Più musica dal vivo, meno burocrazia. Con questo obiettivo l’ex assessore alla Cultura milanese, Stefano Boeri, ha lanciato su internet una petizione che chiede di modificare le regole attuali, perché “oggi in Italia fare musica dal vivo è sempre più difficile. Un groviglio di permessi, licenze, autorizzazioni rende oneroso e complicato organizzare momenti di ascolto live : sia per chi la musica la fa che per chi la ospita” scrive Boeri nel testo della campagna.
Per moltiplicare l’offerta di musica in Italia, l’iniziativa auspica “una legge che, in accordo con la SIAE e l’ex ENPALS (due oneri fissi per qualsiasi pubblico spettacolo) annulli le procedure burocratiche e i permessi per i locali – di qualsiasi tipo – che ospitano chi si esibisce dal vivo”. Le nuove regole proposte sono “l’autocertificazione in rete degli spettacoli, una soglia massima di spettatori, orari condivisi per la musica su tutto il territorio nazionale; regole valide per tutti: gestori, artisti, fruitori, residenti”.
Rivolgendosi al ministro per i Beni culturali, Massimo Bray, Boeri ricorda il Derby, il Capolinea, La Casa 139, tutti luoghi “che hanno ospitato dal vivo le sonorità di artisti diversi e straordinari come Jannacci, Chet Baker e gli Afterhours” e che in Inghilterra dall’ottobre 2012 è in vigore il Live Music Act, per liberalizzare gli eventi entro le 23 e fino a 200 spettatori, incentivando chi suona in versione acustica.
In questo momento, la pagina web riporta oltre 14mila sostenitori del progetto e quindi dovrebbe raggiungere molto presto l’obiettivo minimo di 15mila firme.
Ecco il link per firmare la petizione: Una nuova legge per la musica dal vivo in Italia