C’è chi lo chiama già MiBook e chi ne parla twittando l’hashtag #SaloneDelLibro versione meneghina. Di certo però c’è questo: Milano avrà il suo Salone del libro. Il debutto è atteso per la primavera 2017, nella prima metà di maggio molto probabilmente, proprio nel periodo tradizionalmente legato alla rassegna del Lingotto.
La notizia era nel cassetto da tempo e a rilanciarla in grande ci ha pensato Corrado Peraboni, l’amministratore delegato di Fiera Milano, in un’intervista al Corriere della Sera del 22 luglio. Perché in ballo c’è una collaborazione, anche azionaria, tra l’ente fieristico e l’Aie, l’associazione italiana editori. Loro, riuniti in Consiglio il 27 luglio, hanno deciso di sostenere l’idea (e al contempo l’Associazione potrebbe uscire dalla Fondazione per il libro, la musica e la cultura cui fa capo il Salone del Libro di Torino). E dunque arriva l’ufficialità.
Che evento aspettarsi? Innanzitutto, la sede: sarà quasi sicuramente Rho-Fiera, ma Fuorisalone docet e quindi sarà difficile immaginarlo senza appuntamenti in giro per la città. Il modello è il Miart, si fa appello all’interesse del Comune e si parla – naturalmente – del coinvolgimento delle librerie indipendenti di Milano. Dovrebbe dare spazio ai piccoli editori, ai librai, ai bibliotecari e a tutta la filiera del libro. Ancora mistero sul nome, che verrà annunciato a settembre con la presentazione ufficiale dell’evento. Anche se è lo stesso Peraboni a lanciare alcuni indizi: “Sarà un nome italiano con dentro libro e Milano”. Però viaggerà, e andrà verso Sud. Sarà una fiera itinerante: prima tappa, probabilmente, Bari.
Asciutte e molto istituzionali le frasi con cui gli editori italiani hanno espresso il loro sì al progetto milanese. Ma per chi ha seguito la sfida a distanza tra Torino e Milano queste frasi parlano chiaro: “Il Consiglio generale dell’Associazione Italiana Editori ha dato mandato al presidente di procedere alla realizzazione di una joint venture con Fiera Milano per l’implementazione del “Progetto Promozione del Libro”. La nuova società si occuperà di sviluppare attività di promozione del libro a livello nazionale, anche mediante l’organizzazione di eventi fieristici in tutto il territorio nazionale, valorizzando l’intera produzione editoriale”. E poi: “L’Aie si augura di poter continuare con le istituzioni piemontesi e la Fondazione per il libro, la musica e la cultura una collaborazione tesa all’individuazione e alla realizzazione di eventi per lo sviluppo della lettura”.
Quindi: due eventi l’anno prossimo a neanche 200 chilometri di distanza, sotto la Mole e all’ombra della Madonnina, uno in procinto di trentennale, tra malcontenti e inchieste giudiziarie ma anche grande tradizione e popolarità, l’altro fresco di progetto ma pur sempre in arrivo in un calendario già fittissimo di eventi letterari meneghini. Appuntamento a maggio per il responso.
Intanto, un primo, forte effetto la decisione l’ha avuto: dieci case editrici hanno deciso di lasciare l’Aie “a seguito della cattiva gestione dell’affaire Salone del Libro” e perchè non si sentirebbero più rappresentate dall’associazione, recita la lettera inviata all’Aie e al suo presidente Federico Motta. Gli editori che hanno deciso di manifestare così la loro contrarietà a una decisione fondamentale presa “senza una seria, reale e approfondita consultazione di tutti i soci” sono add editore, Edizioni e/o, Iperborea, LiberAria Editrice, Lindau, Minimum Fax, Nottetempo, Nutrimenti, Sur, 66and2nd.