È deceduto all’età di 85 anni Piero Mazzarella, attore e mattatore portavoce della vecchia Milano e di un mondo popolare che seppe rappresentare con ironia per tutta la sua lunga carriera teatrale.
Milanese dai primi anni di vita ma proveniente da una famiglia di attori di origine siciliana, nacque a Caresana, in provincia di Vercelli, prima di trasferirsi nel capoluogo lombardo dove visse in un tipico quartiere di case di ringhiera.
Ben presto assimilò quel dialetto milanese a cui dedicò una vita intera passata sul palco con tantissime commedie di successo come Viv con duu ghej di Rino Silveri, Ca’ de ringhera di Jacopo Rodi, Tecoppa che fadiga minga lavorà!
Lavorò con i più grandi registri – da Strehler a Dino Risi – ma disse no a Federico Fellini che lo voleva per Amarcord e per La voce della luna, per non lasciare la sua compagnia senza un lavoro.
Numerosi i film in cui apparse, tra cui diverse pellicole di successo come Un povero ricco di Pasquale Festa Campanile con Renato Pozzetto e Ornella Muti e Maestro di Vigevano con Alberto Sordi.
Sabato 26 ottobre al Piccolo Teatro Grassi di via Rovello 2 a Milano sarà allestita la camera ardente per Mazzarella, che resterà aperta al pubblico fino alle 17. Alle 16,30 Andrée Ruth Shammah ricorderà l’amico e l’artista a nome di tutto il teatro italiano. Il feretro sarà accolto alle 12 dalle autorità e dal direttore del Piccolo, Sergio Escobar.
“A Piero mi legava una profonda amicizia nata negli anni Sessanta”, ricorda Escobar, “Quando abbiamo prodotto Vecchia Europa di Delio Tessa con la regia di Giuseppina Carutti l’ho affettuosamente ribattezzato la Voce delle nebbie. Ne andava orgoglioso. Il plurale era importante. Abbiamo passato un pomeriggio intero a sfidarci elencando i vari tipi di nebbie che erano l’anima complessa della nostra Milano. Ha vinto lui. Era un uomo sincero e quindi coraggiosamente scomodo, poco avvezzo a compromessi”.
“Il suo teatro ha fatto crescere numerose generazioni di milanesi, ha saputo parlare e affascinare tutti, dal garzone del fornaio dei quartieri periferici alle signore del centro cittadino” racconta l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo del Corno, “è stato amato da Giorgio Strehler, che lo volle nel suo famoso spettacolo ‘El nost Milan’, nel 1961. Anche Federico Fellini lo avrebbe voluto in ‘Amarcord’ e ne ‘La voce della Luna’, ma Mazzarella preferì declinare queste proposte per non lasciare senza lavoro la sua compagnia teatrale. Se vogliamo descriverlo con le parole di un famoso proverbio milanese possiamo dire: un uomo con il cuore in mano”.