Sommario di questo articolo:
San Siro: tutto bloccato
Ha del clamoroso e non farà piacere né a Elliot né a Suning sapere che il progetto San Siro per ora è fermo. Con il comito contrario che continua a dimostrare la fattibilità della ristrutturazione e la pressione sul sindaco Sala. Proprio il primo cittadino non vuole che la “questione stadio” entri nella campagna politica che ci sarà quest’anno. Recentemente ha convocato gli esponenti dei due club e ha chiesto il fermo momentaneo.
In particolare la pressione viene dai Verdi che sono contrari alle motivazione dello stadio nuovo e che appoggiano la causa protestante del Comitato dei cittadini. Proprio i Verdi, tuttavia, sono una delle chiavi della possibile vittoria del sindaco. Motivo per cui Sla non ha alcuna intenzione per ora di accelerare e portare avanti contatti.
Fra l’altro la delicata situazone della proprietà nerazzurra, che potrebbe cambiare, con la terza cessione dopo l’era Moratti, non aiuta a velocizzare i tempi.
Non è da escludere che per Milano-Cortina 2026 il nuovo San Siro non sia pronto.
Raggiunto l’accordo sulle volumetrie del nuovo stadio
Dopo la frenata sulle volumetrie imposta dal Comune di Milano la scorsa settimana, a causa di richieste considerate eccessive dal sindaco Sala, oggi, 26 giugno è stata diramata una nota ufficiale firmata da Inter, Milan e Comune.
Dopo un braccio di ferro tra la richiesta di un indice di costruzione dello 0,63% richiesto dai club milanesi (in linea con la legge sulla costruzione degli stadi) e la replica dello 0,35% fatta dal Comune sulla base del piano regolatore, lo stadio avrà un indice dello 0,51%; sarà quindi di 145 mila metri quadrati.
La nota, oltre alle misure del nuovo stadio e della adiacente cittadella dello sport, comunica che la costruzione “genererà un incremento occupazionale stimato tra i 3.000 e i 3.500 posti di lavoro, oltre a migliorare sensibilmente l’area urbana“.
Il prossimo passo verso la realizzazione sarà il dettagliatissimo piano economico, che Inter e Milan dovranno presentare al Comune, indicando ogni investimento, ore di lavoro e costo dei materiali. Si prevede che l’iter si concluda a maggio 2021, mentre entro fine luglio sarà comunicato il vincitore del bando per la costruzione del centro commerciale, ultimo tassello per la riqualificazione della zona di San Siro.
Nel frattempo San Siro dopo lo stop al calcio e allo sport nel periodo di quarantena potrebbe di nuovo riaprire a luglio. Almeno stando a quanto dichiarato dal viceministro dello Sport Zampa una riapertura possibile e parziale degli stadi ci sarà. Non più luglio, forse, ma più avanti.
Anche San Siro come lo stadio Olimpico dovrà adeguarsi e riaprire una parte dei settori. Sarà, infatti, fondamentale mantenere i distanziamenti, ma la mascherina dentro allo stadio non dovrebbe essere più obbligatoria.
Gravina: riapertura stadi solo dopo il vaccino
La prima frenata arriva dal Presidente della FIGC Gravina che recentemente ha affermato che la riapertura degli stadi ci sarà solo dopo il vaccino.
Non abbattere San Siro e ristrutturarlo: continua la battaglia dei residenti
Intanto il Comitato San Siro continua con progetti e documenti a dimostrare alle Autorità pubbliche che una soluzione con ristrutturazione e ammodernamento sostenibili è possibile. In più i costi sarebbero minori e le volumetrie altrettanto. In particolare il progetto degli ingegneri Aceti e Magistretti, con dettagli numerici, pianificazioni e tempi utili, sono stati sottoposti agli assessori Maran, Guaineri e Lipparini.
Successivamente il primo assessore ha contattato i rappresentanti dei due club milanesi per chiedere l’apertura di un tavolo tecnico.
E fra le altre cose resta ancora aperta la questione se abbattere o no San Siro.
Sopraintendenza: San Siro può essere abbattuto
Recentemente la Sopraintendeza ai beni culturali si era espressa con un parere positivo (a sorpresa) sulla possibilità che lo storico secondo anello possa essere abbattuto (e quindi di conseguenza lo stadio stesso), perché privo di interesse culturale.
Intanto numeri alla mano il nuovo San Siro prevede uno stadio con 20.000 posti in meno e suddiviso a livelli di guadagni e gestione dalle due squadre.
San Siro: Comune e Milan/Inter-accordo quasi trovato
Il Comune di Milano e i dirigenti delle squadre milanesi hanno trovato l’accordo quasi definitivo per sbloccare la situazione di San Siro. Dopo l’intuizione dello Sport District per salvare il vecchio impianto, l’altro ieri c’è stato un incontro positivo per l’intesa. La riunione s’ svolta rigorosamente, secondo le nuove ordinanze del Coronavirus a Milano, tramite una video conference call. La proposta, che è gradita a Palazzo Marino, è che le due società sopportino il costo di1250 milioni per la concessione del diritto di pagamento su San Siro per 99 anni. Ad aprile ci sarà n nuovo aggiornamento, dove biogna trovare l’accordo per le cubature e le superfici extra-sportive.
Ma intanto un altro piccolo passo avanti è stato fatto!
Dopo l’incontro fra i rappresentanti di Milan-Inter e il Comune di Milano un nuovo iter si avvia per San Siro. A Palazzo Marino sono stati presentati i progetti nuovi che si pensa possano soddisfare le richieste del primo cittadino.
Sala: Inter e Milan più vicini alle nostre richieste
Dunque non dovrebbe essere abbattuto il vecchio e San Siro (pietra indelebile della storia di Milano), ma bensì verrà riutilizzato, come già è stato detto più volte. Il nome sarà tutto britannico: Sport District o per meglio dire una cittadella dello sport. Una struttura da utilizzare per eventi di basket, atletica e tante altre attività fra cui musei e cultura. Verrà ridimensionato e si limiteranno i costi della parziale demolizione. Il sindaco Sala sembra aver vinto la propria battaglia pubblica. Infatti recentemente ha dichiarato: “Divento più ottimista, perché credo che le due società si stia avvicinando alle nostre richieste“.
Adesso i prossimi nodi sono le aree di edificabilità del nuovo stadio, che non devono superare determinati parametri previsti per il territorio. Anche qui Sala vuole avere voce in capitolo per una questione di sostenibilità ambientale ed economica. Prossimo appuntamento con la discussione e il confronto sarà a breve .
Sport district: il nuovo San Siro
Potrebbe chiamarsi Sport District il nuovo progetto per realizzare il tanto agognato stadio moderno. I progetti di Populous e Manica CMR, rivisti e corretti secondo le indicazioni del Comune, possono essere la soluzione che accontenta tutti. L’idea è quella di rifunzionalizzare e modernizzare la struttura attuale.
Quindi da una parte salvare il Meazza, come volontà del Comune e del Coordinamento San Siro, e dall’altra accontentare i club, creando un’area di marketing e sport aperta tutto l’anno. In questa soluzione, infatti, lo stadio non sarebbe utilizzato solo per manifestazioni sportive, ma anche un palazzetto per sport minori e per intrattenimento.
L’idea di base è quella appunto di dar vita a uno Sport District che porti guadagni ai club. Sembra, dunque, che le due società meneghine vogliano accontentare le richieste di Sala. Nella nota dei club si legge, infatti, che “proseguiranno nell’approfondimento tecnico ed economico delle ipotesi progettuali presentate, sempre in coerenza con le linee guida indicate dal Comune”
La situazione dello stadio San Siro è questa: c’è l’ok del Comune per il nuovo stadio, ma resta un nodo da risolvere collegato a cosa fare del Meazza odierno. Il coordinamento San Siro, rappresentato dalla giornalista Gabriella Bruschi ha mostrato recentemente che ci sono più opzioni per ristrutturare il vecchio stadio. E con l’aiuto dei cittadini di zona 7 e 8 prosegue la propria battaglia. Le soluzioni e le statistiche proposte mostrano che si possono aver ottime ristrutturazioni, a minor costo e soddisfacendo i criteri dello stadio moderno.
Quali sono le alternative a San Siro? I progetti Aceti e JMA
Le alternative dopo il tavolo di discussione che recentemente si è tenuto all’Archivio di Stato di Milano ci sono. Già vi avevamo presentato in anteprima il progetto di ristrutturazione dell’intera area intorno allo stadio dello studio architettonico JM Architecture. Un’idea di design moderno, sostenibile, ecologico e scintillante.
La Galleria panoramica dello studio architettonico di Riccardo Aceti: una modifica del terzo anello
La seconda proposta è ben più concentrata sullo stadio come sola struttura ed è nominata: Una galleria panoramica per la Scala del Calcio.
L’idea di base è quella di ristrutturare fortemente il terzo anello, creando una galleria panoramica moderna, luminosa e che consenta di sfruttare a livello commerciale quella parte di stadio. Nel terzo verrebbero inseriti volumi panoramici multifunzionali e soprattutto una gallery con visibilità della partita da una parte e dello skyline esterno della city. Sono possibili perfino progetti di impianti sportivi interni, musei, punti di ristoro e spazi multimediali.
L’idea di base è una trave reticolare tridimensionale chiusa. Il terzo settore dello stadio verrebbe così destrutturato, con decostruzione delle gradinate, mensole e travi collegate. La struttura resterebbe, a differenza del progetto JMA, legata alle torri esterne. Queste verrebbero così utilizzate per moderni ascensori a norma.
Come per il progetto dell’architetto Mascheroni, anche in questo caso, le funzionalità dello stadio resterebbero quasi non modificate. Infatti il terzo anello è indipendente dagli altri due. In più sarebbero possibili modifiche urbanistiche esterne nell’area che Milan e Inter vorrebbero riqualificare. Infine se si decidesse di andare oltre i 60.000 spettatori previsti dal masterplan delle due milanesi, il terzo anello verrebbe facilmente rimodulato.
In conclusione, con un concetto di riuso dell’impianto sportivo, sarebbe possibile una ristrutturazione a costo minore della demolizione creazione del nuovo impianto.
San Siro novità: divergenze forti fra club e Comune
La strada per arrivare a un accordo definitivo fra il Comune e i due club è lunga. La Giunta ha dato l’assenso molto condizionato e prontamente dopo poco tempo o due club milanesi hanno subito risposto in modo scostante.
L’intenzione di Milan e Inter è chiara: buttare giù il Meazza, costruire una zona commerciale e rientrare dei costi. Circa 650 milioni sono le stime. Dall’altro lato Sala e la sua giunta che vogliono assolutamente conservare San Siro e riutilizzarlo.
Inoltre le cubature previste non devono superare le linee governative per il territorio. E altro dubbio che non convince il Comune è il costo eccessivo dello stadio rispetto ad altre recenti costruzioni sportive in Europa. Sala e con lui parte degli abitanti del quartiere non vogliono che si trasformi la zona dello stadio in un complesso immobiliare.
Quindi è necessario rifare il masterplan imbastito a luglio e ripartire con l’iter. Intanto per proseguire il dialogo il sindaco ha scritto alla Sopraintendenza per verificare nuovamente l’interesse pubblico della questione, in particolare comprende il valore stimabile dal punto di vista storico, archieologico ed etnoantropologico.
Le due società hanno preso tempo. Anche se anche il primo cittadino è più che disponibile a tenere aperto il dialogo con Milan e Inter.
Nuovo stadio: le alternative
Tre sono le piste pensate e da valutare nel caso in cui la partita a scacchi con il Comune finisse con un nulla di fatto. Tutte e tre le aree scelte avrebbero comunque il problema della ristrettezza dell’area.
Già da tempo s’è parlato dell’area di San Donato, a cui già aveva guardato l’Inter tempo fa e dell’area di Sesto San Giovanni, quella della zona Falck. Entrambe le aree sono, tuttavia, troppo piccole per realizzare l’ampio progetto.
Anche la terza opzione, di cui si sta parlando recentemente, è quella di Assago. La zona sarebbe ovviamente quella adiacente alla fermata Assago M2, ma anche qui l’area è piuttosto esigua.
Ok al nuovo stadio, ma senza troppo cemento
Anche la giunta comunale ha dato il proprio assenso al pubblico interesse per il nuovo stadio San Siro. Così Sala in una nota ufficiale: “Sulla questione stadio ci siamo sempre mossi con trasparenza e coerenza. Da subito avevamo detto che avremmo coinvolto prima il Consiglio Comunale e, solo dopo aver avuto il parere di chi rappresenta i cittadini, ci saremmo assunti, come sindaco e giunta, la responsabilità di decidere come procedere“.
E a quanto pare il parere è positivo. Lo stadio nuovo può iniziare il proprio iter. Ma la trattativa fra Comune e i due club non è ancora conclusa. Infatti la richiesta specifica da parte di Milano è che non si costruisca (centro commerciale, uffici e hotel) oltre il limite della misura prevista dal Piano di Governo del Territorio del Comune.
E il vecchio San Siro? Sala ne è sicuro: verrà riutilizzato
E l’attuale edificio non verrà smantellato (come volevano Inter e Milan), ma verrà riutilizzato. Sia in vista delle Olimpiadi invernali del 2026 sia perché può essere funzionale ad altri eventi sportivi, giovanili e atletici. Quindi, conclude il sindaco, il Comune è pronto a considerare qualunque soluzione, che non preveda l’abbattimento del Meazza.
Vedremo la risposta delle due società congiunte quale sarà.
San Siro: il parere del Consiglio comunale
Il Consiglio comunale ha dato l’ok politico al pubblico interesse del masterplan di Milan e Inter. Ora tocca alla giunta esprimersi. Nel frattempo restano in piedi moltissime ipotesi, anche quella di uno stadio a Sesto San Giovanni. Tutte le dichiarazioni sono univoche nel citare la parola buon senso, ma la battaglia fra il Comune e le società sportive non è ancora finita. Eppure uni alcuni studi architettonici dimostrano che si possa ristrutturare lo stadio guadagnandone in sostenibilità e funzionalità.
Il Consiglio comunale dice sì, ma pone delle linee guida imprescindibili: il Meazza deve restare e venga utilizzato per altri scopi. Il patrimonio storico e cittadino rappresentato dal glorioso stadio non si vuole perdere.
Non basta la richiesta di conservazione del vecchio impianto. No univoco nei confronti del centro commerciale e della zona adiacente lo stadio. In più minimizzazione dell’impatto ambientale, incremento del verde pubblico, riduzione delle cubature e rafforzamento della vocazione sportiva della zona.
Le due società milanesi con le parole dell’ad. Inter Antonello fanno sapere che se sussiste quel senso economico-finanziario di sostenibilità si proseguirà il progetto, se no o piano B o nulla.
Il sindaco Sala dichiara che si arrivi a una conclusione positiva, ma non con il progetto di oggi. Un Sala che con il tempo ha dovuto cedere alle pressioni di parte dell’opinione pubblica e dei club. Infatti non ha mai nascosto che la sua preferenza era per una ristrutturazione. Anche perché l’altra parte dell’opinione pubblica e dei comitati dei residenti è fortemente contraria. Sui social i sondaggi sembrano propendere per un 60% di sì fra cittadini milanesi e tifosi
I residenti di zona San Siro protestano: troppo cemento
Perché gli abitanti di zona sono contrari? Le motivazioni sono molteplici:
- no alla cementificazione
- no ai grattacieli al posto del verde attuale
- no a cantieri che porterebbero a 30 metri dalle finestre lo stadio
- no al centro commerciale previsto nel progetto
Ma su questo l’advisor di Milan e Inter nel report invitato è stato chiaro: “Non consentirebbe di raggiungere gli elevati standard di comfort, di sicurezza e prestazionali oggi richiesti: il nuovo impianto è imprescindibile, Milano si doterebbe di una nuova infrastruttura di eccellenza”. A cui ha aggiunto la non integrazione della struttura sportiva attuale con il tessuto urbano, nonché il forte impatto visivo e acustico della stessa, ormai obsoleta se rapportata ai nuovi stadi moderni. Rimarcando la non sostenibilità ambientale ed economico-finanziaria.
Ma siamo proprio così sicuri che San Siro non si possa ristrutturare, abbellendolo, modernizzandolo e dandogli un aspetto sostenibile? Da uno studio e un progetto proposto dall’architetto Jacopo Mascheroni e dal suo studio JM Architecture sembra non sia così.
Ristrutturare San Siro con sostenibilità e modernità: il progetto di JM Architecture
La proposta di Mascherone si divide in 5 punti fondamentali:
- Anello Zero
- copertura
- Nuovo terzo anello
- I servizi al pubblico
- Le rampe
L’idea di fono è quella di ristrutturare il Meazza a partire dal campo e risalendo alle rampe un po’ alla volta. L’Anello Zero basandosi sulla distanza che separa oggi le tribune del primo anello, ipotizza l’estensione delle gradinate del e l’abbassamento del terreno di gioco di circa 2,2 metri. Da questa operazione si ricaverebbero le tribune premium rispettando gli standard UEFA di distanza di sicurezza.
La copertura a diamante consente di mantenere la forma di oggi, circondando le tribune secondo anello con le coperture a catino. Per coprirle si userebbero lastre di policarbonato compatto che si modellerebbero intorno alla forma diamante dell’impianto. La soluzione sarebbe ideale per l’inquinamento acustico interno ed esterno.
Poi si va a lavorare sugli anelli. In che modo? Il terzo attuale scende al livello inferiore. Si crea un terzo anello diverso in cui si possono sviluppare comfort e servizi e che circonda lo stadio su due livelli: uno quello dei tornelli e l’altro al -1 consente al pubblico i comfort per vivere le partite. Si formerebbe una piattaforma con copertura verde e sarebbe un involucro trasparente che aumenta la sicurezza dell’ingresso. E in più la piazza antistante andrebbe ad illuminare con lucernari circolari il livello inferiore.
I vuoti presenti fra i pilastri sarebbero utilizzati per i servizi al pubblico grazie a solai prefabbricati. Da qui spazio per beverage, servizi igienici, primo soccorso e hospitality.
Infine altro lavoro fondamentale verrebbe fatto sulle rampe del secondo anello. Le torri esterne verrebbero demolite e le rampe circondate di una sagomatura in alluminio composito per ammorbidire e alleggerire la forma di oggi.
Con questi interventi lo stadio arriverebbe a una capacità attuale di 61.731 posti. Non solo, l’efficienza del progetto presentato è anche nelle fasi di costruzione. Cantieri sì, ma con fasi di montaggio e smontaggio si potrebbe utilizzare più volte il vecchio San Siro. I temi di cantiere verrebbero ridotti per la prefabricazzione a grande scala e anche la pulizia sarebbe rapida.
I lavori al campo, alla struttura e alle parti anulari si realizzerebbero un po’ alla volta, di sei mesi in sei mesi. Poi, rispetto alla cementificazione del progetto di Milan e Inter, l’idea dello studio JM Architecture è di preferire fuori dallo stadio spazi di verde e ammodernamento di aree parco.
Si otterrebbe così un San Siro moderno, luminoso e capiente, con un’area geotermica (che sfrutta l’acqua piovana) , i giusti standard di sicurezza e una sostenibilità ambientale notevole.
San Siro: i rendering di Populous e Manica+Sportium presto saranno ufficiali
Anche se il Comune di Milano entro il 10 ottobre dovrà esprimersi per dare il suo benestare all’interesse pubblico del progetto, in rete circolano già i progetti o meglio il progetto di uno dei degli studi architettonici a cui è stato affidata l’ideazione di San Siro. Si tratta di Populous (origine americana) e dato per favorito.
Sappiamo bene che il sindaco è maggiormente favorevole a una ristrutturazione dell’attuale stadio e che di contro le due società concordi non cedono alla creazione dello stadio nuovo. Per ora, a meno di colpi di scena, la linea vincente è quella dei due club meneghini.
Come sarà il nuovo San Siro? Il progetto di Populous
Ma vien spontaneo chiedersi come sarà il nuovo San Siro. Premettendo che in caso il progetto avesse l’ok del Comune, il vecchio stadio sarà abbattuto. Infatti sono necessari alla costruzione dei grattacieli degli uffici e dell’hotel che vi sorgerà i metri cubi del distretto. D’altronde l’investimento che le due società faranno sarà davvero oneroso: 1,2 miliardi di euro.
A breve, uno dei due progetti verrà approvato e se l’iter sarà finito, verrà realizzato. In rete, intanto, circola già una preview del design architettonico ipotizzato. Uno stadio basato su giochi di luce, vetri e guglie, che riprendono il monumento milanese per eccellenza. Ma dentro più che gradinate da stadio, l’impressione potrebbe essere di sentirsi quasi in un teatro.
Esternamente aree di ristoro e shopping moderne e spaziose sul modello di Citylife e della rimodernizzata aree della vecchia Fiera. Dell’attuale forma circolare si conserverebbe solo la divisione in quattro settori. Ma la base del progetto vedrebbe una pianta quadrata.
Problema prezzi e vecchio San Siro: residenti contrari
Ma di fronte un assenso del comune per il nuovo stadio, si porrebbero poi due questioni. Una, già affrontata, da Sala e verso la quale le due società sembrano meno sensibili, ovvero i prezzi dei biglietti. Ci potrebbe essere un incremento notevolissimo di biglietti e abbonamenti, a cui parte della giunta attuale non è favorevole.
La seconda questione: cosa ne sarà del vecchio Meazza? Lo snodo non è da poco, Perché più esperti si sono espressi in merito a una necessità di riutilizzare il monumento sportivo. Mentre, come già detto, le due società sono entrambe certe che sia necessario l’abbattimento. E lo stesso pubblico in rete, nonostante alcuni recenti sondaggi pubblici siano favorevoli alla demolizione, ancora il parere è discorde. Così come non c’è accordo fra la fazioni politiche dei consigli comunali. Ritroviamo una recente dichiarazione di Bestetti, presidente di Zona 7, che ha promosso un comitato No demolizione San Siro, e che si oppone a aut aut delle due società. Piuttosto un referendum popolare.
Visione condivisa dagli stessi abitanti che temono cantieri, maggiori fastidi per i lavori e maggiori blocchi di circolazione. Insomma la partita per la nascita del nuovo San Siro è ancora lunga.
San Siro: al via casting per i progetti degli architetti
Da quando Milan e Inter hanno depositato le 750 pagine agli uffici del Comune di Milano è partito il casting dei progetti architettonici. Gli studi contatti sono sei e ad agosto si decide.
Intanto iniziano a emergere i prima dati tecnici di uno stadio che potrebbe non soddisfare i tifosi. Infatti pare che i posti a disposizione potrebbero essere inferiori agli attuali 80.000. L’attestazione stimata è di 51.000 posti circa, di cui 12.000 assegnati ai vip. Questo vuol ire che per i tifosi veri e propri ne resterebbero 39.000, un numero inferiore agli attuali del Meazza.
Inoltre la struttura dell’impianto sarà semi-interrato e alto massimo 30 metri. Poi ovviamente ci sarà l’area urbano-commerciale interno che farà la differenza e da cui Milan e Inter pensano di guadagnare lauti incassi. Su questa dato pressano le due società il Comune di Milano. Attualmente San Siro costa 10 milioni e porta un incasso di 9. Il nuovo impianto diminuirà poi l’inquinamento acustico e dopo 90 anni il Comune ne tornerà proprietario.
Berlusconi: “Abbatterlo? Sono assolutamente contrario
Ma a favore dei tifosi nostalgici, delle proteste degli # si è schierato un vecchio cuore rossonero come Berlusconi. Proprio pochi giorni fa ha dichiarato: «Abbatterlo? Sono assolutamente contrario, non ha senso, è nel cuore di tutti i milanesi. Ne costruiscano un altro, ma lascino San Siro e lo tengano per altre funzioni». Ma come fare San Siro 2.0 senza quell’area di merchandising fondamentale? Basta la sola storia quasi secolare della struttura a giustificare le dichiarazioni del Silvio nazionale?
Il problema è che conservarlo costringerebbe Milan e Inter a una deviazione nell’area nuova (uffici, nuove case e centro commerciale), da cui le società pensano di produrre grandi guadagni.
Infatti subito Scaroni, attuale nuovo presidente del Milan, ha ribadito al vecchio Presidentissimo: «Ho sentito personalmente Berlusconi, mi ha confermato che ha parlato il Berlusconi romantico, che non può scordare i tanti successi che il suo Milan ha conquistato dentro San Siro». Insomma la questione San Siro fra pareri eccellenti, fasi di stanca e atteggiamento dubbioso del Comune ancora s’ha da farsi.
Gli architetti del mondo: non abbattete San Siro
La questione San Siro varca i confini nazionali. Sarà per la recentissima e piacevole notizia delle Olimpiadi a Milano-Cortina nel 2026 o sarà perché ci sono affinità con la situazione Arsenal. Anche lo stadio milanese si trova nella stessa situazione di quello londinese. Allora fu l’Highbury a venir sostituito dal nuovo Emirates Stadium. Oggi è il vecchio e storico Meazza a rischiare di chiudere. La scelta delle due società Milan e Inter è ormai irreversibile. Quindi che ci sarà un nuovo stadio è assodato.
Ma l’autorevole parere del Architet’s Journal non vuol far mancare la propria voce. Per i tecnici architetti lo stadio attuale non va assolutamente abbattuto. E se gli architetti inglesi hanno solo espresso un parere, quelli francesi dell’Architets Declare si sono messi all’opera per boicottare il bando.
Il punto focale dei pareri contrari è quello della ratio della demolizione. Sarebbe, infatti, una pazzia per costi e impatto ambientale. Quindi non conviene distruggere il celebre stadio, ma farne un riutilizzo idoneo. Non solo ci sarebbe una perdita patrimoniale consistente, ma anche come scelta di design. Edifici come questo infatti, vanno mantenuti per mostrare come possono essere riadattati e conservati.
Venerdì in arrivo il nuovo progetto
Sarà la giornata di venerdì quella della presentazione del nuovo progetto, dal nome americano Master Plan al I Comune di Milano. I due club, determinati come non mai, a voler costruire il nuovo impianto proseguono il loro sogno. I tecnici incaricati di pianificare un documento dove fossero messe in evidenza le volumetrie hanno terminato i lavori. A quel punto la palla passa al Comune, che avrà 90 giorni per convocare la Conferenza di Servizi. L’amministrazione, con cui l’intesa di massima è tutt’altro che vicina, dovrà decidere se il nuovo stadio è di pubblica utilità. Se tutto andrà per il verso giusto, a questo punto, entro un anno e mezzo partirà l’iter ufficiale. I due club vorrebbero aver lo stadio pronto per il 2024/25.
Cittadini e tifosi: idea referendum
Ma molti cittadini, tifosi dei club e appassionati di sport non sono così convinti di veder buttar giù lo storico Meazza. Per cui dal presidente del Municipio di Zona 7, Marco Bestetti, l’idea di proporre un referendum per consentire una votazione popolare. Così si è espresso su Repubblica a proposito di quest’ultima possibilità: “Presenteremo al collegio dei garanti una proposta di quesito referendario, raccoglieremo le 15 mila firme necessarie, e chiederemo ai cittadini di esprimersi sul futuro dell’ impianto storico. La mia convinzione è che vada ristrutturato il vecchio stadio, senza costruirne uno nuovo. E in ogni caso penso che debbano essere i milanesi a decidere“.
La preoccupazione degli abitanti di Zona 7 è nella maggior cementificazione presente nel nuovo progetto e soprattutto degli ingorghi e delle deviazioni a causa dei lavori di costruzione del nuovo edificio sportivo. Resta assodata una cosa: qualora tutto andasse per il verso giusto, la volontà ferrea del sindaco Sala è quella di non abbattere il Meazza prima del 2026. La cerimonia di apertura delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 sarà nel capoluogo lombardo e in particolare nella casa di Milan e Inter.
San Siro, quello nuovo si farà
Milan e Inter non hanno dubbi. Lo stadio che verrà costruito accanto a quello storico si farà. Anche oggi, a Losanna, il presidente del Milan Scaroni ha dichiarato: “Tutto procede. Faremo insieme un nuovo San Siro accanto al vecchio nella stessa area della concessione. Il vecchio verrà buttato giù e al suo posto ci saranno nuove costruzioni“. La volontà ferrea dei due club meneghini è evidente. Infatti, continua, il numero uno dei rossoneri: “È una procedura complicatissima. Sarebbe bello che la cerimonia delle Olimpiadi si facesse nel nuovo San Siro, ma non ne siamo certi“. La conferma da poco dell’assegnazione al capoluogo lombardo insieme a Cortina dei Giochi Olimpici consente di pensare a una Milano super modernizzata per quella data.
Sala frena: lo stadio è del Comune e ci vorrà tempo
Ma il sindaco Sala, proprio da Losanna, dove sta festeggiando con la delegazione italiana per il risultato ottenuto, frena gli entusiasmi dei grandi progetti di Milan e Inter. Il primo cittadino afferma infatti che lo stadio si farà, ma con tempi più lunghi. Per prima cosa perché è stato garantito nel dossier che San Siro sarà lo stadio di presentazione della cerimonia. E poi perché appartiene al Comune di Milano e che l’approvazione, se ci sarà, sarà dovuta alla possibilità di modernizzazione il quartiere e di aggiungere anche la parte commerciale.
E mentre prosegue il braccio di ferro fra le idee del comune di Milano e le due squadre milanesi, spunta un progetto architettonico di demolizione per solidarietà.
L’idea di Castelletti: demolire lo stadio per fare solidarietà
L’architetto Diego Fabio Castelletti ha inviato una proposta alle due società di calcio milanesi, al comune di Milano e al sindaco Sala. L’idea sarebbe quella di utilizzare una piccola percentuale degli incassi del nuovo stadio che verrà creato (una cifra stabilita intorno ai 100mila euro) per la costruzione di tanti piccoli orfanotrofi in giro per il mondo.
Accanto a queste piccole costruzioni solidali ci sarebbero poi dei campi di calcetto creati appositamente per far divertire e giocare i bambini. Milan e Inter inoltre potrebbero donare anche le loro maglie a questi poveri ragazzi per dari vita a tanti “piccoli stadi San Siro” in giro per il mondo.
Il caro e vecchio stadio verrebbe demolito per poter vita a un’azione di solidarietà importante e preziosa.
E lo stesso Castelletti in una recentissima dichiarazione ipotizza una clausola solidale imposta ai due club meneghini in cambio del consenso a buttar giù lo stadio Meazza di Milano.
Un progetto generoso e magnanimo. Due valori a cui mai sono venute meno Milan e Inter. E così forse anche i tifosi potrebbero accettare la demolizione del glorioso impianto.
I tifosi non ci stanno: San Siro non si tocca !
Una petizione per San Siro: il web risponde al progetto di Milan e Inter per un nuovo stadio. Oltre alla petizione online, nasce il profilo Instagram Savesansiro. Una parte politica promuove il comitato “No alla demolizione”. La situazione è in movimento: l’ad del Milan, Paolo Scaroni, ha detto venerdì “se lo stadio non si può cambiare ce ne andremo” parlando a un evento de Il Foglio.
Ieri sera Leonardo – direttore area tecnica rossonera – ha ribadito a DAZN: “Ai club come il Milan servono strutture all’avanguardia, come altre in Europa: è normale pensarci”. “Sarebbe un delitto abbatterlo” ha dichiarato invece Marco Tronchetti Provera. Ma tenere in vita il Meazza così com’è sarà molto difficile: vediamo perché.
San Siro demolito: i perché
Luci a San Siro… chi non conosce l’emozionante canzone di Roberto Vecchioni? Eppure le luci a San Siro potrebbero spegnersi per davvero. Non del tutto, ma per buona parte della stagione sì. Milan e Inter hanno deciso di fare il grande passo per tornare ad alti livelli.
Il progetto di uno stadio nuovo e ammodernato, che dovrebbe includere circa 60.000 spettatori e sorgere nell’area parcheggio di fronte al Meazza. Ormai, nel calcio odierno, fatto di alti fatturati, ricavi e merchandising, senza uno stadio di proprietà è difficile stare al passo con i big del calcio internazionale. Il modello Juve insegna.
Su questo tutti i tifosi e appassionati di calcio sono d’accordo. Ma dal web, dal mondo del giornalismo e opinionismo sportivo si alza un coro unanime: non abbattete San Siro. Uno stadio troppo ricco di partite memorabili, grandi imprese e storici scontri. Una costruzione che non deve morire.
La petizione #SaveSanSiro
Così, mentre Milan e Inter sembrano aver trovato l’intesa per presentare al comune di Milano un piano per il nuovo stadio, anche gli acerrimi tifosi si sono uniti per salvarlo. Da pochi giorni in rete ha preso vita la petizione #SaveSanSiro da presentare al sindaco Sala. Fino a oggi il numero attuale dei partecipanti è 2610.
SaveSanSiro su Instagram
La protesta è anche su Instagram. Nella bio è presente il link per votare a favore del mantenimento dello stadio: “Non abbattiamo San Siro. Trasformandolo in un museo, non uccidiamo 94 anni di storia dello sport“.
Il comitato no alla demolizione di San Siro
E la politica, quella dell’attuale opposizione, si è mossa a favore dell’idea. I consiglieri comunali del centrodestra, in collaborazione con il presidente del municipio 7 Marco Bestetti, hanno creato il comitato “No alla demolizione di San Siro”.
Sala: la cosa migliore per me è ristrutturare. Non sono io a voler il nuovo stadio
In questo confronto inedito fra Milan e Inter e i tifosi di calcio, la posizione del sindaco Sala non è per nulla semplice. Da una parte il primo cittadino ha più volte dichiarato che preferirebbe un restyling dell’attuale stadio. Dall’altra appoggerebbe un nuovo progetto, ma a una condizione fondamentale: il Comune lo avrà in comproprietà, con una concessione a lunghissimo termine.
Oltre al dubbio se convincere i due club a effettuare una ristrutturazione, anziché una nuova costruzione, il sindaco è alle prese con gli attacchi social dei tifosi. Infatti milanisti e interisti sono convinti che sia il primo cittadino a optare per il nuovo stadio. Invece, come annunciato su Facebook dallo stesso sindaco è la confusione mediatica che ha portato a questa situazione. In realtà lui preferirebbe una moderna ristrutturazione.
Nuovo stadio San Siro: Milan e Inter a breve il piano
Sempre il sindaco ha proseguito in un suo post: “Inter e Milan adesso stanno facendo una valutazione dal punto di vista economico-finanziario: fare un nuovo stadio costerà circa 5-600 milioni e credo che stiano valutando anche il valore della ristrutturazione. C’è solo un vincolo che io gli pongo: non possiamo perderci. Per cui io francamente non so dire a che soluzione arriveranno, ma li sto invitando a presentare una proposta“.
Le due società meneghine, dai rispettivi portavoce di Elliott e della società nerazzurra, hanno fatto sapere che entro aprile arriverà il progetto per aprile il tavolo delle trattative con il Comune. E per la fine dello stesso mese l’annuncio dell’accordo e l’avvio del progetto.
Per quando potrebbe esser pronto il nuovo stadio?
La nuova casa calcistica di Milan e Inter, secondo una stima di Elliott, potrebbe esser pronta per il 2022/2023 o al più 2024. Come anticipato accoglierebbe 60.000 spettatori e costerebbe un totale di 600 milioni, da dividere in parti uguali. Il no alla ristrutturazione dello stadio attuale deriverebbe da un pari costo, a discapito, però, di una tempistica di realizzazione doppia: dagli attuali 30 previsti ai possibili 60 mesi.
Che ne sarà di San Siro?
A questo punto, se le società Inter, Milan e il comune dovessero trovar l’accordo, cosa accadrebbe al vecchio stadio? San Siro potrebbe restare un museo storico, monumento nazionale di Milano e dell’Italia, trasformandosi da stadio delle domeniche di calcio a unico palcoscenico della Nazionale e dei grandi concerti.
Altrimenti potrebbe venire abbattuto, questione che andrebbe sia contro la manifesta volontà popolare e il parere dello stesso comitato olimpico CIO (Comitato Olimpico Internazionale). Pare che ci sia stata una telefonata da parte di quest’ultimo per aver garanzie sul Meazza per l’inaugurazione delle Olimpiadi Invernali Milano – Cortina nel 2026 (la cui assegnazione sarà decisa – la rivale è la capitale svedese Stoccolma – tra poche settimane). Sala su questo ha garantito che ci sarà o lo stesso stadio o uno spazio adeguato.
Non si sa se alla fine prevarrà il romanticismo nostalgico dei tifosi rossoneriazzurri o l’esigenza sentita come necessaria di creare una nuova scala del calcio che porti ricavi e guadagni per tutti. Gli stessi tifosi di entrambe le squadre sono divisi: malinconici contro moderni.
Certo, una cosa, è doverosa dirla: San Siro rappresenta davvero un patrimonio storico innegabile. Identifica la tradizione vincente di due grandissimi club internazionali. Prima di abbatterlo, converrà rifletterci ancora per un po’.