Qual è il rapporto tra l’arte contemporanea e l’architettura? Le linee di demarcazione si fanno sempre più confuse e sempre di più ciascuna figura, l’artista, l’architetto, l’urbanista, non diventano che modi diversi di concepire il mondo e raccontarlo con i diversi linguaggi della contemporaneità. Ed è proprio con questo spirito che il 20 dicembre il PAC di Milano inaugura la prima mostra di una sorta di “trilogia” dedicata ad architettura e design: Il territorio dell’architettura, Gregotti e Associati 1953_2017 (fino all’11 febbraio 2018)
In occasione dei novant’anni di Vittorio Gregotti, il PAC celebra con una mostra antologica la carriera del grande architetto italiano, raccontando la sua ampia attività e quella del suo studio in oltre sessant’anni di progetti in Italia e all’estero. La mostra inaugura una nuova linea di programmazione con la quale il Padiglione milanese, durante il periodo invernale, celebrerà i grandi maestri dell’architettura e del design italiani: una sequenza di mostre che continuerà nel 2018 con l’antologica su Enzo Mari e nel 2019 con una mostra dedicata a Ignazio e Jacopo Gardella.
Il territorio dell’architettura, cosa troverete in mostra
Dal 1953 Vittorio Gregotti ha condiviso lo studio con personalità diverse – Lodovico Meneghetti e Giotto Stoppino; Pierluigi Cerri, Pierluigi Nicolin, Hiromichi Matsui, Bruno Viganò, Carlo Magnani; Augusto Cagnardi e Michele Reginaldi. L’allestimento (il titolo riprende il primo libro pubblicato da Gregotti nel 1966) si apre con una rassegna di libri e riviste per poi proseguire con una selezione di progetti. Lo studio Gregotti qui viene raccontato con 60 disegni e 40 modelli originali in scala, oltre a 700 tra riproduzioni e fotografie – e prende avvio dalle ultime opere per recuperare a ritroso il legame ideale con quelle degli anni ’50.
Dai primi lavori sulle relazioni tra architettura, città e forma del territorio ai progetti per le università di Firenze, della Calabria e di Palermo, seguite dai concorsi per le città europee degli anni ’80, tra cui gli edifici realizzati a Berlino e il Centro Culturale di Belém a Lisbona, oltre all’innovativo Progetto Bicocca a Milano. Ci sono poi i teatri, degli Arcimboldi a Milano e di Aix-en-Provence, gli stadi di Barcellona, Genova, Agadir e Marrakech. E nell’ultimo decennio arrivano i progetti che ripensano intere città, in Africa e in particolare in Cina, con la realizzazione della nuova città di Pujiang, vicino a Shanghai.
Il territorio dell’architettura, perché visitarla
Perché visitarla? Una mostra dedicata a un maestro dell’architettura potrebbe sembrare un evento per addetti ai lavori. E invece non è (solo) questo. A loro piacerà per interesse professionale e per confrontarsi con un grande studio e con progetti che raccontano sessant’anni e più di storia. Chi, come chi vi sta scrivendo, non è esperto della materia si incuriosirà per più di un motivo. Perché si riflette sul valore che siamo abituati a dare all’architettura: pensiamo in genere solo alle grandi opere, ai monumenti, e invece è una materia viva che ci circonda e racconta come cambia il panorama che abbiamo intorno. Sembra proprio un viaggio intorno al mondo quello raccontato dagli edifici che portano la firma di Vittorio Gregotti e del suo studio. Dall’Italia a Marrakech e Agadir, in Marocco, da Berlino alla Cina, i progetti sono molteplici. Disegni, studi, fotografie e modelli illustrano i “panorami” urbani più disparati, recuperi di aree industriali, teatri, cittadelle culturali, quartieri, nuove visioni di città, fino alle navi da crociera. E perfino gli stadi, dal Ferraris di Genova a quelli di Marrakech e Agadir.
Si scopre che portano la sua firma luoghi che magari abbiamo già frequentato e attraversato, dalla Salle des Etas del Louvre a un ingresso degli Uffizi, dall’Università della Calabria a Rende a un tassello di quel cantiere in continua evoluzione che è stato ed è Berlino, partendo da Potsdamerplatz. E chissà, magari la prossima volta che passeremo di lì ne sapremo una storia in più.
Riassumendo
Il territorio dell’architettura, Gregotti e Associati 1953_2017
PAC Padiglione d’arte contemporanea
20 dicembre 2017-11 febbraio 2018
Biglietti: intero 8 euro, ridotto 6,50 euro;
Orari
mercoledì, venerdì, sabato e domenica ore 9:30 – 19:30
martedì e giovedì ore 9:30 – 22:30
ultimo ingresso un’ora prima
lunedì chiuso
Orari festività
24 dicembre 9.30 – 14.30
25 dicembre 14.30 – 18.30
26 dicembre 9.30 – 22.30
31 dicembre 9.30 – 14.30
1 gennaio 14.30 – 19.30
6 gennaio 9.30 – 19.30
Visite guidate gratuite:
ogni domenica a partire dal 7 gennaio 2018 alle ore 18:00 previo acquisto biglietto mostra
Il catalogo della mostra è edito da Skira Editore.