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Da poco è stato nominato quartiere museo grazie ai suoi murales, e nessun posto, in effetti, sarebbe stato più azzeccato del quartiere Ortica di Milano, che di storia da raccontare ne ha molta. È la sua storia, fatta di una tradizione che fa rima con periferia, quella che a est della città si fa spazio in un triangolo tra i binari ferroviari. Ma è anche la storia di tutto quel che accade sotto la Madonnina, o appena più in là.
Ortica: il nome
Perché questo quartiere si chiama proprio Ortica? Sì, proprio per l’erba: i suoi campi e i suoi orti già nel Medioevo ne scandivano il paesaggio. E in effetti ancora oggi, ad avvicinarsi all’Ortica, sembra di entrare in un piccolo paese di provincia: non molte vie, intime e raccolte tra palazzi e case più basse, quelle tipiche di ringhiera, negozi dove entri e ti chiamano per nome, spazi ancora da recuperare e quel senso di tranquillità solo apparentemente in contrasto con il suo passato di “polo industriale”.
Per conoscere meglio il quartiere nei suoi aspetti più autentici abbiamo incontrato a uno dei suoi più emblematici rappresentanti, Fabio “Bedo” Bedostri, presidente de “Il circolo dell’Ortica” È con lui che faremo la nostra passeggiata nel quartiere, tra le vie, ma anche attraverso il tempo.
Quartiere Ortica: la storia
Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 l’Ortica viene attraversata dal primo troncone ferroviario: la mitica Milano-Treviglio. Da quel momento inizia per il quartiere un periodo che vedrà il suo culmine più di quarant’anni dopo. “È dopo la Seconda Guerra Mondiale – ci spiega Bedo – che l’Ortica, con gli impianti produttivi dell’Innocenti, diventa un vero polo industriale, pur restando in qualche modo isolato dal resto della città e anche per questo preservando le sue tradizioni e la sua storia.
Pensate che quando Barbarossa rase al suolo Milano, i cittadini vennero ad abitare proprio qui, tra Lambrate e l’Ortica”. Sono proprio le fabbriche, oltre alla ferrovia, che hanno fatto sì che i suoi abitanti fossero in gran parte esponenti del proletariato urbano connotando decisamente il suo essere “periferia”.
I personaggi dell’Ortica
Sono davvero tanti le personalità che sono passate dall’Ortica, trovando in questo quartiere una vera e propria musa ispiratrice. Chi ci abitava vicino, chi ci veniva apposta, tutti cercavano ispirazione, ma anche libertà.
Tra i più amati milanesi celebri dell’Ortica c’’è Enzo Jannacci, che non abitava in quartiere, ma ne era il medico di base e soprattutto, aveva colto il fervore culturale che si respirava tra le sue vie. Due i luoghi d’incontro degli artisti milanesi all’Ortica: Il Gatto Nero dove “si mangiava bene, e se ti mettevi a cantare nessuno ti cacciava via, anzi spesso rimaneva aperta a serrande abbassate fino al mattino successivo” ci precisa Bedo.
L’altro il Circolo Culturale Cesare Pavese, dove sono passati Dario Fo, Strelher, Parenti. “Ragionandoci sopra – continua – credo che i fattori che portavano gli artisti qui fossero due: da una parte il fatto che fosse esterna a Milano, che in qualche modo fosse un mondo a sé, con qualche controllo in meno, facesse respirare un sentore di libertà che è sempre utile a chi vuole creare qualcosa. Dall’altra parte il suo essere popolata da operai e ferrovieri permetteva agli artisti di vedere il mondo, quello vero, e soprattutto di sentirsi apprezzati. Se vai a recitare in un posto popolare le persone ti guardano già con meraviglia e sono pronte ad assaggiare ogni parola”.
L’Ortica e i suoi murales
Parlare di murales all’Ortica significa parlare di Or.Me – Ortica Memoria, un progetto di più di venti murales che raccontano la storia del quartiere. L’idea è nata da un collettivo artistico, gli Orticanoodles. “Due anni fa ci fecero una proposta di collaborazione – ricorda Bedo – anche con le scuole, perché una delle cose belle è che tutti i murales devo essere partecipati da persone comuni, da ragazzi o da membri di altre associazioni.
Abbiamo dipinto il cavalcavia Buccari, poi si è deciso di fare un murales sulla musica popolare e poi c’è sembrato interessante fare un murales sul tema della legalità con personaggi come Della Chiesa, Giorgio Ambrosoli, Walter Tobagi, e da quello ci si è resi conto che il progetto stava diventando qualcosa di più grande, che si poteva veramente trasformare il quartiere, renderlo più bello e allo stesso modo interessante. Si poteva costruire un quartiere intorno all’arte partecipata, e costruire murales che raccontassero la storia, un concetto forse medioevale (le famose bibbie dei poveri rappresentate dalle vetrate delle chiese e dagli affreschi) però sviluppato su temi attuali e con modalità moderne”.
Cosa fare all’Ortica
L’Ortica conosce in questi anni recentissimi una nuova spinta culturale che la vede protagonista di diverse iniziative interessanti.
Intanto la festa di quartiere, “Ortica in festa”, qualche giorno che tra settembre e ottobre movimenta il quartiere con tanti eventi, concerti, spettacoli teatrali, tornei sportivi e un ottimo pranzo in piazza. Nell’edizione 2017 di Ortica in Festa, alla presenza del sindaco di Milano Giuseppe Sala, è stato inaugurato Il murales della Legalità sullo stabile della Cooperativa Edificatrice Ortica e la mostra Una finestra sull’Ortica.
Simbolo del quartiere è la piccola chiesa dei SS. Faustino e Giovita, centro della vita dell’Ortica, dove un tempo si recavano gli abitanti delle cascine circostanti e che risale al 1200 circa.
All’Ortica c’è anche un Giardino condiviso che ha l’obiettivo di raccogliere nel tempo le iniziative delle associazioni pensate per coinvolgere gli abitanti e chiunque abbia voglia di parteciparvi.
4 motivi per visitare l’Ortica
Certo l’Ortica non è quello che si definisce un quartiere “turistico” per antonomasia. Ma ci sono diversi motivi per fare un giro per le sue vie.
- Per i murales: ne abbiamo già parlato. Il progetto Orme-Ortica Memoria sta ridisegnando il volto del quartiere. Vere opere d’arte, i murales offrono grandi ispirazioni per chi ama la storia di Milano o anche per fare qualche suggestivo scatto, con una buona reflex, ma anche con lo smartphone.
- Per respirare l’atmosfera di “una volta”: abbiamo appena detto come l’Ortica guardi al futuro, ma è decisamente un quartiere in cui chi non è di Milano può capirla un po’ di più e dove i milanesi ne apprezzeranno la familiarità.
- Per un buon piatto tipico: nel quartiere ci sono ancora diverse trattorie che offrono a pranzo e a cena piatti gustosi della tradizione gastronomica milanese. Tra i più celebri c’è la Balera dell’Ortica dove la cucina è casalinga e le serate sono danzanti . Ma basta fare un giro per il quartiere per scoprire quella che vi ispira di più.
- Per il Circolino: Il Circolo dell’Ortica, rinato da qualche mese, offre diverse iniziative e serate a tema tra cibo e letteratura, eventi legati ai murales, iniziative che vogliono avvicinare la città al quartiere.
Le vie dell’Ortica
Le vie principali del quartiere sono Via S. Faustino e via Ortica. Da una parte è delimitato dal Cavalcavia Buccari da cui si arriva da Via G.Antonio Amedeo che lo divide da Via cavriana e Via Corelli, dall’altra è adiacente al quartiere di Lambrate.
Come arrivare all’Ortica
Il quartiere dell’Ortica è raggiungibile con i mezzi di superficie linea 54 e 5.