In occasione di Expo in Città e del centenario dalla nascita di Alberto Burri, viene riconsegnata alla città un’opera che Milano aveva perso per venticinque anni: il Teatro Continuo Burri.
L’opera apre nell’originaria collocazione prevista, in un’asse di congiunzione tra Castello Sforzesco e Arco della Pace, nel rispetto dell’idea creativa dell’artista di portare un palcoscenico teatrale, aperto a tutti, in uno spazio pubblico.
Il Teatro Continuo Burri torna a essere fin da subito sede di spettacoli teatrali e musicali con un programma curato dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi e dalla Civica Scuola Di Musica Claudio Abbado. Sono già previsti otto appuntamenti e a questi ne seguiranno molti altri.
Il Teatro Continuo Burri aprirà con un primo spettacolo previsto per sabato 23 maggio alle 18 che vedrà protagonista il Quartetto di corni de La Verdi impegnato a esibirsi con Teatrocontinuo (scusi, Maestro) e a seguire danzatori, diplomati e allievi, della Paolo Grassi, comporranno la coreografia Combustioni.
Progettato nel 1973, in occasione della XV Triennale, il Teatro Continuo Burri si presentava come una struttura palcoscenico ridotta all’essenziale, composta da una piattaforma sollevata da terra e da sei quinte laterali rotanti dipinte di bianco su una faccia, di nero sull’altra: una macchina scenica sempre predisposta per l’uso, libera sede, nel cuore di Milano, sia per attività e spettacoli artistici, sia per un utilizzo indipendente da parte di ognuno. Con quest’opera l’artista Alberto Burri esprimeva il proprio vivo interesse per il teatro, allargando la nozione di scena allo spazio urbano.
Fino al 1989 il Teatro Continuo Burri ha fatto parte di un insieme di particolare valore artistico e urbanistico comprendente i Bagni Misteriosi di Giorgio De Chirico e Accumulazione Musicale e Seduta di Arman, entrambi risalenti alla XV Triennale e tuttora presenti presso il Parco Sempione.
Ma in quell’anno l’opera, ormai degradata, veniva demolita. Il Comune di Milano e la Fondazione La Triennale hanno in seguito accolto la proposta di reintegro dell’opera, avanzata dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e da NCTM Studio Legale. Il recupero è avvenuto sulla base dei disegni originali dell’artista ed è stato esaminato e autorizzato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Provincia di Milano. La curatela scientifica del progetto è di Gabi Scardi.