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Serata Petit alla Scala, tra Bach e i Pink Floyd

Marco Valerio 10 anni fa

serata-petitDa mercoledì 28 maggio il Teatro alla Scala di Milano ospiterà Serata Petit, ovvero uno spettacolo che racchiude in un’unica rappresentazione due balletti del celeberrimo coreografo Roland Petit, artista che ha sempre fondato la sua idea di teatro in sintonia con lo spirito dei tempi grazie a straordinarie collaborazioni di altissimo livello.

Il programma di Serata Petit vedrà la messa in scena dei balletti Le Jeune homme et la Mort e Pink Floyd Ballet. Il libretto di Le Jeune homme et la Mort fu composto nel 1946 da Jean Cocteau sulla base di musiche di Johann Sebastian Bach, dando vita ad un vero e proprio capolavoro dell’esistenzialismo; Pink Floyd Ballet è, invece, una creazione artistica operata da Roland Petit negli anni Settanta, uno straordinario e visionario balletto cult che riscontrò un travolgente successo alla Scala nel 2009.

I due titoli su cui verte la Serata Petit sono entrambi emblematici: con il debutto italiano di Le Jeune homme, la Scala inaugurò nel 1955 il lungo sodalizio con Roland Petit; Pink Floyd Ballet fu invece l’ultima sua apparizione sul palcoscenico scaligero, tra l’entusiasmo di un pubblico eterogeneo e giovane.

Sono undici le recite previste per Serata Petit, dal 28 maggio al 20 giugno; in alcune, saranno Roberto Bolle e Ivan Vasiliev a incarnare la drammaticità dell’incontro fra un giovane e il suo destino, dal viso di ragazza, in Le Jeune homme et la Mort.

Saranno gli artisti scaligeri a popolare il palcoscenico per Pink Floyd Ballet, fra movimenti di gruppo, passi a due e assoli, per tradurre sulle punte lo sguardo di Petit su quel progressive rock entrato nella storia, in un balletto che, dalla sua creazione, si è sempre modulato in versioni differenti, con aggiunte o sintesi, in costante evoluzione.

L’edizione 2014 di Pink Floyd Ballet si riavvicina allo spirito delle origini di questo progetto, alle atmosfere seventies, privilegiando proprio gli storici brani di quegli anni, da Meddle (1971) a Obscured by Clouds (1972) e Dark Side of the Moon (1973). Differenti atmosfere, che Petit ha sviluppato coreograficamente con stile moderno ma con solidissima tecnica classica, lasciandosi ispirare dalla musica, creando situazioni più intime o più esplosive, vestendo la scena solo di luci (a cura di Jean-Michel Désiré), cucendo addosso a ogni brano un “abito” luminoso che lo caratterizza.

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