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Da Mandrake a Tonali. Cambiano le modalità, non le abitudini

News Partner 19 ore fa
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Il 29 Ottobre sarà il 48º anniversario dell’evergreen “Febbre da Cavallo”, film cult della comicità italiana, che raccontava le pazze avventure di Mandrake (interpretato da Gigi Proietti) e Pomata (Enrico Montesano), due amici disoccupati che trascorrono la loro vita al cinodromo scommettendo sui cavalli.

Gli italiani un po’ ridevano, un po’ si rivedevano nei protagonisti. Le insegne con la scritta “Totocalcio” e “Superenalotto” erano onnipresenti, da nord a sud, nei piccoli borghi e nelle grandi città. Tempi andati, nostalgici per i tanti amanti del gioco. 

Le recenti vicende relative allo scandalo scommesse che ha interrotto per un periodo la carriera di giovani stelle della nazionale Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, sembrano confermare, piaccia o meno, la teoria che al popolo italiano piace giocare e scommettere!

Nuove Abitudini

Palese è la crescita del gioco online, che registra incrementi notevoli ogni anno che passa. E sembra assurdo che, in un epoca nella quale la maggioranza usa questa modalità di gioco, nelle quali è anche possibile usare criptovalute e rendersi anonimi, professionisti del calibro di Tonali e Fagioli si facciano beccare per scommesse. Sembra ancora più folle dal momento in cui le modalità di gioco sono infinite e sempre più rapide, come la crash gambling proposta da alcuni siti online, dove si guadagnano criptovalute e si può scommettere con esse.

Con il crash gambling si è raggiunto un livello di velocità e adrenalina incredibili: in pratica si punta su un moltiplicatore che cresce e cresce sempre di più. Attenzione però, il trucco sta nel fermarsi e incassare la scommessa prima che questo moltiplicatore faccia crash, bloccandosi all’improvviso. Temporeggiare potrebbe portare o a una vincita più alta o alla perdita di tutto: un gioco intenso per chi ama il brivido del rischio. Questa tipologia di puntata sta diventando sempre più popolare nel gioco online.

L’evoluzione del gioco d’azzardo in Italia riflette i cambiamenti della società e della tecnologia, ma una costante rimane: la passione degli italiani per il rischio e la scommessa. Il desiderio di vincere non è mai cambiato. Ciò che è cambiato sono le abitudini. Mentre un tempo si attendeva con ansia l’estrazione del Lotto o si passavano ore nei bar a giocare con le slot machines, oggi tutto è a portata di click, ovunque e in qualsiasi momento. L’industria del gioco si è adattata ai tempi digitali, attraendo sempre più giovani, come lo sono i due calciatori processati.

I giochi d’azzardo facevano già parte del Mondo antico

A tutti sarà capitato, se non personalmente, di aver avuto i nonni, le nonne, gli zii, che cercavano sul televideo i numeri usciti sulla ruota di qualche città per scoprire se avevano vinto al superenalotto. Ma quanti sanno che le lotterie nazionali sono vecchie di 600 anni?

Il gioco d’azzardo è parte già delle prime civiltà umane, ben prima dei cavalli di Mandrake e poi delle scommesse sui vari sport (principalmente il calcio oggi, ovviamente). Come racconta lo storico Alessandro Barbero in una puntata del podcast in collaborazione con Chora media, primi rudimentali dadi erano già presenti sulla valle del Nilo, poi trasportati nella Grecia classica e la Roma antica.

E nel Medioevo diventarono ancora più popolari

Dadi, che erano anche il principale gioco d’azzardo del Medioevo, persino abbinati agli scacchi,, o giocando a zara, come citato da Dante nel purgatorio. Le corse dei cavalli diventarono famose già nell’Inghilterra del ‘600, mentre prime forme di lotteria permisero allo stato Francese governato da Luigi XIV di non fallire nel ‘500.

Il re stesso era un assiduo giocatore di una delle prime forme di roulette riconosciute, la hoca. Per quanto riguarda i giorni nostri, le abitudini dei numerosi giocatori italiani  5,1 milioni, secondo l’Istituto Superiore di Sanità – sono varie.

Il gioco in Italia in numeri

In una ricerca relativa all’anno 2020, il volume totale del gioco ha raggiunto i 88,38 miliardi di euro, registrando una riduzione del 17,3 % rispetto al 2018. Questa somma equivale al reddito medio mensile di 51,1 milioni di italiani ed è paragonabile all’acquisto di più di 250.000 Fiat Panda. Le vincite totali sono state di 75,36 miliardi di euro, con una perdita netta di 13,02 miliardi.

I giochi di carte o di abilità costituiscono la principale fonte di raccolta del gioco, con 37,5 miliardi di euro, seguiti dalle newslot e vlt con 18,97 miliardi. Le scommesse sportive e ippiche hanno generato 11,34 miliardi, mentre le lotterie e i Gratta e Vinci hanno raccolto 8,17 miliardi. Il Lotto ha raggiunto i 6,41 miliardi, seguito dalle scommesse virtuali e dal betting exchange con 3,81 miliardi. I giochi numerici a totalizzatore hanno raccolto 1,26 miliardi, mentre il Bingo ha chiuso la lista con 0,92 miliardi.

In conclusione, il gioco d’azzardo in Italia è cambiato nei mezzi, ma non nella sostanza. La sfida, ora come allora, rimane quella di trovare un equilibrio tra il divertimento e la consapevolezza, per evitare che un passatempo si trasformi in un pericoloso vizio. E ricordarsi che, come sapeva bene anche Mandrake, la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.