Alla prima vera rentrée musicale di fine estate, l’esordio della seconda edizione di Milano Rocks all’Area Expo del MIND – Milano Innovation District non poteva essere più partecipato. A infiammare le oltre 15mila persone convenute (quasi il massimo della capienza, stima spannometrica di un vigile del fuoco in servizio ieri sera), gli headliner della prima giornata Florence + The Machine, puntualmente in scena un’ora dopo il tramonto. Quando le luci artificiali prendono il sopravvento e il coinvolgimento del pubblico è ai massimi livelli, nonostante o forse proprio grazie all’inevitabile mediazione degli schermi che danno al concerto la connotazione del grande evento live.
Il merito, inutile dirlo, è soprattutto della carismatica frontwoman Florence Welch, punta di diamante della band britannica lanciata alla fine dello scorso decennio, la cui solida fama è cresciuta ulteriormente dopo la pubblicazione del quarto album High As Hope (Universal), candidato a i BRITS Award e su cui è basato il tour 2019, ora alle battute finali. Alla voce unica e versatile, unanimemente considerata una delle migliori espressioni della musica contemporanea, l’artista unisce un’invidibile presenza scenica. La sua performance molto aerobica, più poetica che muscolare, stile danza libera del primo Novecento, tiene banco senza cali di tensione dal primo all’ultimo brano della nutrita scaletta che inanella successi del presente e del passato, scanditi a perdifiato da una platea intergenarazionale che “le sa tutte”.
C’è un contrasto studiato e seducente fra la figura eterea, che per affrontare la kermesse milanese ha scelto un look alla Isadora Duncan, con una lunga veste svolazzante, e questa esibizione decisamente powerfull, che galvanizza i fan. E c’è grande musicalità, quasi un “recitar cantando”, nei lunghi interventi parlati, che ribadiscono i messaggi delle canzoni e creano empatia. Florence si rivolge direttamente alla community, cita l’amica-musa Patty Smith, confessa la stanchezza accumulata durante la lunga tournée e il suo amore incondizionato per l’Italia dove ha vissuto per qualche tempo da bambina. Parla anche per riposarsi, estatica e felice, prima dello sprint finale, che riserva ancora sorprese e un gran colpo di teatro. Succede quando la star 33enne si stacca dal gruppo dei suoi affiatati musicisti e conclude il concerto prima dei bis sotto palco, correndo con l’immancabile coroncina di fiori nella terra di mezzo che la separa dal pubblico pagante. E’ il segnale. Di lì a poco è un vero e proprio rito messianico quello che si celebra a favore di telecamere e smartphone quando lei si china fisicamente dall’alto di una transenna, trattenuta a stento dagli uomi della sicurezza, sugli happy few accarezzati dalle sue mani e dalla sua bionda chioma fluente.
Per chi c’era, la prima tappa di Milano Rocks era iniziata naturalmente ore prima, in pieno giorno, con la doppia esibizione degli ottimi gruppi comprimari, i Pviris e i The 1975, che da soli, in un altro contesto sarebbero valsi la trasferta e il costo del biglietto.
E altrettanto potremmo dire dell’evento che si prepara per stasera con l’apertura alle 18 dei Fidlar, l’atteso concerto di Billie Eilish, che a soli 17 anni è un fenomeno di proporzioni mondiali, e il clou serale rappresentato dai Twenty One Pilots. Il tutto sotto l’egida di Live Nation Italia che, visto il successo, si prepara quasi certamente al varo di una terza edizione.