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Gita a Pavia: la Certosa, il Duomo e altri tesori

Luigi Maffei 12 mesi fa
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Ho spesso pensato al bel ponte di Pavia“. Una frase semplice, impressa su una targa all’interno del ponte coperto visconteo che sormonta il Ticino. Un pensiero positivo, un omaggio sentito da parte di uno dei più grandi geni del Novecento, Albert Einstein.

Così il grande fisico parlava di una delle bellezze di Pavia. Una città che di sicuro non lascia indifferenti. Un posto in cui arte e storia danno ampio respiro alle stradine acciottolate del centro storico, vicoli che si interrompono in ampie piazze contornate da chiese romaniche e palazzi signorili.

Cristianità e storia viscontea, tra le spoglie di Sant’Agostino e il grande castello del Trecento. Pavia, insomma, è un affascinante contenitore storico che vale la pena visitare.

Il nostro viaggio va a toccare alcune delle testimonianze storiche e artistiche di Pavia, un percorso ideale per godere appieno delle bellezze della città a pochi chilometri da Milano.

Certosa di Pavia

Dettaglio della Certosa di Pavia

È certamente la chiesa monumentale più nota della città di Pavia, una splendida testimonianza dell’architettura tardo-gotica e rinascimentale italiana.

Fu Gian Giacomo Visconti a volerne la costruzione, verso la fine del XIV secolo, per adempiere a un voto della moglie Caterina e farne il mausoleo della famiglia milanese. La Certosa di Pavia non si trova all’interno del capoluogo, ma nell’omonimo Comune a circa otto chilometri dalla città di Pavia.

Molti grandi architetti e progettisti dell’epoca contribuirono, in poco più di 50 anni, alla costruzione della struttura: da Giovanni Solari, con suo figlio Guiniforte a Cristoforo Lombardo, passando per Bernardo da Venezia e Giovanni Antonio Amadeo.

La chiesa, progettata da Bernardo da Venezia, Giacomo da Campione e Giovannino de’ Grassi ha pianta a croce latina ed è divisa in tre navate con abside e transetto.

La facciata è stata progettata da Giovanni Antonio Amodeo ed è realizzata in gran parte da marmo di Carrara e, in misura minore, da marmo di Candoglia.

Piazza Vittoria

Piazza Vittoria

È la piazza principale di Pavia, anche nota come Piazza Grande. In età antica era il forum principale di Ticinum. L’aspetto odierno è dato dalle trasformazioni volute da Galeazzo II Visconti per celebrare il potere della famiglia milanese.

Per secoli Piazza Vittoria è stata la sede di esercitazioni militari, feste ed esecuzioni capitali. Dal medioevo, il centro principale delle trattative commerciali e del mercato, tenuto in vita fino agli anni Sessanta del Novecento.

Delimitata da portici trecenteschi, Piazza Vittoria è chiusa dallo splendido palazzo del Broletto, sede comunale per sette secoli, precisamente dal 1198 al 1875. All’interno del palazzo è conservata la statua della Madonna di Piazza Grande. Collocata al Broletto nel 1604 rimase lì fino al 1872. In un clima di ripetuti scontri sociali, per preservarla fu spostata nella cripta del Duomo.

Il Broletto

Dimenticata per quasi un secolo, la statua fu riscoperta dalla professoressa Anna Maria De Paoli Garofali negli anni Ottanta. Il recupero della sua memoria suscitò l’interesse di tutti i cittadini, del Comune e della stampa che ne richiesero l’esposizione in pubblico.

Nel 1992, dopo i dovuti restauri, fu riportata in Piazza Duomo e, dieci anni dopo, nel suo luogo originale d’appartenenza, il Broletto appunto.

Sempre in Piazza Vittoria da ammirare il Palazzo dei Diversi, struttura del XIV secolo di proprietà della famiglia Beccaria, signori di Pavia fino al 1374, quando il controllo della città passò ai Visconti.

Di gran pregio anche la sconsacrata chiesa di Santa Maria Gualtieri. Eretta poco prima dell’anno 1000 da tale Gualtieri, giudice del Palazzo Reale, fu consacrata nel 1036 da Papa Urbano II e sconsacrata alla fine del Settecento. Ora ospita diverse mostre temporanee e convegni.

Duomo di Pavia

Il Duomo di Pavia, il Regisole e i resti della Torre Civica

La più imponente chiesa all’interno della città di Pavia è dedicata a Santo Stefano protomartire e Santa Maria Assunta, dai nomi delle antiche chiese che occupavano un tempo l’area.

Fino al XV secolo, infatti, sorgevano le chiese gemelle di Santo Stefano protomartire e Santa Maria Assunta, demolite progressivamente per far posto alla nuova chiesa. Molti reperti delle due preesistenti strutture sono conservati all’interno dei Musei Civici, tra i quali alcuni frammenti di vetro delle finestre colorate.

La prima pietra del Duomo di Pavia fu posta nel 1488 per volere del cardinale Ascanio Sforza, fratello di Ludovico il Moro, ma la sua costruzione si è protratta per secoli, almeno fino al Novecento.

Altare di Sant’Alessandro Sauli

I lavori furono affidati agli architetti Cristoforo Rocchi e Giovanni Antonio Amodeo, coadiuvati dal Bramante, Leonardo da Vinci e Francesco di Giorgio Martini. Secondo alcuni studiosi Bramante fu decisivo per il disegno della cripta, della sagrestia e del disegno perimetrale di tutto l’edificio.

I lavori per la costruzione del Duomo sono andati avanti per secoli. Pochi decenni dopo, infatti, all’inizio del Cinquecento, era stato completato solo il corpo centrale della fabbrica. Il tamburo viene costruito solo a metà Settecento, mentre la cupola viene completata addirittura nel 1884.

Nel 1898 venne realizzata la facciata, così come la vediamo adesso, mentre negli anni Trenta del Novecento sono stati completati i bracci del transetto.

Regisole

Il Regisole

Posta davanti al Duomo, la statua del Regisole è la riproduzione di una precedente, antica statua, realizzata dallo scultore Francesco Messina negli anni Trenta del Novecento.

La statua del Regisole, di origine ignota e lungamente dibattuta sulla rappresentazione, è avvolta da una serie di leggende e da diversi documenti ufficiali. Alcuni studiosi pensano rappresentasse il re ostrogoto Teodorico il Grande. Realizzata nel IV secolo a Ravenna con molta probabilità era destinata ad Aquisgrana, alla corte di Carlo Magno ma per una serie di motivi, durante il viaggio, rimase a Pavia.

Diversi storici pensano che l’opera fosse stata collocata nel Palazzo Reale e, dopo l’insurrezione del 1024 che portò alla distruzione del palazzo, trasportata nella nuova sede.

Durante l’era viscontea molti artisti, di passaggio presso la corte del Signore di Milano, ammirarono stupefatti l’opera. Tra questi, nel 1490, Leonardo da Vinci che ne trasse ispirazione per rilanciare l’arte equestre.

La statua venne distrutta nel 1796 dai giacobini pavesi come atto di ribellione verso la monarchia presente in città. Con la riproduzione del Messina del 1936 Pavia rivide uno dei suoi monumenti più celebri e ammirati.

Torre Civica

I resti della Torre Civica crollata nel 1989

La Torre Civica di Pavia fu costruita intorno all’anno 1000 con interventi successivi di Pellegrino Tibaldi, che vi aggiunse una cella campanaria.

La Torre misurava 78 metri, decorata con molti bacini ceramici di provenienza egiziana e magrebina. Nel 1974, durante alcune indagini archeologiche fu ritrovata un’officina medievale per la fusione delle campane.

La storia della Torre cessò alle 8.55 del 17 marzo 1989. Improvvisamente la struttura collassò provocando la morte di quattro persone e il ferimento di quindici. Le cause del crollo non sono mai state chiarite.

Vittorio Sgarbi, insieme ad altri deputati, presentò nell’ottobre 1994 una proposta di legge per ricostruire la torre, ma non se ne fece nulla.

Castello Visconteo

Torre del Castello Visconteo

Il Castello fu costruito nel 1360 per volere di Galeazzo II Visconti, come sede della sua corte. Successivamente vi dimorò Gian Galeazzo e, infine, suo figlio Filippo Maria.

Attorno alla fortezza, i Visconti vollero realizzare un grande parco che si estendeva per una dozzina di chilometri, arrivando fino alla Certosa. Buona parte di quell’area ora è suolo agricolo, ma si possono distinguere il Parco della Vernavola, la Garzaia della Carola e quella di Porta Chiossa.

Dal 1413 fu dimora degli Sforza fino alla metà del XVI secolo per poi essere adibito a caserma fino agli anni Venti del Novecento.

Dal secondo dopoguerra, il Castello Visconteo di Pavia ospita i Musei Civici. Tutti gli spazi museali sono divisi in varie sezioni, a seconda del periodo storico legato ai reperti. Tra questi spiccano il Museo archeologico e sala longobarda e la Pinacoteca Malaspina.

Museo archeologico

Museo archeologico

L’ala dedicata all’archeologia è suddivisa in diverse sale. La prima è dedicata ai reperti di età romana rinvenuti nel territorio di Ticinum (antico nome di Pavia) e di origine celtica. Nella seconda sala è presente, invece, la collezione dedicata all’Egitto. I reperti, donati dal marchese Malaspina di Sannazzaro sono 150 tra papiri, vasi canopi e amuleti.

Di grande pregio, nella stessa sala, è conservata la raccolta di vetri di età romana, una delle più importanti d’Italia. La coppa di Ennion e il kantharos blu scuro sono tra i pezzi più pregiati della collezione.

Pinacoteca Malaspina

Pinacoteca Malaspina

Chiudiamo il nostro tour del Castello Visconteo con la Pinacoteca Malaspina, voluta dal sopracitato, omonimo marchese. Dal 1951 è presente all’interno della fortezza pavese, dopo essere stata per anni nello Stabilimento di Belle Arti Malaspina.

La Pinacoteca conserva dipinti che vanno dal XIII al XIX secolo. Una vasta collezione che comprende nomi quali Gentile da Fabriano, Antonello da Messina, Bernardino Luini, Giovanni Segantini, Francesco Hayez, Giorgio Kienerk, Federico Zandomeneghi e molti altri.

Ponte Coperto

Ponte Coperto

È uno dei simboli per eccellenza di Pavia. Detto anche Ponte Vecchio, sormonta il Ticino e collega il centro della città dal resto.

Il ponte misura 216 metri, è coperto con due portali alle estremità ed è formato da cinque arcate. Costruito a metà del XIV secolo è stato distrutto nel settembre 1944 dai bombardamenti delle forze alleate durante la seconda guerra mondiale.

Nel 1949 partirono i lavori per la ricostruzione, su progetto di Ferdinando Reggiori. Il ponte fu costruito a 30 metri di distanza dal precedente e inaugurato nel 1951.