Si sa, i Navigli sono il simbolo della vita notturna milanese. Passeggiare lungo le vie e la Darsena dall’aperitivo fino a tarda serata è una delle attività preferite di cittadini e turisti. Ma come nascono i navigli e quanti sono?
Ecco una guida alla storia e alle curiosità che si celano dietro a uno dei luoghi più amati di Milano.
I Navigli: Grande, Martesana e Pavese
Il Naviglio Grande è il più antico. La prima fonte scritta risale al 1209 anche se i lavori potrebbero risalire al 1177, quando Milano venne ricostruita dopo l’arrivo di Barbarossa. Inizialmente lo scopo del naviglio era quello di irrigare i campi alle porte di Milano e, forse, anche come fossato difensivo.
Solo dal 1257 iniziarono i lavori per renderlo navigabile. A volerlo fu il podestà Beno de’ Gozzadini. che però dovette porre a tassazione i beni del Clero per avere i soldi necessari alla realizzazione. Ciò gli costò poco tempo dopo la vita e fu affogato nel suo stesso naviglio, almeno secondo la leggenda.
Fu Napo Torriani nel 1272 a completare i lavori di navigazione. Da allora sul Naviglio passarono i barchett che trasportavano persone e le barche per merci provenienti da ogni dove, almeno fino al 1985, quando la gomma e le rotaie ebbero la meglio sui mezzi via acqua.
Il Naviglio Pavese invece è il corso d’acqua voluto dai Visconti per unire Milano e le loro terre in direzione di Pavia. Galeazzo Visconti nel 1359 iniziò la realizzazione dei lavori. Successivamente si perse pian piano interesse per questo naviglio, in particolare dopo la caduta di Visconti e Sforza. Fu poi il governatore spagnolo Pedro Enriquez de Acevedo a far ricostruire il naviglio pavese da Giuseppe Meda che realizzò poi anche la Darsena.
Infine a Milano si trova anche un terzo naviglio noto come Naviglio Martesana o Naviglio Piccolo. Fu voluto da Francesco Sforza nel 1460 e si dice che una buona parte del canale e delle chiuse sia stato tracciato da Leonardo da Vinci.
Cosa vedere lungo i Navigli
Il Naviglio Grande, dopo essere passato da borghi come Gaggiano e Trezzano, si avvicina alla Darsena passando per simboli milanesi come la chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, un tempo noto come il faro di Milano. Giungendo alla zona della movida, tra negozi di antiquariato, ristoranti in e bar all’ultima moda, si può scorgere anche il famoso vicolo della lavandaie. Questi rappresenta un pezzo di storia milanese che ancora oggi viene immortalato in foto di ogni genere.
Il Naviglio Pavese invece passa per borghi certamente meno tipici ma comunque di un certo valore che nascondo case anche molto antiche. Il corso d’acqua passa per la Conca del Naviglio: la particolarità di questa chiusa che unisce la Darsena e la cerchia interna dei navigli sta nel suo primato di chiusa più antica di Milano e forse anche d’Europa.
Fu realizzata nel 1439 da Filippino degli Organi e Aristotele Fioravanti su volere di Filippo Maria Visconti. La chiusa copre un dislivello di circa due metri. Molti la ricordano anche col nome di Nostra Signora del Duomo: da qui transitavano infatti i traghetti che arrivavano al Laghetto col marmo di Candoglia usato per realizzare il Duomo di Milano.
Proprio accanto alla struttura si trovano infatti rimandi al tempio neoclassico e allo stemma degli Sforza, alla Madonna che faceva parte dello stemma della Veneranda Fabbrica del Duomo e un’iscrizione che ricorda che Ludovico il Moro concesse il transito gratuito per i materiali usati per il Duomo di Milano.