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Ristoranti e bar a Milano: le nuove aperture di marzo 2024

Beatrice Curti 10 mesi fa
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Milano, si sa, è una città frenetica. Basta distrarsi un attimo e subito cambiano negozi, locali e ovviamente ristoranti. Gli appassionati di gastronomia devono tenere il passo con le tantissime nuove aperture che si affastellano ogni mese in città, con proposte che vanno dalla cucina tradizionale milanese all’asiatico fino a nuove aperture fine dining, bar e pasticcerie. Scopriamo gli indirizzi da segnalare nel mese di marzo!

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Cactus Joe

Dai “papà” di Norah was drunk, il primo absinthe bar d’Italia, Niccolò Caramiello e Stefano Rollo, nasce Cactus Joe, specializzato in distillati d’agave. Sulle pareti del piccolo e intimo locale affacciato sul Naviglio Grande fanno bella mostra di sé quasi 100 etichette di tequila, mezcal, raicilla, sotol, bacanora e distillati di altissimo profilo. La drink list è composta da 5 grandi classici rivisitati e 14 cocktail moderni, suddivisi per gusto (amaro, sour, dolce, spicy e umami) e gradazione alcolica.

Photo credids: Glauco Canalis

I drink spingono sull’acceleratore, con accostamenti che all’occhio possono apparire azzardati, ma che al palato ripagano il coraggio dell’ordinazione (uno su tutti? Il Santa Sangre, con vodka, rafano, miso, passata di pomodoro, mix di pepi, mix piccante, Worcestershire sauce, limone e sale di umeboshi). Ad accompagnarli una proposta food veloce, con un mix aperitivo di nachos e guacamole fatta in casa e ottimi tacos gourmet con proposte di carne, pesce e vegan. Il tutto in un ambiente caldo creato con materiali di recupero e con un’ottima selezione musicale, cosa rara di questi tempi.

  • Dove: Alzaia Naviglio Grande 62, Milano
  • Quanto:
  • Come: 375 878 6035

The Longevity Kitchen Bar, Bistrot & Fine Dining

Conoscete le Blue Zone? Sono quelle aree del mondo in cui si concentrano più centenari e persone in buona salute. Sono in tutto cinque luoghi del mondo: Loma Linda, in California, Nicoya in Costarica, Ikaria in Grecia, Okinawa in Giappone e la nostra Sardegna.

Dai sapori, dalle ricette e dai prodotti di questi luoghi nasce l’idea di The Longevity KitchenBar,Bistrot & Fine Dining, struttura del gruppo Longevity S.p.A, che ha appena aperto in via Melzi d’Eril 34 a Milano.

Il menu, curato con attenzione dallo chef Filippo Gozzoli, è una celebrazione di ingredienti freschi e nutrienti provenienti da fonti sostenibili. Ogni piatto racchiude le atmosfere delle Blue Zone e si propone di offrire agli ospiti un viaggio culinario unico, che unisce il gusto autentico delle tradizioni alimentari più salutari con un approccio contemporaneo e consapevole.

Non manca un’attenta selezione e ricerca delle materie prime: nascono così i prodotti da forno contenenti una fibra brevettata, costituita da arabinoxilani e betaglucani, che riduce i livelli di glucosio nel sangue dopo aver assunto carboidrati; il cioccolato a base di cacao Criollo proveniente dal Costarica, unico per il suo contenuto in polifenoli; i cioccolatini ripieni di miele di Ikaria ,conosciuto come il “nettare degli Dei”, è il miele più pregiato al mondo, famoso per le sue proprietà benefiche e realizzato attraverso una speciale lavorazione che non prevede cottura; o ancora, la birra Longevity, a basso contenuto di carboidrati, nata dalla combinazione tra il luppolo Simcoe della California, il mirtillo della Sardegna e il sale marino della Grecia.

Domò Sushi

In via San Marco a Milano, a metà strada tra Brera e Moscova, ha aperto un nuovo indirizzo di cucina giapponese con un progetto molto ambizioso, che a poche settimane dell’apertura si respira già negli ambienti eleganti, firmati da Naos Design.

Domò arriva a Milano dopo il successo dell’esperienza romana, sempre guidata dall’imprenditore Massimo Sun e Flaminia Ceccarini. In cucina, a capo di un’enorme brigata di 80 elementi, lo chef Antonio Dai. Tutti giovani, tutti con idee precise sulla ristorazione, pensata come un’esperienza informale ma elegante, con piatti cardine della tradizione giapponese e asiatica che puntano ai palati italiani e internazionali. E quale luogo migliore di Milano, città simbolo della sperimentazione cool, per presentare un’esperienza gastronomica senza confini geografici o di menù?

Di menù, esatto. Perché la vera innovazione di Domò sta nel superare il menù degustazione o alla carta, proponendo l’ordinazione in “blocchi” di 10 piattini, da condividere come nella tradizione asiatica. In questo modo l’intero tavolo ha la possibilità di godere delle proposte dello chef: gyoza, nigiri scottati direttamente al tavolo col cannello, roll con burrata e gamberi di Mazara e tataki con puntarelle e capperi. Un vero viaggio culinario tra materie prime italiane e trazione giapponese.

  • Dove: Via San Marco 40, Milano
  • Quanto: €€€
  • Come: 02 7001 6274, www.domosushi.it

Locanda Sempione

Si sente ancora il profumo di mobilio nuovo e muri pitturati di fresco alla Locanda Sempione, al numero 38 dell’omonimo corso. Un ambiente curato e informale, nel senso più riposante del termine: niente luci basse e maniere da rituale religioso qui, ma un’accoglienza preparata e serena, vicini alle cantine a vista sui due piani del locale, colme di oltre 200 etichette italiane e internazionali.

Cucina milanese, piemontese e pugliese si uniscono in un menù goloso e intrigante, dove la cucina più tradizionale gioca con sapori nuovi e contaminazioni che esaltano il gusto, senza snaturare le ricette originali. Via allora a mondeghili, vellutate di piselli con uovo a 62°, risotti allo zafferano con jus di vitello, ravioli di zucca con salsiccia di Bra e bitto (fatevi del bene e ordinateli), guance al Barolo e bombette con cipolla caramellata e patate.

Tutto ciò fino al dolce, la vera “bomba”: un bignè preparato direttamente al tavolo, servito con crema dello chef, guarnizioni a scelta dei commensali e goduriosa colata finale di cioccolata calda. Se sopravvivete a questo peccato di gola, Locanda Sempione vi rimarrà nel cuore. E nelle arterie.

  • Dove: Corso Sempione 38, Milano
  • Quanto: €€€
  • Come: 02 0994 6065

Via Stampa

Nato dall’idea di Marco Guzzetti, “Via Stampa”, situato nell’omonima via, nel cuore del quartiere meneghino del Carrobbio, rappresenta appieno una rinnovata idea di convivio: un bistrot che si posiziona nell’esatto punto di incontro tra classico e contemporaneo.

Un luogo semplice ma curato nei minimi dettagli, dal menu e la carta vini, alla location: qui gli ospiti possono trovare un’idea di cucina concreta dai sapori decisi, materie prime di altissima qualità e massima attenzione alla sostenibilità. Il tutto, accompagnato da una ricercata selezione di vini artigianali, l’anima del bistrot.

Questa mission si legge perfettamente tra i piatti del menù: una proposta legata alla terra, alla micro-stagionalità, alle tradizioni del territorio lombardo e ai vini veri. Alcuni piatti, i grandi classici della cucina del Nord Italia, rimangono permanenti in carta, come gli intramontabili mondeghili, il risotto e la zuppa di stagione, mentre il resto del menu cambia ogni due mesi, secondo la stagionalità.

  • Dove: Via Stampa 8, Milano
  • Quanto: €€€
  • Come: 02 3055 4088 o tramite The Fork

Cerere – Cibo dalla Terra

In via Moscova 24 apre un ristorante che si esprime già dal nome: Cerere, come la dea della Terra, della primavera e delle nuove fioriture. Giorgia Codato e Mauro Salerno, coppia nella vita e nel lavoro vogliono trasmettere in questo nuovo progetto gastronomico le loro idee, le loro esperienze e la loro passione per la terra.

La cucina di Cerere ha come obiettivo quello di educare il palato attraverso la ricerca, il dialogo e la sperimentazione. Gli ingredienti seguono il principio “farm to fork” della filiera corta. Frutta e verdura provengono dall’orto della proprietà situato fuori Milano, pane, pasta, conserve e fermentati sono fatti in casa, e l’olio è quello degli ulivi cilentani del padre di Salerno. Il pesce è solo pescato all’amo e la carne proviene da allevamenti etici e sostenibili.

In cucina Roberto Cogni e Mario Garcia, rispettivamente executive chef e sous-chef, entrambi con alle spalle esperienze presso realtà stellate; sono loro, in accordo con i due proprietari a costruire di volta in volta il menù.

Dalla tagliatella ripiena di ragù di cortile, clorofilla di prezzemolo, jus e zafferano, al risotto mantecato in crema di scarola, burro acido, aioli e liquirizia, dalla tartare di asino, con pecorino, mandarino e carciofi fermentati, alla bavarese alla salvia con limone, meringa al pepe di Sichuan e bottarga, guarnita con buccia di limone candita – così si riducono anche gli sprechi. Un menù in continua evoluzione, dettato dall’umore, dall’ispirazione e, soprattutto, dalle stagioni.

La carta dei vini è curata dal ristorante attraverso contatti diretti con piccoli vigneron internazionali, si arricchisce regolarmente di tesori. Si va dal Bergström, Pinot Nero dell’Oregon, all’Ixsir del Libano, passando per la Slovacchia e per L’Istria e arrivando fino in Nuova Zelanda. Senza trascurare ovviamente Francia (Camargue, Loira e Borgogna) e Italia.

  • Dove: Via Moscova 24, Milano
  • Quanto: €€
  • Come: 353 441 9985 o tramite The Fork