Sommario di questo articolo:
In un mondo che si muove sempre più di corsa, spesso ci si dimentica dei bisogni primari. Tra questi, la sicurezza. Ma cosa significa essere sicuri? La sicurezza per definizione è “la condizione che rende e fa sentire di essere esenti da pericoli, o che dà la possibilità di prevenire, eliminare o rendere meno gravi danni, rischi, difficoltà, evenienze spiacevoli, e simili”.
La certezza di “essere e sentirsi sicuri” abbraccia a sua volta tutta una serie di sfaccettature. Esistono, per esempio, una sicurezza alimentare, una sicurezza sociale, una sicurezza economica. Ma esiste anche una sicurezza sul lavoro, risvolto essenziale per il buon funzionamento della stessa società. Come del resto evidenzia la psicologa del lavoro Antonella Sada nel volume “Elogio della sicurezza. Aspetti multidisciplinari tra scienza e pratica”, “fare prevenzione in materia di sicurezza, significa promuovere benessere: l’individuo sicuro è un soggetto che sta bene, la comunità sicura è una comunità sana.”
Da qui deriva la necessità di predisporre tutta una serie di accorgimenti, precauzioni e regole per assicurare la piena sicurezza anche in ambiente lavorativo.
Cosa significa “sicurezza sul lavoro”
Per “sicurezza sul lavoro” si intende l’intero insieme di misure preventive e protettive che devono essere adottate dall’impresa per rendere sicuri i luoghi di lavoro, quali essi siano. In Italia, la salute e la sicurezza sul lavoro sono regolamentate dal Decreto Legislativo 81/2008, noto anche come “Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.
Il fine è di eliminare o di ridurre al minimo i rischi per la persona legati all’attività lavorativa svolta, in modo da evitare incidenti, infortuni o l’insorgenza di malattie professionali. Non è il solo datore di lavoro a farsi carico della sicurezza sul lavoro: anche dirigenti, dipendenti e collaboratori devono adottare un comportamento consono alla mansione a loro affidata e alla struttura in cui la svolgono.
Come adempiere agli obblighi sulla sicurezza del lavoro
Come accade in ogni ambito, districarsi in una miriade di leggi e disposizioni in costante aggiornamento non è affatto semplice. Per intervenire correttamente nel campo della sicurezza sul lavoro, ciascuna impresa deve prevedere un’attenta analisi dei fattori organizzativi, ambientali e professionali. Deve impegnarsi in una valutazione continua dei rischi. Deve badare alla sorveglianza sanitaria. Deve interfacciarsi e collaborare con figure quali il RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione) o, dove presente, l’RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza). Ma non finisce qui. Ogni impresa deve redigere tutta la documentazione prevista dai vincoli legislativi, deve preoccuparsi dei processi di formazione del personale, deve preparare il necessario per ogni ispezione da parte degli organi esterni di controllo. Gli aspetti strettamente pratici si sommano inoltre a specifiche caratteristiche umane, indispensabili per influenzare positivamente il comportamento di ogni singolo attore coinvolto nel processo lavorativo.
I rischi potenziali in cui l’azienda può imbattersi in questo complesso meccanismo sono di compiere errori procedurali e di cadere in ritardi burocratici o in dimenticanze. Con quali conseguenze? Non solo quella di mettere a repentaglio la sicurezza dei dipendenti e dell’ambiente lavorativo, ma anche di rendere l’impresa passibile di sanzioni, spesso pesanti.
In quest’ottica, l’alternativa più rapida ed efficace è di affidarsi a professionisti specializzati, come gli esperti consulenti per la sicurezza sul lavoro di Studio HS, figure che possiedono tutte le competenze per affrontare le esigenze legate al tema della sicurezza sul lavoro, sotto ogni punto di vista. Dall’adempimento della totalità degli obblighi di legge, all’organizzazione di corsi aziendali per la sicurezza sul lavoro.
Sicurezza sul lavoro, un valore aggiunto per l’azienda
La sicurezza sul lavoro non è esclusivamente un obbligo prevenzionistico, basato sull’adozione minuziosa di norme, adempimenti e leggi. Sviluppare una cultura della sicurezza a livello aziendale costituisce uno strumento prezioso per attribuire all’impresa un valore aggiunto. Gli effetti positivi che ne derivano sono numerosi. Oltre a salvaguardare le condizioni di salute dei lavoratori, mettere in atto tutti i procedimenti per evitare infortuni, incidenti e malattie professionali, riduce sensibilmente il rischio di incorrere in interruzioni dell’attività produttiva.
Le imprese che si dimostrano propense a diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro aprono la strada a valori essenziali nel processo aziendale, quali la condivisione, lo sviluppo efficace delle relazioni interne e lo stesso miglioramento nei comportamenti dei dipendenti, che diventano più sani, soprattutto in relazione all’uso di tabacco e alcool, allo stress, alla nutrizione e all’esercizio fisico. Operare in un ambiente integro e sicuro migliora, infatti, il benessere psicologico dei lavoratori e ne accresce la vitalità, con influssi positivi sulla produttività aziendale. A beneficiarne è inoltre l’immagine esterna dell’impresa, che risulta più competitiva.
Un’azienda sicura crea, infine, valore per la comunità. Il costo degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali grava non solo sulle singole imprese, ma anche sull’economia nazionale. Si calcola che in Italia il danno economico legato a infortuni e patologie professionali superi il 3% del PIL. Un danno che potrebbe essere annullato o perlomeno significativamente limitato, grazie a una diffusione sempre più capillare della cultura della sicurezza sul lavoro.