Da un baule al cinema, storia di una sceneggiatura che sembrava dimenticato e invece…Ebbene sì, il nuovo film di Gabriele Salvatores, Napoli – New York è tratto da uno script niente poco di meno che di Federico Fellini.
Il regista riminese de La Dolce Vita, infatti, aveva scritto il copione del film agli inizi degli anni Cinquanta, ma non ha dato più vita al progetto. Il resto, si sa è storia.
Rimasto per decenni nel baule di Tullio Pinelli, suo fedele sceneggiatore, il copione è saltato fuori qualche anno fa per essere riadattato dallo stesso Salvatores. Quelle pagine, poi, sono diventate il lungometraggio Napoli – New York, in uscita nelle sale italiane il 21 novembre grazie a 01 Distribution.
Sinossi del film
Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda.
Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata mesi prima.
I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.
“Una storia vera che sembra una favola, o viceversa”
Come ha dichiarato Salvatores, Napoli – New York è “una storia vera che diventa una favola, oppure una favola molto legata alla realtà”. L’ultimo film del regista milanese, ma di origini partenopee, è molto più vicino all’oggi rispetto a quanto si possa pensare. Il dramma di una migrazione in un Paese straniero è storia antica e recente, non ha età.
Ritmo e narrazione di Napoli – New York non si vedevano più da anni, un impianto soppiantato dal voler stupire a tutti i costi con personaggi forzati fino all’inverosimile e finali “cor botto”. Nel nuovo film del regista di Mediterraneo c’è la favola, personaggi chiari e buoni sentimenti.
Una piega negativa, gli effetti speciali. In diversi momenti sembrano fatti, incredibilemnte, da uno studio amatoriale e l’effetto non è dei migliori.
Da sottolineare, invece, l’ottima interpretazione dei due attori bambini, al loro esordio, Dea Lanzaro e Antonio Guerra. Bucano lo schermo pochi, magari ne sentiremo parlare in futuro.