L’imponente edificio a colonnato che si affaccia su via Verdi nel cuore di Milano è il Palazzo della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde. Come tutti i grandi edifici storici e istituzionali, ha avuto una storia di costruzione travagliata che ha portato alla nascita della costruzione che oggi troviamo passeggiando per le vie del centro, non distante da piazza della Scala.
Storia e architettura del Palazzo della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde
Il Palazzo della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde fu costruito tra il 1932 e il 1941 sulla base del progetto di Giovanni Geppi e successivamente del giovane Giovanni Muzio. I due architetti erano già noti per i loro lavori: Greppi vinse il concorso per il progetto della Banca Popolare di via Meda, mentre Muzio era reduce dal successo e inaugurazione del Palazzo dell’Arte.
La costruzione non fu impresa facile sia per le falde acquifere che resero difficile la costruzione del caveau sotterraneo, sia per la necessità di salvaguardare i palazzi storici circostanti e preesistenti
L’edifico è adiacente e collegato alla storica Ca’ de Sass, posta su via Monte Pietà . Il nome deriva dal materiale che l’architetto Giuseppe Balzaretto utilizzò per realizzarlo, ovvero dei bugnati molto grandi che si ripetono sia all’esterno sia all’interno. Anche l’imponente facciata del Palazzo della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde venne realizzato con colonne in granito, seguendo l’aspetto della Ca’ de Sass, conferendo al monumentale porticato d’ingresso un aspetto severo.
È proprio la sua ieraticità , visibile all’esterno, che fa intuire che uno degli architetti fu Muzio: questa infatti fa parte del suo stile classico, unito al porticato, proprio come in altre sue opere, tra tutte Ca’ Brutta, fortemente criticata al momento della costruzione. Sotto ai portici sono posizionati, in sequenza verticale, gli stemmi delle opere lombarde che furono realizzati da Giovanni Manzù. Infine si nota un leggero arretramento rispetto al filo stradale, idea voluta per non impattare troppo col profilo urbano già preesistente.
L’edifico ha una pianta a T irregolare e all’incrocio dei due bracci si trova un atrio circolare, che porta al grande salone con otto colonnati e alte travi. Nei quattro livelli sotterranei, infine, è disposto il caveau, opera di Arturo Danusso.