113 minuti di passione, di una Napoli che, se non ci siete mai stati, vorrete sicuramente vedere o se la conoscete vorrete tornarci, di misteri, di suspance, di storia avvincente.
E ancora: cast di attori bravi, perfettamente calati nei personaggi, in cui c’è una Giovanna Mezzogiorno bella e in forma e che, nei suoi 43 anni, non ha niente da invidiare alle sue colleghe più giovani nelle scene di nudo, e non solo.
Un attore più giovane, quell’Alessandro Borghi famoso protagonista della serie Tv Suburra, padrino della mostra del Cinema di Venezia, che di anni ne ha 31 ma che sicuramente promette bene e che nelle scene hot non lascia nulla all’immaginazione. E che, ne siamo certi, lascerà molto soddisfatte le spettatrici.
Questo e tanto altro è “Napoli velata”, il nuovo film che Ferzan Ozpetek porta al cinema a partire dal 28 dicembre, distribuito da Warner Bros e che, tra i vari cinepanettoni e i film animati, è sicuramente un regalo a chi ama il cinema italiano. Anche a partire dagli attori: oltre ai già citati Mezzogiorno e Borghi, ci sono infatti Luisa Ranieri, nei panni di Catena, amica della protagonista, Peppe Barra, il bravissimo Pasquale, Biagio Forestieri, il poliziotto Antonio che avrà un ruolo sicuramente fondamentale e poi Lina Sastri, Isabella Ferrari e tanti altri ancora.
Il film si apre con una scena forte, inquadratura sulla tromba delle scale e un fatto di cui non si capirà poi molto – e che non sveliamo – fino a circa 3/4 del film che probabilmente lo spettatore dimenticherà subito, ma che terrà in fondo alla mente come un punto interrogativo latente.
Prosegue con un altro frammento molto bello e significativo e in cui c’è l’essenza della città partenopea e della sua cultura dei “femminielli” in cui si mette in scena il parto maschile. Un parto che gli attori mostrano sì agli spettatori, ma sempre attraverso un velo come se la verità , per usare le parole del regista, “va più sentita che guardata direttamente nuda e cruda sugli occhi”.
E su questo velo – che Adriana sembra squarciare lasciandosi andare a una passione travolgente – si gioca un po’ tutto il film: il velo nella mente della protagonista, il velo di un mondo d’arte fatto di sotterfugi e cose non dette, il velo dei misteri che Napoli non svela a nessuno.
Stando ancora alle parole di Ozpetek: il film è costruito “con un susseguirsi di avvenimenti a sorpresa come nella tombola ‘vajassa’ in cui ogni numero che viene estratto ha un significato legato alla ‘smorfia’ e, mano a mano che i numeri escono, si legano in una sequenza logica, creando una storia che prende forma dalla casualità del sorteggio”.
Ovviamente non vi riveliamo la fine, ma vi assicuriamo che in questo film che è a metà tra un noir, un melodramma, una sorta di “thriller dei sentimenti”, non deluderà chi ama il regista turco e nemmeno chi lo conosce poco.
P.S.: non è da meno neanche la musica, tra cui la bella Vasame, di Enzo Gragnaniello, cantata da Arisa.
Una frase del film
“A un certo punto non lo sai neanche perché, la vita si fa spazio di nuovo”.
Il nostro voto
Voto per noi: 7,5