E’ in arrivo al cinema il suo primo film da regista ‘Nè Giulietta nè Romeo‘, sta girando i teatri italiani con lo spettacolo ‘Lady Mortaccia, la vita è meravigliosa!‘ e intanto pensa già al prossimo progetto: abbiamo intervistato Veronica Pivetti, attrice, doppiatrice e regista.
Soprattutto milanese orgogliosa di esserlo tanto che, ci racconta, “sono contenta di aver potuto inserire la mia città nel film“.
E’ la zona di Piazza Gae Aulenti quella che si vede nella prima opera da regista di Veronica Pivetti, ambientata a Roma ma con una fuga dei tre protagonisti nel capoluogo lombardo. “Mi sembrava plausibile che tre adolescenti venissero a Milano per fare qualcosa di proibito – spiega -: ho scelto quella zona perché è il nuovo simbolo che rende Milano una città europea, finalmente smarcata dalle solite immagini del Duomo, che io adoro ma che non è più l’unica cartolina di questa città“.
MW – Per la prima volta è stata dietro la macchina da presa oltre che davanti: è stato difficile essere regista e attrice al tempo stesso?
VP – E’ un impegno ulteriore e un’enorme assunzione di responsabilità, però era quello che cercavo, anche se realizzare questo film non è stato per niente facile.
MW – Come mai?
VP – Ci sono voluti anni, è morto e rinato almeno cinque volte. Vale per tutte le opere prime, ci vuole molta tenacia e non bisogna mai perdersi d’animo: fortunatamente ho trovato persone che mi hanno aiutata.
MW – La regia le piace quindi…
VP – Ho già un’idea per il prossimo film!
MW – Doppiaggio, televisione, teatro, cinema: quale di questi ruoli le piace di più?
VP – Io sono molto fautrice di ciò che ho fatto e cerco di far fruttare la mia fortuna. Questo film è stato dirompente, per me è un traguardo enorme: in questa pellicola c’è moltissimo del mio cuore. Adoro anche il resto, semplicemente è qualcosa che conosco meglio.
MW – Il film affronta la scoperta dell’omosessualità da parte di un adolescente, un argomento molto forte in Italia di questi tempi…
VP – In sé l’argomento non è drammatico, è come viene vissuto in Italia a renderlo tale. Questo è il vero problema: come viene vissuto qualcosa di assolutamente naturale: la scoperta della propria sessualità, qualunque essa sia, dovrebbe essere una conquista da vivere con gioia
MW – Per questo ha scelto i toni della commedia?
VP – Sì, senza dimenticare le difficoltà reali, come il bullismo a scuola, un padre assente, la fatica di confessare il proprio orientamento sessuale ai genitori
MW – Il protagonista Rocco (Andrea Amato) ha 16 anni, così come i suoi due amici: è stato difficile lavorare con attori così giovani?
VP – Recitare con attori così bravi in realtà è stata la parte più facile. Abbiamo fatto moltissimi provini e trovato tanti attori bravi, ma i tre ragazzi che abbiamo scelto alla fine sono stati eccezionali: di tutti solo Carolina (Pavone, che nel film interpreta Maria) è alla prima esperienza ed è riuscita a dare molta personalità al suo personaggio, ma tutti i ragazzi sono stati eccezionali.