Il Kazakhstan si prepara ad ospitare l’Expo 2017 e il miglior biglietto da visita per l’Esposizione Internazionale di Astana che si svolgerà tra due anni è sicuramente il padiglione nazionale ospitato a Expo 2015.
Il padiglione kazako occupa un’area complessiva di 2396 metri quadri e mira a sensibilizzare il visitatore sul tema della tutela delle risorse agricole e naturali, sulla cultura e l’idea dello sviluppo sostenibile, sulla cui rotta il paese vuole decisamente incamminarsi. La terra delle opportunità è il tema della partecipazione kazaka a Expo 2015.
Il sito espositivo del Kazakhstan punta a presentarsi come un coinvolgente percorso di emozioni, creatività e contenuti innovativi. Fin dall’esterno, i visitatori sono intrattenuti da spettacoli tipici, ogni giorno diversi. Gli ideatori hanno cercato di evitare i pannelli testuali tipici di tutte le esposizioni, per sostituirli con spettacoli e contenuti interattivi, articolati in sei aree e quindici rotonde che propongono i temi del padiglione: agricoltura, animali da allevamento, meraviglie del Kazakhstan, ecologia, acquacoltura e agricoltura sostenibile.
Nella prima sala, un’artista kazaka introduce alla storia del paese attraverso l’arte del sandpainting, ovvero la pittura di sabbia. Successivamente si arriva alla prima area del Padiglione Kazakhstan dedicata alla scienza agronomica di Alexander Barayev e ai risultati del suo lavoro. I metodi “senza aratura” di Alexander Barayev per conservare l’umidità del suolo hanno fatto dello scienziato kazako uno degli architetti dell’agricoltura moderna. Il centro della rotonda è caratterizzato da un reperto originale: la scrivania di Alexander Barayev con tutti i suoi strumenti.
La seconda area è focalizzata sugli animali da allevamento. Qui è possibile assaggiare il kumis, il latte di giumenta fermentato. La terza area mostra le meraviglie del Kazakhstan, tra cui le mele o il miele della parte orientale del Kazakhstan e il tulipano selvatico. Premendo un pulsante, il visitatore può sentire la fragranza dei tulipani e un monitor mostra un filmato sui tulipani del Kazakhstan.
Nella quarta area si può ammirare l’ecoregione della steppa del Kazakhstan, gravata dal disastro ecologico del prosciugamento del Mare d’Aral. Qui esso è rappresentato da una ruota, spingendo la quale si mostra il perimetro delle acque nei vari decenni, dal 1970 a oggi, quando la costruzione di una diga ha permesso se non altro il salvataggio di una piccola parte settentrionale.
La quinta area, dedicata all’acquacoltura, ha il suo punto d’attrazione nella vasca di storioni del Caspio, che offrono il pregiato caviale. Oggi il caviale Beluga non è più commercializzato per preservare il pregiato storione Beluga. Ma il Kazakhstan ha elaborato un metodo (descritto da un video) chiamato mungitura che consente di estrarre le uova di storione senza uccidere l’animale.
Nella sesta area, dedicata all’agricoltura del futuro, si parla del pericolo rappresentato dalle cavallette, che minacciano il rendimento delle coltivazioni kazake. Gli scienziati hanno sviluppato un sistema di monitoraggio tramite drone per individuare le aree interessate dai focolai, che sono spesso solo di alcuni chilometri quadrati di dimensioni.
L’esposizione si conclude in una sala con poltroncine dinamiche che permettono di assistere a una proiezione in 4D. Il video porta gli spettatori dallo spazio cosmico alle steppe kazake. Tornati al piano terra, si può vedere il plastico dell’area espositiva di Astana, già in costruzione in vista dell’Esposizione Internazionale del 2017, o gustare piatti tipici nel ristorante.
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