Placido da un testo teatrale di Stefano Massini che vedeva al centro undici donne, chiamate a decidere per tutti: accettare o meno di rinunciare a 7 minuti in meno durante la pausa pranzo. Da domenica 7 maggio, parte in seconda serata su Rai Tre il nuovo programma di Gad Lerner intitolato ‘Operai‘ in cui siamo noi, ancora una volta, a essere tratteggiati nelle sei puntate del reportage-inchiesta.

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“In tutto il mondo gli esseri umani si dibattono in una strenua lotta contro la più assoluta precarietà, contro incertezze che spaventano. Come può il cinema, seppure in punta di piedi e con rispetto, non occuparsene?”, ha dichiarato il regista di ‘Diaz – Don’t Clean Up This Blood‘. Noi ci sentiamo di aggiungere: come poteva un regista così sensibile alle questioni che più ci attanagliano, scavando nelle persone (non meri personaggi), disinteressarsi a un punto così stringente della nostra contemporaneità? In questa panoramica entrano, soprattutto, due figure maschili. Francesco Montanari dà volto e silenzi a Mario, il marito di Eli, che vive la frustrazione della disoccupazione, combattendo in continuazione con un senso di impotenza. Dall’altro lato ci si trova di fronte a Nicola (Francesco Acquaroli), il datore di lavoro della donna, implacabile di fronte alle richieste umane delle dipendenti, abile nel rigirarle come se fossero pretenziose.

Come si fa a non sentirsi vicini a questo paesaggio umano. Vicari è riuscito a creare una giusta distanza dalla materia incandescente che andava a tematizzare, senza mettere da parte l’empatia. Interessante la scelte di alternare, nella sequenza iniziale, i momenti di performance con la vita ordinaria di Eli. “I colori raccontano in maniera sensuale i caratteri, le loro case sono parte integrante delle loro vite, i loro vestiti sono lo specchio delle loro anime inquiete e generose, almeno nelle nostre intenzioni. Per esempio la linea del rosso che abbiamo seguito dall’inizio alla fine del racconto è tesa a costruire una continuità e uno scambio di sentimenti e passioni che caratterizza le nostre due protagoniste” (dalle note).

Sole Cuore Amore vi lascerà con un pugno nello stomaco che arriva lentamente e inaspettato. Uscirete dalla sala con la domanda sempre più impellente: fino a che punto accettare certe condizioni?

Voto 7

Una frase: Sai perché non ho fatto l’università? Perché in nove anni di scuola dell’obbligo non sono riuscita a insegnare nulla ai miei professori.

 

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