Il Museo del Novecento di Milano si “allarga” al secondo palazzo dell’Arengario, con un progetto chiamato “NovecentoPiùCento”. Lo ha annunciato ieri il sindaco Beppe Sala attraverso i suoi canali social.
“Oggi, in Giunta, abbiamo fissato le linee guida per il concorso internazionale di progettazione che permetterà, con questo ampliamento, di fare del Museo del Novecento un unico grande complesso espositivo dedicato alle arti moderne e contemporanee, in grado di collocarsi tra le principali realtà museali italiane e straniere.”
Museo del Novecento di Milano: il nuovo progetto
Secondo le prime notizie, il nuovo progetto di ampliamento del Museo del Novecento comprenderà oltre mille metri quadrati in più, resi disponibili dagli spazi del Secondo Arengario, oggi occupato da uffici dell’Assessorato allo Sport e Tempo Libero e del Municipio 1.
“NovecentoPiùCento” comprenderà opere d’arte nuove o già presenti nei depositi del museo, con un percorso cronologico dagli anni Settanta fino al Duemila, con opere mai esposte prima.
Non sono ancora stati comunicati il progetto espositivo e la data di realizzazione della seconda ala del museo di Piazza del Duomo.
Palazzo dell’Arengario: la storia
Costruito tra il 1939 e il 1942 da architetti molto noti dell’epoca: Muzio, Griffini, Portaluppi e Magistretti e decorato con bassorilievi dello scultore più in voga nell’italia fascista: Arturo Martini, di cui lo stesso Museo del Novecento conserva bellissime opere.
L’Arengario prende il nome dalla sua destinazione: doveva essere il corrispettivo milanese del Palazzo di Piazza Venezia, da cui Mussolini dove uscire per, appunto, arringare le folle milanesi. A causa dell’entrata in guerra prima del termine dei lavori il Duce non parlò mai dal palazzo, che rimase in stato di abbandono fino agli anni Cinquanta, quando diventò sede di uffici amministrativi.
Il progetto dell’Arengario doveva essere armonico con la piazza e soprattutto con la facciata della Galleria, che alla fine del XIX secolo aveva cambiato per sempre l’aspetto medioevale di Piazza Duomo. Lo stile tipicamente razionalista dell’epoca è stato ingentilito per inserirsi nel contesto e creare una direttrice unica dalla Galleria fino a Piazza Diaz. Il materiale scelto per il palazzo è il marmo di Candoglia, utilizzato esclusivamente per i restauri del Duomo e per i quali sin dal Medioevo è necessaria una concessione per l’uso.
Il Museo del Novecento
Nel 2010 l’ala sinistra dell’Arengario è diventata ufficialmente il nuovo Museo del Novecento, in occasione del centenario del Manifesto del Futurismo, celebrato a dicembre 2009. Il movimento avanguardista italiano infatti occupa quasi tutto il primo piano del museo, con la collezione più ampia di artisti futuristi al mondo.
Per la realizzazione del museo sono stati effettuati dei lavori di ristrutturazione che hanno conservato e valorizzato l’edificio, creando un percorso espositivo legato direttamente con la città attraverso la rampa di 140 metri che dai sotterranei della metropolitana arriva direttamente al museo. Lungo la rampa, poco prima dell’ingresso è esposta l’opera Il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo. Questa scelta rappresenta simbolicamente il passaggio tra l’Ottocento (con le opere esposte alla GAM) e il Novecento delle Avanguardie.