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The Old Oak, solidarietà e speranza nell’ultimo film di Ken Loach

Luigi Maffei 1 anno fa
the old oak

The Old Oak, ovvero “l’antica quercia”. È il nome dell’unico pub presente in una cittadina del nord dell’Inghilterra, un tempo luogo minerario prestigioso, oggi in abbandono da decenni. Le lotte sindacali degli anni Ottanta, la solidarietà tra operai, le lunghe tavolate sono immortalate nelle foto che TJ Ballantyne (Dave Turner), il proprietario di The Old Oak, tiene appese nella sala adiacente il pub, un tempo ritrovo operaio e ora inagibile.

La didascalia che accompagna la foto della tavolata recita: “If we eat together we stick together” (“se mangiamo insieme restiamo uniti”). Un inno alla convivialità che diventa lotta.

C’è chi vive con lavori saltuari, facendo fatica ad arrivare a fine mese (proprio come TJ). Sembra si vada avanti a forza di inerzia e pinte di birra. Ma arriva una svolta: una piccola comunità siriana in fuga dalla guerra arriva in città, scatenando le reazioni contrariate di molti astanti del locale.

Yara (Ebla Mari)

TJ stringe amicizia con Yara (Ebla Mari), una ragazza siriana appassionata di fotografia. Insieme cercheranno di far convivere le due comunità e il retrobottega dell’Old Oak sarà il centro nevralgico di questa sfida inclusiva. Ma sarà davvero così?

Un giorno dovremo essere così organizzati e determinati da fare in modo che la solidarietà possa porre fine alla sofferenza e alla necessità di ricorrere alle lotte. Abbiamo già aspettato troppo a lungo”. Così ha dichiarato Ken Loach a proposito del suo ultimo film, forse il suo definitivo.

Riusciranno i cittadini del piccolo borgo inglese a intrecciare i loro destini con i rifugiati siriani? La vita rassegnata, “senza speranza” della comunità locale sarà in grado di trovare nuova linfa dall’incontro con altri disperati in cerca della stessa solidarietà? Magari la risposta è proprio nella didascalia della foto nel retrobottega dell’Old Oak, o in qualche scatto di vita quotidiana fatto dalla giovane Yara.

The Old Oak, in uscita il 16 novembre nelle sale italiane e distribuito da Lucky Red, è un film che va all’essenza delle questioni, senza giri di parole e facili sbocchi pietistici. Un lavoro necessario, crudo e dolce allo stesso tempo. Sicuramente da vedere.