Il regista due volte premio Oscar Ron Howard (A beautiful mind, Frost/Nixon) gioca di nuovo il suo asso nella manica: è Peter Morgan, lo sceneggiatore candidato agli Academy Awards per The Queen, che aveva già collaborato con lui a Frost/Nixon – Il duello (2008).
Il risultato vincente è Rush, nelle sale da giovedì 19 settembre, film che racconta in 123’ una pagina importante della storia dello sport, una rivalità dal sapore epico e due modi opposti e complementari di intendere la vita.
Ѐ il 1976 e la sfida per il campionato mondiale di Formula Uno si gioca fra due straordinari campioni: l’austriaco Niki Lauda (interpretato da Daniel Brühl, il Frederick Zoller di Bastardi senza gloria) per la Ferrari e l’inglese James Hunt (Chris Hemsworth che ha vestito i panni di Thor) a bordo delle McLaren. Il primo, tenace e razionale, è un uomo apparentemente freddo che rompe i rapporti con la propria ricca famiglia di industriali pur di seguire il sogno di diventare un pilota; il secondo, affascinante playboy, gioca con la morte in modo spregiudicato in un periodo in cui ogni anno due piloti perdevano la vita sulle piste: due uomini diversissimi e leggendari, contemporaneamente incredibilmente coraggiosi e fragilissimi.
Sebbene Howard ci porti fin nell’abitacolo delle monoposto, fra il sudore e pioggia battente, regalandoci l’emozione mozzafiato della velocità e dell’agonismo, Rush non è un film sulle corse. O per lo meno non solo: se lo sport è una metafora della vita non potrete fare a meno di chiedervi a chi dei due protagonisti assomigliate, di ripensare al vostro modo di affrontare le sfide, di chiedervi cosa significa davvero per voi vincere.
Il livello recitativo è davvero alto: non solo gli attori vantano una grande somiglianza con Lauda e Hunt, ma li interpretano in modo estremamente convincente; particolarmente felice la scelta di Oliva Wilde e Alexandra Maria Lara che interpretano rispettivamente la modella Suzy Miller (moglie di Hunt) e Marlene Knaus (moglie di Lauda), mentre il nostro Pierfrancesco Favino nei panni del baffuto Clay Regazzoni è nuovamente diretto da Howard dopo Angeli e Demoni.
La regia classica di Howard evita al film di debordare, ma pecca di troppo didascalismo; se le inquadrature sono molto moderne, la fotografia retrò dai colori insaturi regala a Rush una patina vintage irresistibilmente Seventies.
Il nostro voto: 8+
Una frase: “Non metterti con uomini che per trovare la normalità cercano di uccidersi correndo in macchina.” (Hunt)
Per chi: ama le grandi sfide