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Luci colorate e borghi bianchi. Addobbi natalizi che per l’occasione adornano anche gli ulivi. E poi tradizioni che mescolano religione e folclore e si ripetono ogni anno, insieme a iniziative fresche per far rivivere i centri storici. Trascorrere le feste di Natale in Puglia è anche questo: un mix di sensazioni, in bilico tra la tradizione e una natura che d’inverno non si addormenta, ma sembra esplodere di nuovo, regalando colori e profumi che invitano a una passeggiata in campagna anche in pieno dicembre. Per poi rifugiarsi, quando cala il sole e l’umidità comincia a farsi sentire con prepotenza, a visitare botteghe e chiese, presepi e mostre. Come in questo itinerario tra Alto Salento e Valle d’Itria che abbiamo percorso e che vi raccontiamo, con le nostre parole e con le nostre immagini.
Cultura e gastronomia a Ceglie Messapica
Ulivi, trulli e masserie. Una terrazza sulla Valle d’Itria. E poi, nel cuore del suo centro storico, piccoli gioielli. Ceglie Messapica, cittadina dalla lunga tradizione gastronomica in provincia di Brindisi, ha anche nuove storie di cultura da raccontare e visitarla nel periodo natalizio può essere un’occasione per conoscerle. Storie nuove in realtà dalla storia antica.
L’Amministrazione comunale ha voluto mettere in rete le ricchezze della città, creando un sistema, il Sistema Gusto d’Arte, che congiunge con un immaginario filo rosso la pinacoteca comunale, con il Museo Archeologico e di Arte Contemporanea, la Med Cooking School, ovvero l’unica sede distaccata in Italia di Alma, la scuola d’alta cucina creata da Gualtiero Marchesi, ma anche gli Orti Urbani, le Grotte di Montevicoli e la biblioteca comunale. Quest’ultima è dedicata a Pietro Gatti, poeta dialettale cegliese, e al momento ospita una mostra di libri antichi scovati nelle case dei privati cittadini. Mentre visitando la pinacoteca – si trovano entrambe nel Castello ducale – si scoprirà che la città ha dato i natali anche a un pittore futurista, Emilio Notte. E gli amanti dell’arte che passeranno da qui durante le vacanze invernali hanno anche un altro indirizzo da segnare: il piccolo Museo di Arte contemporanea, che fino al 28 febbraio ospiterà una raccolta di opere del Museo mediterraneo dell’Arte presente di Brindisi.
Ma non potete lasciare Ceglie senza gustare una sua specialità: il tipico biscotto di pasta di mandorla, cotto tradizionalmente nel forno a pietra e ripieno di marmellata all’amarena. Lo troverete molto facilmente anche dai panettieri. Così come arrivando in città nel periodo natalizio farete la conoscenza con una delle regine della tavola salentina delle feste: la pettola, o pittula, se scenderete ancora più giù lungo il Tacco d’Italia. Tipico simbolo della semplice cucina casalinga, è fatta di farina, acqua e lievito, e fritta rigorosamente in olio d’oliva. La troverete sia in versione salata che dolce, passata nel mosto cotto o nel miele.
E vi capiterà di gustarne anche in uno dei tantissimi presepi viventi che animano i borghi e le campagne salentine durante le feste. Come quello di Villa Castelli, cittadina a una quindicina di chilometri da Ceglie. La sua particolarità? Il presepe viene ricreato nella gravina, rigogliosa di verde grazie al parco mediterraneo che le sorge intorno, e culmina nell’antro di un tipico frantoio ipogeo. D’altronde, qui siamo in terra d’olio: sono dodici i frantoi in attività, in una paese di appena 10mila abitanti. Tanto che è stato appena creato anche un marchio di qualità per raccoglierli, Terra del Duca.
A Castellana la magia delle Grotte e l’arte nei vicoli
La voragine che tra la vegetazione si apre sulla prima cavità era rimasta inesplorata fino al 1938: troppo grande il timore della popolazione che lì ci fossero davvero le porte dell’inferno. Poi, Franco Anelli e Vito Matarrese rivelarono al mondo la meraviglia delle Grotte e oggi Castellana si prepara a festeggiare anche lì il suo Natale. Natale nelle Grotte si chiama infatti il cartellone di eventi in corso fino al 12 gennaio: concerti, spettacoli, installazioni ed eventi religiosi, nella suggestione di stalattiti e stalagmiti dai riflessi cangianti e dall’atmosfera ancestrale. Dalla celebrazione della messa nella Caverna delle Cave al concerto dei Dire Straits Legacy, dalla musica tradizionale a Capodanno alla visita in notturna.
Lasciatevi affascinare dalla suggestione delle grotte, ma poi fate rotta anche sul centro storico: vi aspettano vicoli, chiese e piazze che per l’occasione delle feste si sono rivestire di luci. Ma non solo: grazie anche all’impegno dell’associazione culturale 1171 l’origine il borgo antico ha riaperto i suoi “iusi“, ovvero i locali di antiche botteghe che oggi ospitano mostre, artigianato locale, presepi artistici. E un programma di eventi tra ulivi addobbati a festa.Obiettivo: trasformare il centro storico in un evento natalizio aperto per un mese intero. Potete consultare il programma sulla pagina Facebook.
I presepi di ceramica a Grottaglie
Cinquanta botteghe e laboratori che si snodano lungo i saliscendi del quartiere storico: è la ceramica, è Grottaglie, la cittadina in provincia di Taranto nata dalle gravine, spettacoli della natura che si possono ancora visitare grazie all’impegno dei ragazzi della Pro Loco locale, insediamenti ancestrali che si aprono tra gli ulivi e i profumi della campagna mediterranea fatta di finocchietto e salvia selvatici, fiori invernali e rosmarino.
Ma è soprattutto il suo centro storico che si anima nel mese di dicembre: qui infatti, per la precisione nel famoso quartiere della ceramica, ogni anno va in scena la Mostra del presepe, una tradizione che va avanti da quasi quarant’anni. Le botteghe si aprono per ospitare, oltre alle creazioni degli artisti locali, quelle di altri esperti del torchio dal resto d’Italia. Protagonista la Natività, nelle sue versioni più classiche ma anche in rivisitazioni piene d’inventiva. C’è tempo fino all’8 gennaio: basta arrivare nel quartiere e richiedere la mappa con tutte le indicazioni dei laboratori coinvolti. E tra un presepe e l’altro non dimenticate di ammirare anche le creazioni della tradizione di Grottaglie, come i pumi, che raffigurano dei boccioli colorati e si dice scaccino il malocchio e augurino buona sorte.