Sommario di questo articolo:
Un appuntamento imperdibile per chi ama l’arte del Novecento e in una città come Milano che a questo periodo storico sta dedicando tutta una serie di iniziative.
Parliamo della mostra dedicata a Carlo Carrà che, come annunciato per la programmazione culturale del 2018, sarà inaugurata a Palazzo Reale il 4 ottobre 2018 per concludersi il 3 febbraio 2019.
L’esposizione su uno dei più grandi maestri del Novecento, da quello che dicono gli organizzatori, è la più ampia e importante rassegna antologica mai realizzata sul pittore che è vissuto tra il 1881 e il 1966 e che, come molti sapranno, ha lasciato un segno indelebile con uno stile che è rimasto vitale in tutta la sua produzione artistica.
Per altro, la mostra, promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre, è curata da Maria Cristina Bandera, esperta di Carrà, con la collaborazione di Luca Carrà, nipote del maestro.
Il percorso della mostra
130 le opere che potrete ammirare e che vengono da alcune delle più grandi collezioni del mondo. Come quella dello State Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, dell’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, della Kunsthaus di Zurigo, della Yale University Art Gallery, della National Gallery di Praga, del Museum of Fine Arts di Budapest e dai Musei Vaticani e da prestiti di numerosi musei italiani, tra cui la Pinacoteca di Brera, il MART di Rovereto, il Museo del 900 di Milano, le Gallerie degli Uffizi di Firenze.
Ci sono poi molte collezioni private, così da ricostruire la fitta trama di affinità intellettuali e di rapporti d’elezione che legò Carlo Carrà ai suoi collezionisti e amici del tempo.
Carrà fu infatti un artista irrequieto, spesso in viaggio, fin da giovane andò a Parigi e poi Londra, incontrò personaggi come Apollinaire e Picasso. Fu così eclettico da svolgere anche un’intensa attività critica sulle riviste più importanti e di tendenza del tempo come “La Voce”, “Lacerba” e soprattutto “L’Ambrosiano”.
La mostra infatti si pone l’obiettivo non solo di proporre la sua produzione artistica ma anche momenti significativi di quello che lui stesso definì “una vita appassionata”. Troverete pertanto documenti, fotografie, lettere e numerosi filmati che testimoniano l’intensa vita di Carlo Carrà, di cui in prima persona ci dà conto nelle pagine de La mia vita, l’autobiografia che ha scritto nel 1942.
Tutti i visitatori avranno a disposizione una audioguida che li accompagnerà nelle varie sezioni.
Le sezioni
7 le sezioni: Tra Divisionismo e Futurismo; Primitivismo; Metafisica; Ritorno alla natura; Centralità della figura; Gli ultimi anni; Ritratti. In tal modo, il percorso espositivo, cerca di scandire le tappe di una vita interamente dedicata alla pittura.
Si cerca di ricostruire l’intero percorso artistico dalle iniziali prove divisioniste, ai grandi capolavori che ne fanno uno dei maggiori esponenti e battistrada del futurismo e della metafisica, ai dipinti dei ‘valori plastici’, ai paesaggi e alle nature morte che attestano il suo ritorno alla realtà a partire daglianni venti, con una scelta tematica che lo vedrà attivo sino alla fine dei suoi anni, non senza trascurare le grandi composizioni di figura, soprattutto degli anni trenta, quando risalgono anche gli affreschi per il Palazzo di Giustizia di Milano, documentati in mostra dai grandi cartoni preparatori.
Perché vedere la mostra: la nostra visita
Perché vederla? Intanto un motivo tra tutti ci sembra valido:
- l’esposizione aprirà al pubblico a trent’anni dall’ultima rassegna dedicatagli dal Comune di Milano (1987) e cinquantasei anni da quella che – Carrà ancora in vita – si svolse nel 1962, sotto la presidenza di Roberto Longhi, entrambe realizzate proprio a Palazzo Reale.
Quella del 1962 era un omaggio al maestro che nel ‘54 aveva ricevuto la medaglia d’oro di cittadino benemerito e che giovanissimo aveva scelto Milano come sua città.
Un doveroso riconoscimento – in una tradizione tutta milanese – che faceva seguito al tributo dedicato al pittore nelle sale della Pinacoteca di Brera nel 1942, in uno dei momenti più tragici della seconda guerra mondiale.
Insomma, per non aspettare altri 30 anni, vale sicuramente la pena vederla.
- Cosa ci ha colpito? Dipinti, disegni, schizzi. Ma anche riviste d’epoca, taccuini, e foto, tante, raccolte soprattutto in una grande parete collage come frammenti di vita e d’opera. La mostra di Carlo Carrà a Milano mette a fuoco non solo l’artista, ma anche il suo lato più intimo.
- Ed è una mostra molto ricca: prendetevi il tempo di soffermarvi nelle diverse sale che la compongono e che scorrono lungo la vita e la lunga produzione dell’artista. Ma soprattutto godetevi i dettagli. Questo perché non ci sono solo le opere alle pareti, ma tanti documenti, immagini, oggetti che raccontano un’epoca e vi faranno tornare indietro nel tempo.
- Scoprirete, o riscoprirete, che Carlo Carrà è stato un artista dalle tante sfaccettature. Inevitabile fermarsi ad ammirare le opere dei periodi forse più noti, i disegni e i dipinti futuristi e quelli metafisici. Ma l’artista viaggiò anche e le sue impressioni le fermò sulla tela, come i paesaggi liguri, le vedute di Venezia e quelle di Forte dei Marmi dove trascorreva le estati. E poi naturalmente le nature morte, a cui è dedicata una sala, gli autoritratti, che ci salutano all’ultimo come ideale congedo dall’artista. E una particolarità: sapevate che Carlo Carrà realizzò gli affreschi per il Palazzo di Giustizia di Milano? In mostra si possono ammirare i grandi cartelli preparatori dell’opera.
Milano. Ecco proprio uno dei motivi per cui vedere la mostra, oltre alla grande varietà di opere esposte provenienti da numerose collezioni private, fondazioni e musei. La nostra città vi accompagnerà nella visita, la ritroverete in alcune opere (come La stazione di Milano per esempio) ma sarà sempre lì pronta ad emergere. Perché Carrà fu profondamente legato a Milano, dove arrivò per la prima volta nel 1895 per frequentare la scuola serale di Brera (dove poi otterrà la cattedra di pittura nel 1941), a Milano ebbe case e studi, come quelle di via Pascoli e via Vivaio. E a Milano nacque il Futurismo, nel 1909, col manifesto seguito poi da quello della pittura futurista l’anno dopo a Torino.
Tanto che, come spicca scritto anche sulla parete di una delle sale, lo stesso Carrà fu pronto a commentare: “Che il futurismo sia sorto a Milano non è privo di significato: la metropoli lombarda era pur sempre la città più viva d’Italia“.
Mostra Carrà a Milano: gallery
(photo credits Mariangela Traficante)
Carlo Carrà
Palazzo Reale
4 ottobre 2018 – 3 febbraio 2019
A cura di Maria Cristina Bandera, con la collaborazione di Luca Carrà
Per ulteriori informazioni:
www.palazzorealemilano.it
www.mostracarlocarra.it (sito in costruzione)
Orari
lunedì: 14.30 -19.30,
martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30 – 19.30,
giovedì e sabato: 9.30 – 22.30
articolo di Cristina Maccarrone e Mariangela Traficante