A sorpresa, a Milano il teatro batte il calcio. Per la prima volta il Piccolo Teatro supera il record di 25 mila abbonati: più di Inter e Milan. Un dato decisamente inaspettato e in continua evoluzione.
L’elemento più significativo da sottolineare è come il pubblico di abbonati al Piccolo Teatro sia composto per il 35% da giovani al di sotto dei 26 anni, con un aumento di quasi il 10% rispetto al passato.
Il risultato, già clamoroso ma ancora parziale, essendo la campagna abbonamenti ancora aperta, si inserisce con prospettive di ulteriore crescita nei numeri complessivi raggiunti nel 2014-15 del Piccolo: dei più 300 mila spettatori a stagione, il 46% sono ventenni.
A differenza della tendenza generale, dunque, i dati del Piccolo dimostrano che i ventenni non sono solo un punto di forza, ma guidano la crescita e considerano la partecipazione agli spettacoli e agli eventi culturali organizzati a lato della stagione come momenti dalla forte dimensione sociale.
Questi dati decisamente favorevoli per il mondo teatrale fanno da contraltare al declino inarrestabile della fruizione delle partite nel loro contesto originario. Il proliferare delle pay-tv ha portato sempre più tifosi a rinunciare al rito calcistico del fine settimana presso lo stadio, preferendo una dimensione domestica più confortevole sia per evitare disordini e inciviltà di ogni sorta (ormai tristemente e costantemente all’ordine del giorno) sia per l’aumento dei biglietti e delle forme di abbonamento.
Un abbonamento alle partite dell’Inter del girone di ritorno, infatti, può variare da un minimo di 99 euro (secondo anello blu) a un massimo di 1300 (primo rosso). Chi si è abbonato a inizio stagione per assistere alle gare casalinghe del Milan, invece, ha pagato cifre che vanno da un minimo di 208 euro (secondo anello blu e verde) a un massimo di 4600 euro (primo rosso). Gli abbonamenti al Piccolo Teatro, al contrario, variano da un massimo di 400 euro (per 16 spettacoli) a un minimo di 66 (per 4 spettacoli).