(dalla nostra inviata a Sanremo)
Sanremo, 8 Febbraio – Eccoci, è terminata la serata dei duetti, sicuramente tra le più attese di questo Festival, con la vittoria di Motta e Nada.
Questa sera i cantanti in gara hanno presentano al pubblico una rivisitazione del brano sanremese in coppia con altri artisti, per esempio Achille Lauro con Morgan e Daniele Silvestri con Rancore insieme a Manuel Agnelli.
Sul palco, oltre agli artisti che si sono esibiti per il duetto, si è esibito uno dei grandi rappresentanti della musica italiana: Ligabue.
Luciano Ligabue porta sul placo dell’Ariston “Luci d’America”, il brano del suo ultimo album Start, proseguendo con “Urlando contro il cielo”.
Non solo, Ligabue omaggia Francesco Guccini cantando insieme a Claudio Baglioni “Dio è morto”.
Un altro giovane artista ha fatto visita in questa quarta puntata, il vincitore dell’ultima edizione di X-Factor Anastasio, introdotto da un monologo di Claudio Bisio “Il mestiere del padre”.
Sanremo 2019: i duetti
Federica Carta e Shade con Cristina D’Avena – Senza farlo apposta
Federica Carta e Shade chiamano Cristina D’Avena al fianco sul palco dell’Ariston.
Il risultato? La voce di Cristina D’Avena prende per mano i giovani artisti, guidandoli nell’interpretazione, facendo esprimere il meglio che possano raggiungere.
Motta con Nada – Dov’è l’Italia
Legati da una grande amicizia e dalle stesse origini, Motta e Nada rendono il brano qualcosa di poetico.
L’animo cantautorale di questa canzone e la sua storia emergono con forza e determinazione grazie all’incontro di queste due voci.
Nada ha dato quel qualcosa in più all’interpretazione di Motta.
Irama con Noemi – La ragazza con il cuore di latta
Irama ha scelto Noemi per condividere la storia de “La ragazza con il cuore di latta”.
Noemi, con il suo inconfondibile timbro, dà voce a quella ragazza, dando vitalità al brano.
Il brano di Irama è forte e Noemi ha dato quella delicatezza da donna che mancava, quella fragilità non ancora venuta fuori nelle precedenti esibizioni.
Noemi porta sul palco Linda.
Patty Pravo e Briga con Giovanni Caccamo – Un po’ come la vita
Giovanni Caccamo al pianoforte aggiunge la sua delicatezza e raffinatezza al brano “Un po’come la vita”.
Il duo Patty Pravo e Briga diventa un trio che si completa e si porta ad un livello ancora più alto.
Briga si lascia andare, mostrando al pubblico ancora di più la sua sensibilità artistica.
Patty Pravo, sempre elegante anche nell’autoironia.
Negrita con Enrico Ruggeri e Roy Paci – I ragazzi stanno bene
Roy Paci e la sua tromba, Enrico Ruggeri e la sua personalità artistica danno al brano dei Negrita un colore più acceso.
La band e i due artisti sono complici e l’interpretazione non snatura e non toglie nulla a quella che è la chiave di lettura data dai Negrita.
“I ragazzi stanno bene” rivivono nelle due voci e nel suono della tromba, regalando al pubblico un brano ancora più grande.
Il Volo con Alessandro Quarta – Musica che resta
Il Volo sceglie Alessandro Quarta per dare a “Musica che resta” un tocco di elegante grinta.
Sono il quadro perfetto di come strumenti classici, la tecnica canora dei tre interpreti e la scelta del violino, possano essere spogliati dall’abito del “vecchio e tradizionale”.
Questa versione con Alessandro Quarta rende il brano sanremese ancora più forte e pieno di personalità.
Arisa con Tony Hadley e i Kataklò – Mi sento bene
Arisa ha dato quel tocco di internazionalità al Festival portando sul palco dell’Ariston Tony Hadley, ex voce dei Spandau Ballet.
Grande interprete e una delle voci più belle di questo Sanremo, continua e si fa portavoce della tradizione del bel canto, dandogli, inoltre, freschezza.
Tony Hadley è perfettamente a suo agio nel brano di Arisa, sia nella parte in italiano che in inglese.
La coreografia? I Kataklò, perfetti e leggeri come le note di “Mi sento bene”.
Mahmood con Guè Pequeno – Soldi
Mahmood con Guè Pequeno in Soldi è uno degli incontri meglio riusciti, trasportando il pubblico sanremese in modalità “live”.
Ma, nonostante la grinta e il trasporto di questa versione, non si può dire che sia stato un duetto.
Il motivo? Guè Pequeno avrebbe dovuto avere più spazio e non essere una”comparsa” di classe.
Ghemon con Diodato e i Calibro 35 – Rose viola
È Diodato a intonare le prime note di Rosa Viola e tutto torna, perché non è “ospite”.
Ghemon trova tutto pronto per entrare nel suo pezzo grazie all’interpretazione del collega che, con rispetto, rende tutto perfetto per l’entrata dell’autore del brano.
Questi artisti hanno messo insieme le loro personalità regalando al pubblico una versione di Rose Viola sempre esistita che aspettava solo di essere presentata.
Francesco Renga con Bungaro, Eleonora Abbagnato e Vogel – Aspetto che torni
Francesco Renga chiama sul palco uno degli autori di “Aspetto che torni”.
Bungaro impreziosisce il brano come solo chi ha scritto il pezzo può fare.
Il tutto reso delicato e raffinato dalla magnifica Eleonora Abbagnato e Vogel.
Con loro, Francesco Renga si lascia andare e torna a trasmettere tutte le emozioni di questo pezzo.
Ultimo con Fabrizio Moro – I tuoi particolari
Non è la prima volta che le voci di Ultimo e Fabrizio Moro si incontrano, si confrontano e il risultato è sempre qualcosa che va oltre a tutte le aspettative.
Due timbri forti, come le loro personalità artistiche, decisi che si completano e raccontano i sentimenti senza guardare in faccia a nessuno.
Ultimo al pianoforte e Fabrizio Moro alla chitarra portano “I tuoi particolari” dritto nel cuore di chi ascolta.
Scuotono le anime e le costringono a guardarsi dentro, a fare i conti: costringono chi ascolta a guardarsi allo specchio e a fare i conti con questi particolari che mancano.
Nek con Neri Marcorè – Mi farò trovare pronto
Tutto quello che compone il brano “Mi farò trovare pronto” è stato raccontato da Nek e da Neri Marcorè.
È stata la chiave di lettura del canto supportato dalla recitazione e il risultato è stato un’esibizione elegante e sobria.
Tutte le promesse e le aspettative del brano raccontati da due uomini che percorrono la stessa strada, ma con linguaggi diversi.
BoomDaBash con Rocco Hunt e i Musici cantori di Milano – Per un milione
I Boomdabash hanno reso “Per un milione” già un brano fresco, solare, ma stasera qualcuno ha caricato la dose.
Stiamo parlando di Rocco Hunt e i Musici cantori di Milano che hanno portato all’Ariston il countdown per l’estate.
Cantano tra il pubblico e subito aria di festa.
The Zen Circus con Brunori Sas – L’amore è una dittatura
The Zen Circus e Brunori Sas in “L’amore è una dittatura”: il rock si incontra con il cantautorato.
L’esibizione si trasforma in un dialogo in cui gli artisti si scambiano i diversi punti di vista con le loro chitarre elettriche.
La band lascia spazio a Brunori che mette subito la sua firma e “L’amore è una dittatura” si veste di colori diversi ben abbinati.
Paola Turci con Giuseppe Fiorello – L’ultimo ostacolo
Giuseppe Fiorello veste i panni del cantante per interpretare “L’ultimo ostacolo”.
Sanremo ha visto sul suo palco molti duetti e questo di Paola Turci con Giuseppe Fiorello è uno di quelli che resterà.
Eleganti, forti e graffianti, i due artisti sanno comunicare e grazie a questo che il pubblico può avere un’altra versione del brano sanremese.
Anna Tatangelo con Syria – Le nostre anime di notte
“Ti devo restituire qualcosa”.
È così che Anna Tatangelo invita sul palco dell’Ariston Syria per condividere con lei i sentimenti di Le nostre anime.
È una confidenza tra due amiche che si raccontano le loro vite e sembrano darsi coraggio, reciprocamente.
Ex-Otago con Jack Savoretti – Solo una canzone
Quello degli Ex-Otago con Jack Savoretti, non è un duetto perchè Savoretti sembra che faccia parte del gruppo da sempre.
Le voci dei due cantanti si mescolano e la versione che nasce di questo brano è perfetto per essere registrato e presentato al pubblico e alle radio.
Tutti gli artisti partecipano a questa complicità e l’abbraccio finale tra i due cantanti è la fotografia perfetta di “Solo una canzone”
Enrico Nigiotti con Paolo Jannacci e Massimo Ottoni– Nonno Hollywood
Il brano di Enrico Nigiotti è la lettera che ogni nipote dedica al proprio nonno.
E per ripercorrere i ricordi, momenti trascorsi insieme e la mancanza con due grandi artisti: Paolo Jannacci e Massimo Ottoni.
Il pianoforte di Jannacci dà al brano una pellicola retrò, quella ideale per i ricordi, mentre Ottoni li disegna sulla sabbia.
Nigiotti si conferma un interprete dalla grande sensibilità e con una personalità artistica ben definita.
L’incontro tra questi artisti ha vestito perfettamente”Nonno Hollywood” .
Loredana Bertè con Irene Grandi – Cosa ti aspetti da me
Loredana Bertè e Irene Grandi si incontrano in “Cosa ti aspetti da me”.
Questo brano sembra non avere “madre” perchè Irene Grandi è completamente immersa nella sua musica e nelle sue parole, in un’interpretazione che poche cantanti riescono a regalare con brani non “pensati per loro”.
La coppia Loredana Bertè e Irene Grandi può essere vista come un “duetto inverso” in cui le artiste si invitano a vicenda sul palco dell’Ariston.
Daniele Silvestri e Rancore con Manuel Agnelli – Argento vivo
Daniele Silvestri e Rancore con Manuel Agnelli: non poteva essere altrimenti.
Il timbro di Agnelli dà quel tocco di durezza in più, quella rabbia e grinta che rende “Argento vivo” un brano che trasporta chi ascolta in un’altra dimensione.
Tre voci diverse che raccontano la stessa storia e non solo, perchè al centro del palco dell’Ariston c’è la batteria, il motore dell’intera esibizione.
Einar con Biondo e Sergio Sylvestre – Parole nuove
Ad affiancare Einar sul palco dell’Ariston per la quarta serata ci sono Sergio Sylvestre e Biondo.
Mentre Einar e Sylvestre danno giustizia al brano con le loro vocalità, Biondo ha rovinato e privato il pezzo di ogni sentimento.
La scelta di usare autotune non è stata tra le più sagge.
Simone Cristicchi con Ermal Meta – Abbi cura di me
Sicuramente uno dei duetti più attesi, Simone Cristicchi condivide la poetica “Abbi cura di me” con Ermal Meta.
Ermal Meta è profondo e, come Cristicchi, guarda dritto negli occhi il pubblico e racconta, comunica, trasmette e coinvolge.
Il palco dell’Ariston ospita due artisti che negli ultimi anni hanno donato alla musica italiana brani e interpretazioni che descrivono nobilmente l’animo e i sentimenti umani.
Nino D’Angelo e Livio Cori con I Sottotono – Un’altra luce
Nino D’Angelo e Livio Cori hanno scelto I Sottotono per “Un’alta luce”.
Le due anime del brano, il neomelodico e il rap, la sfiducia e il coraggio, incontrano un nuovo complice con cui condividere il messaggio del brano.
I Sottotono aggiungono il loro punto di vista e il duo diventa un trio che sa comunicare senza scontrarsi.
Achille Lauro e Morgan – Rolls Royce
Achille Lauro e Morgan all’Ariston per il brano Rolls Royce.
Morgan si siede al pianoforte e nobilita il brano di Lauro, portandolo ad un livello più alto e non solo.
Dal piano, Castoldi passa al basso e rende l’acerbo brano sanremese sfacciato e che si avvicina molto di più all’idea di rock.
Sarà stata l’esperienza con i ragazzi dei talent, la cultura musicale indiscussa di Morgan, ma il brano di Achille Lauro ha acquistato quel senso che mancava per salire su un palco importante come quello di Sanremo.
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