Sant’Ambrogio, il Patrono di Milano che si festeggia ogni anno i primi giorni di dicembre, fece costruire quattro chiese per poter ospitare il numero sempre maggiore di cristiani a Milano. Una di queste, la seconda in ordine di tempo, fu quella che oggi conosciamo come la Basilica di San Nazaro in Brolo, situata nel centro di Milano, nell’omonima piazza.
Basilica di San Nazaro in Brolo storia e architettura
Sant’Ambrogio costruì quindi quattro basiliche dedicate rispettivamente alle vergini, ovvero quella che oggi è la Basilica di San Simpliciano, ai profeti, oggi San Dionigi, ai martiri, Sant’Ambrogio nella quale sono ospitate le sue spoglie, e San Nazaro.
Fu edificata come Basilica degli Apostoli nel 382, per poi acquisire il nome che oggi conosciamo, in seguito al ritrovamento da parte dello stesso Sant’Ambrogio delle spoglie di Nazaro e Celso, collocate successivamente sotto l’altare maggiore.
All’epoca della costruzione la chiesa fu realizzata con una pianta a croce latina, la prima in Occidente, realizzata in memoria del trionfo di Cristo sulla morte e, allo stesso tempo, del trionfo del cattolicesimo sul paganesimo. Venne successivamente distrutta, dapprima dai barbari e poi dall’incendio del 1075 che devastò parte del centro storico di Milano. Con l’arrivo di Carlo Borromeo assunse la struttura che in gran parte possiamo ammirare oggi, mentre altre parti vennero modificate nel corso del tempo. Enrico Villa fu per ultimo l’architetto che la risistemò sulla base delle antiche murature ritrovate durante i lavori.
L’esterno e l’interno della Basilica di San Nazaro in Brolo
All’esterno la Basilica si presenta imponente sulla piazza omonima. L’ingresso avviene attraverso la Cappella Trivulzio, l’unica opera documentata del Bramantino, che fu pensata come un mausoleo per il condottiero Gian Giacomo Trivulzio e realizzata con uno stile austero e sobrio. Sulla cima dell’ingresso si trova inoltre una raffigurazione dello stemma Trivulzio, affiancato da due putti che sorreggono, a loro volta, due stemmi: dei Colleoni sulla sinistra e dei Gonzaga sulla destra, in onore delle mogli.
Gli interni, giocano sui colori bianco grigio e rosso dei decori e sono presenti anche numerosi quadri di artisti di rilievo come Bernardino Luini, Camillo Procaccini, Daniele Crespi e molti altri.