Il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo ha negato la concessione degli aiuti economici per il Covid al WOW Spazio Fumetto di Milano. Il motivo? Secondo la legge il museo è un luogo espositivo “di cose prive della qualità di beni culturali”.
Luigi Bona, direttore del Museo del Fumetto ha replicato con amarezza alla dichiarazione lapidaria del ministero: “Con dieci anni di attività e centinaia di mostre che hanno riscosso successo di pubblico e critica, un gemellaggio internazionale con il Museo del Fumetto di Bruxelles, un archivio con più di 800mila pezzi prestati anche ad importanti realtà museali italiane, ci aspettavamo che WOW Spazio Fumetto avesse diritto ad essere aiutato con un contributo. Non solo, ma anche a non essere apostrofato come “un luogo espositivo di cose prive della qualità di beni culturali” venendo liquidato con poche righe scritte in burocratese. Non è così che si aiuta la cultura. Cercheremo di continuare con i pochi aiuti che abbiamo e con le risorse che arrivano dai corsi di didattica e dalla biglietteria (appena ci consentiranno di riattivarle), tenendo fede al nostro impegno di pagare l’affitto al Comune di Milano e tutte le altissime spese di gestione ordinaria, comprese le salatissime bollette energetiche che ogni mese prosciugano i nostri magri bilanci anche a museo chiuso. Purtroppo in quest’ottica la prospettiva futura è quanto mai incerta e sempre più indirizzata verso un’inevitabile chiusura“
Oltre all’enorme raccolta di fumetti, memorabilia e oggetti dedicati al mondo del fumetto e dell’animazione, il museo è molto attivo nell’ambito ditattico, proponendo laboratori e attività per bambini e ragazzi. Inoltre, lo spazio organizza corsi di animazione, fumetto e stop motion per formare futuri talenti.
Cos’è un bene culturale?
Secondo il codice per i Beni Culturali e Paesaggistici sono beni culturali “le cose immobili e mobili che, presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà” (art. 2).
A primo impatto quindi verrebbe da dire che i fumetti, le grapich novel, i manga e tutte le opere del mondo dell’animazione raccolte in 9 anni di vita da WOW Spazio Fumetto rientrino perfettamente in questa definizione.
Invece no, perché purtroppo la nostra legge sui beni culturali spesso è un po’ miope verso le arti più recenti, come il fumetto. Infatti, secondo le nostre normative non sono beni culturali le opere “che siano di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni” (art. 10 comma 5). Questo spiega la folle risposta data dal Mibact al Museo del Fumetto, insieme alla mancata registrazione delle collezioni del museo alla Sovrintendenza.
Una risposta che potrebbe significare la chiusura per uno spazio che negli anni ha regalato alla città di Milano mostre di indiscussa qualità, dalla Disney di zio Paperone e degli Aristogatti fino all’ultima mostra aperta da pochissimo dedicata agli 80 anni della Marvel e alla storia di miti come Iron Man, gli X-Men e Spider Man, oltre alla futura mostra in programma dedicata a Trent’anni di Crepax.
Solo da pochissimo alcuni fumetti sono riusciti a rientrare nella definizione italiana di bene culturale, mentre una grande maggioranza di opere dovrà aspettare ancora diversi anni per risultare a tutti gli effetti un bene mobile “avente valore di civiltà“. Nel frattempo possiamo solo incrociare le dita e sperare che realtà come quella di WOW Spazio Fumetto non rimangano prive di tutele in balia degli eventi.
La risposta del Ministro Dario Franceschini
Dopo l’ondata di polemiche è arrivata rapida la risposta del Ministro Dario Franceschini via Twitter, che ha ricondotto il tutto a un errore di interpretazione degli uffici.
La nostra speranza (e quella di qualunque amante del fumetto) è che tutto ciò si possa risolvere al meglio, permettendo a una realtà solida e di altissimo livello culturale non solo di sopravvivere, ma di prosperare e raggiungere sempre più persone amanti delle tavole disegnate.
Ho chiamato questa mattina Luigi Bona per scusarmi per l’esclusione di @museoWOW dai contributi per l’emergenza Covid. Un errore di interpretazione degli uffici che correggeremo subito. I fumetti sono arte e il @_MiBACT in questi anni ha sempre lavorato per valorizzarli. https://t.co/Tw2RaYhFIi
— Dario Franceschini (@dariofrance) November 13, 2020