Il 19 marzo di quest’anno Pino Daniele avrebbe compiuto 70 anni. Per onorare la personalità e la musica del cantautore napoletano una serie di iniziative saranno protagoniste in questo 2025, a dieci anni dalla scomparsa.
L’uscita di due pezzi, Again e (a sorpresa) Una parte di me, canzone dedicata all’ultimo figlio Francesco, hanno fatto da apripista alla serie di novità e omaggi riguardanti il cantautore e musicista scomparso il 4 gennaio 2015.
In campo cinematografico le due opere Nero a metà e Pino. Il primo, diretto da Marco Spagnoli, scritto insieme al produttore Stefano Senardi e uscito i primi giorni dell’anno, è un ritratto documentaristico sul Pino Daniele artista e uomo, una combinazione di testimonianze dirette (Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Enzo Avitabile, Teresa De Sio e non solo) e materiali di repertorio rari, che ha permesso di scoprire aspetti sconosciuti della sua vita e della sua musica.
Pino, invece, film diretto da Francesco Lettieri, sarà al cinema dal 31 marzo al 2 aprile. Il film è principalmente una lunga intervista video inedita in cui è lo stesso Pino a raccontare la sua vita, i suoi sogni e le sue battaglie. Ma non solo: il documentario si arricchisce di un tesoro di materiali mai visti prima, ben 50 ore di immagini che spaziano dai concerti ai momenti di backstage, dagli appunti personali agli strumenti musicali, fino ai luoghi simbolo della sua esistenza.
Il racconto è reso ancora più prezioso dalle testimonianze di amici, colleghi e icone della musica italiana e internazionale, come Vasco Rossi, Eric Clapton, Fiorella Mannoia e Pat Metheny, che contribuiscono a delineare un ritratto a tutto tondo di Pino Daniele. Un tocco di emozione in più è dato dalle parole del figlio Alessandro, che condivide i ricordi di un padre e di un artista che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica.
Spiritual, la mostra su Pino Daniele
Il primogenito del cantautore è l’artefice, insieme ad Alessandro Nicosia, della mostra Spiritual, in scena nella splendida cornice di Palazzo Reale nella sua Napoli. Dal 20 marzo al 6 luglio, infatti, l’esposizione diventa un viaggio nella storia di un artista che ha lasciato un’impronta indelebile, non solo nella musica, ma anche nella cultura italiana.

Pino Daniele viene presentato come un innovatore, capace di creare un suono unico fondendo la tradizione napoletana con blues e jazz, diventando un fenomeno culturale che ha contribuito a definire l’identità nazionale. La mostra si concentra sull’anima blues di Daniele, esplorando infatti le radici africane della sua musica e la sua capacità di improvvisazione, elementi chiave del suo stile.
L’esposizione offre un viaggio attraverso la vita e la carriera di Daniele, utilizzando materiali originali, molti dei quali mai esposti prima, provenienti dalla Fondazione Pino Daniele. Si potranno ammirare fotografie, abiti di scena, strumenti musicali e ascoltare registrazioni inedite, come quella delle prove dei Batracomiomachia.

La mostra è divisa in due sezioni: Terra mia che ripercorre gli inizi della carriera di Daniele nella Napoli degli anni ’70, con ricostruzioni di luoghi simbolo, e Le radici e le ali che racconta la sua evoluzione musicale e personale dal 1977 al 2014, attraverso un percorso cronologico arricchito da testimonianze e materiali audiovisivi.