La favola di Cenerentola conquista ancora il mondo e stavolta grazie al film di Kenneth Branagh, nelle sale dal 12 marzo 2015. Questa fiaba nasce dalla tradizione orale di una zona della Cina Meridionale, nel periodo in cui venivano fasciati i piedi delle nobildonne, per un apprezzamento estetico delle piccole dimensioni del piede, quale segno di leggerezza e di nobiltà, perché impedivano il lavoro materiale.
In attesa dell’arrivo del film, quale tema migliore per celebrarlo di indossare dal vivo la mitica scarpetta di Cenerentola (se avete il piede 37 e non vi spaventa il prezzo… da favola)? La Disney ha collaborato con gli stilisti di nove famosi brand internazionali di scarpe per realizzare una collezione da fiaba che reinventa l’oggetto cult: tra loro, oltre a Paul Andrew, Alexandre Birman, Rene Caovilla, Jimmy Choo, Nicholas Kirkwood, Charlotte Olympia, Jerome C. Rousseau e Stuart Weitzman, anche l’italiano Salvatore Ferragamo.
L’installazione è in mostra presso Excelsior Milano, il luxury store in Galleria del Corso (metro San Babila o Duomo); realizzata dalla celebre visual designer JoAnn Tan, è accessibile al terzo piano fino al 3 marzo 2015.
La storia di Cenerentola
La prima forma scritta in occidente risale al 1634 con il napoletano Giovan Battista Basile e la sua Gatta Cenerentola. Qui la scarpetta cinese va incontro a una significativa trasformazione: diventa una pianella (lo zoccolo con tacco alto delle nobildonne napoletane dell’epoca). Spesso la scarpetta cinese ha subito delle mutazioni della forma e del materiale, in base alla cultura del narratore. A noi oggi arriva attraverso due successive versioni: quella dei fratelli Grimm e quella di Perrault, dalla quale prese spunto il cartone animato Disney e lì l’ultima attuale trasformazione della scarpa nella scarpetta di cristallo.
I temi universali della fiaba di Cenerentola sono essenzialmente: il lutto; la madre buona e la matrigna; la rivalità fraterna; la fata; le trasformazioni: la zucca in carrozza e la brutta scarpa nella famosissima scarpetta di cristallo. La presenza di questi temi universali suggerisce il simbolo della realizzazione del sé, tramite molteplici e intricate prove, governate dalla dinamica degli opposti, che consente agli esseri umani di giungere alla comprensione del mondo interiore (sé) e del mondo esteriore (altro da sé).
Isabella Ratti