Il Mibact ha finalmente chiuso i giochi ed è stata decretata una vincitrice tra le 10 città che si erano candidate al titolo di capitale della cultura italiana nel 2020. A spuntarla è stata Parma, la quale prenderà il posto di Matera – designata per il 2019 capitale europea della cultura – e Palermo, l’attuale rappresentante.
La concorrenza era senz’altro agguerrita, in quanto la lista delle concorrenti annoverava Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. Alla fine però la giuria presieduta da Stefano Baia Curioni ha scelto il centro emiliano, annunciando il suo verdetto al ministro Dario Franceschini.
Per Parma dunque comincia un periodo di grandi e frenetici preparativi. L’occasione è infatti di quelle da non sprecare assolutamente, visto il grande impulso che nel passato questo titolo ha conferito alle città che se ne sono fregiate: oltre al milione di euro che viene elargito dal ministero ci sono anche da considerare il ritorno di immagine, l’afflusso di turisti e l’ampio margine per investimenti di tutti i tipi.
Lo sa bene il sindaco Federico Pizzarotti, il quale si è detto “più emozionato oggi del giorno delle elezioni”, asserendo poi che la città ha una grande possibilità davanti a sé e che verranno portati avanti anche i progetti delle città emiliane partner con Parma nell’associazione Destinazione turistica Emilia.
Parma è riuscita a spuntarla presentando 32 progetti incentrati su sette distretti socio-culturali nelle diverse parti della città i quali gravitavano – e graviteranno – intorno al motto della candidatura: “La cultura batte il tempo”. Luogo simbolo sarà l’Ospedale Vecchio, che rivitalizzerà il quartiere Oltretorrente e che nasconde nei suoi archivi le radici della stessa Parma. Artisti, creativi e informatici sono chiamati a riappropriarsi di questo spazio per dare nuovi impulsi in chiave contemporanea.
Cos’è la capitale della cultura italiana
Si tratta di un’iniziativa nata nel 2014 dopo l’attuazione del Decreto Cultura che ha come scopo la valorizzazione dei beni culturali materiali e immateriali di un territorio specifico, anche di tipo paesaggistico, nonché un incoraggiamento al miglioramento dei servizi turistici. A scegliere tra le varie candidature sono sette esperti nominati dallo stesso Ministro, i quali hanno dodici mesi per valutare le proposte delle città.
Nel 2015 vennero nominati cinque centri – Ravenna, Cagliari, Lecce, Perugia e Siena – il 2016 fu il turno di Mantova, quindi di Pistoia, Palermo (l’attuale), mentre nel 2019 Matera sarà la capitale europea della cultura.