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Milano in estate è un ambiente piuttosto ostile, nonostante quest’anno il caldo sia meno pressante e le attrattive serali sempre più interessanti. L’offerta gastronomica estiva non è da meno, con una proposta che va incontro al clima impietoso della metropoli.
Qualcuno si rifugia sulle terrazze e sui rooftop alla ricerca di aria fresca, mentre qualcun altro preferisce sale eleganti e aria condizionata. Tra nuove aperture e qualche nome più navigato che forse vi siete lasciati scappare, ecco 5 ristoranti dove riprendersi dopo una lunga giornata estiva a Milano.
Like Mike
Dopo Miami, l’imprenditore Lucio Giordano sbarca a Milano con un ristorante che sa di estati spensierate del tempo che fu. Il design allegro e colorato, la spigliatezza dei padroni di casa e soprattutto il ricchissimo menù di pesce e carne, ideato dallo chef Claudio Liparoti, ci trasportano su un lungomare immaginario, senza muoversi da Porta Venezia.
I piatti in carta raccontano i sapori del Sud Italia con freschezza, ma senza tradire la tradizione. Si va dalle polpette, proposte con pomodoro, basilico e Provolone del Monaco o golosissime con salsiccia e friarelli, alle linguine alle vongole impreziosite dal tarallo napoletano, fino all’agnello, a base di crema di peperone rosso e giallo, formaggio caprino, porro grigliato e olive disidratate.
Like Mike è un locale informale, ma per davvero. Ai suoi tavoli interni o nel dehor, ci si rilassa con una drink list fornitissima dall’aperitivo alla cena, tra proposte di mixology e una carta dei vini che spazia da Nord a Sud. Un locale ideale per le calde serate estive, quando Milano si svuota e si può restare a fare due chiacchere fuori orario con un bicchierino di Ratafià.
MIRO – Osteria del Cinema
Dentro il cinema Anteo, vera istituzione per gli amanti della settima arte a Milano, si trova un ristorante decisamente particolare: MIRO, Osteria del Cinema parla la lingua dei cinefili e dei gastronomi, con proposte inserite nella custodia di DVD e con titoli prestati dai film cult.
Il giovane chef romano-peruviano Vincenzo Artadi Carbajal dirige alla perfezione una cucina decisa, che spinge sui sapori e non ha paura di osare con gli abbinamenti. Il menù estivo prevede piatti come Chi ha incastrato Roger Rabbit (carote arrosto e tzatziki), Naked Blood (tempura di verdure con maionese al rafano), Benvenuti al Sud (pennoni alla genovese di ossobuco) e Jojo Rabbit (coniglio arrosto con salsa poivrade). Tra i dolci, Wonka (Profiterole cioccolato Uganda 66% e panna montata) e UP (tiramisù).
In occasione della bella stagione MIRO ha deciso di riproporre l’iniziativa speciale “Il cinema mette fame” in collaborazione con AriAnteo, la rassegna di cinema all’aperto che fino a settembre illumina le serate milanesi offrendo al pubblico una programmazione en plein air ricca e variegata, nell’ambientazione del Chiostro dell’Incoronata.
Da martedì a giovedì e la domenica, sarà possibile assistere a una proiezione e godersi una cena al ristorante (1 portata, acqua e coperto) con un unico biglietto al prezzo di 20 €.
Bacancito
Il primo ristorante che unisce Spagna e Argentina è a Milano, in via Crema, e da poco ha compiuto tre anni. All’interno del menù due stili e due culture vicine e allo stesso tempo lontanissime, creando un ponte che arriva fino al cuore di Porta Romana, con una proposta para compartir tipica della penisola iberica e una grande offerta di carni, vero simbolo dell’Argentina.
Per festeggiare i tre anni insieme Bacancíto lancia la Feria del Bacàn, una festa che durerà tutta l’estate, per far scoprire in anteprima i tre menù degustazione Bacancito. Il meglio della cucina del Bacancíto iberico-argentina e una proposta in accompagnamento di vini, cocktail e sangria in pairing.
Tipico del periodo estivo, il Il menù Verano, che inserisce una selezione di tapas dal mare, dal Sud America e dalla penisola iberica, sempre con un twist internazionale. Per chi vuole conoscere la storia del locale è invece da scegliere il menù Bacancito, mentre per chi vuole compartir è perfetto il menù Tapas, con proposte di carne, pesce e vegetali.
The Longevity Kitchen Bar, Bistrot & Fine Dining
Lo slogan di questo progetto potrebbe essere, parafrasando il titolo di uno splendido film del 1992 con Meryl Streep, “il cibo ti fa bella”. Nato dalla collaborazione di medici, nutrizionisti e chef esperti, questo bistrot inserisce nel proprio menù prodotti e ricette provenienti dalle cosiddette Blue Zone, aree del mondo in cui si concentra il più alto numero di centenari e persone in salute. Queste zone comprendono Sardegna, California, Costa Rica, Giappone e Grecia.
In un ambiente rilassato e rilassante, con un’atmosfera a metà tra un ristorante fine dining e una spa a cinque stelle, vengono serviti piatti che coniugano perfettamente gusto e salute: dai tacos con pollo, sriracha, feta, cavolo viola e lime, fino al merluzzo con moringa, melanzane e pinoli, passando per gustosi primi, tartare di pesce azzurro, proposte vegetali in abbondanza e gustosi dolci vegani.
Una proposta perfetta per una cena detox in vista dell’estate, periodo in cui si preferiscono piatti leggeri e sfiziosi, con note fresche e ricchi di acqua e omega 3. Al gusto del cibo si unisce poi quello della bellezza, con The Logevity Suite, il più evoluto network di Biohacking & Antiage City Clinic europeo, con una sede proprio dove si trova il bistrot, in via Melzi d’Eril, a pochi passi dall’Arco della Pace e Parco Sempione.
Soul
Non siamo proprio a Milano, ma nell’hinterland, più precisamente a Legnano. Qui Soul, capitanato dalla coppia composta da Fabio Mecchina ai fornelli e sua moglie Gloria Marchesoni in sala e alla scelta (talmente accurata da essere chirurgica) dei vini, regala un ambiente e un menù che portano dritti a un grande ristorante in riva al mare, per chi vuole assaporare l’estate tutto l’anno.
I sapori mediterranei si incontrano con accordi provenienti dall’Asia, come nel Polpo con cavolo, cipolla rossa, shiso e punzu o nella gustosissima Auguilla con rabarbaro, barbabietola e Teriyaki. A farci sentire a casa invece ci pensa il Risotto ricotta, ortica, salmerino e ibisco, un vero must della cucina di Mecchina, cresciuto professionalmente nelle cucine londinesi con nomi quali Rhodes 24, Fat Duck e gli stellati The Greenhouse e The Connaught di Hélène Darroze.
Orsetto d’Abruzzo
Dopo aver conquistato Bologna, l’Orsetto d’Abruzzo arriva anche a Milano, con un nuovo ristorante in via Valtellina 10. Salumi e formaggi di pecora e capra, pallotte cacio e ova, pizz’ e foje, aglio marinato, timballo abruzzese, tagliatelle al ragù di ovino e gli irrinunciabili arrosticini. Questi sono solo alcuni dei piatti tipici che si trovano nel meraviglioso menù di questo ristorante semplice, nel più bel senso del termine.
Qui tutto parla di estate a casa dei nonni o degli zii, persino l’arredamento, con vecchie guide tv ed elenchi telefonici a fare capolino dai tavolini. In bagno la lacca Splendor e sul comò i centrini di pizzo. I piatti sono sinceri, di una cucina casalinga “a km vero”, simbolo della filosofia di Domenico Ciotti, proprietario e ideatore di un ristorante, che diciamolo, serviva a Milano.