Le graduatorie per l’accesso agli asili nido e alle scuole dell’infanzia sono uscite ad aprile, in pieno lockdown. I genitori fortunati che avevano visto il proprio codice personale all’interno delle liste si credevano “a posto”. La comunicazione ufficiale del Comune di Milano recitava che “conferma dell’iscrizione e pagamento del bollettino saranno comunicate a fine maggio”.
Arriva il 20 di luglio, quando finalmente sembrano essere partite le pratiche per l’accettazione o il rifiuto del posto assegnato, con conseguente bollettino da pagare entro il 24 luglio. Un range di 4 giorni per formalizzare la pratica e far tornare finalmente a scuola i bambini.
Qualcosa però non torna: quasi tremila assegnatari non ricevono la mail con link e dati per il pagamento. Alla richiesta di spiegazioni viene risposto “chi non ha ricevuto la mail si considera sospeso; un’altra tornata di accessi verranno comunicati dopo il 10 agosto, in caso si fossero liberati dei posti nelle scuole”.
I dubbi dei genitori: “Stiamo lottando col muro della burocrazia. Alternative poche e costose”
Abbiamo raccolto le perplessità di alcuni genitori coinvolti, che si sono impegnati per venire a capo della vicenda. Daniela Farnese, autrice e mamma di un bimbo di 3 anni (nel novero degli esclusi), ha approfondito la situazione “noi genitori ci siamo scontrati contro un muro di burocrazia e rimpalli che non sapevamo nemmeno esistesse: la responsabilità delle direttive cambia a seconda della fascia di età del bambino”.
Si, perché le scuole materne da 0 a 3 anni sono responsabilità regionale, mentre gli asili della fascia 3-6 anni sono competenza del Comune, ma devono seguire direttive ministeriali.
Continua Daniela “le normative del Ministero dell’Istruzione date alle scuole sono arrivate tardi [il 26 giugno, n.d.r.] e sono molto fumose. Mancano gli spazi e il personale necessario. Se questi problemi non verranno affrontati come si può sperare in un ripescaggio? Insistono sulla parola “sospesi” per rassicurarci, ma la verità è che questi bambini sono stati esclusi.”
Quali soluzioni possono trovare i genitori, tenendo conto che le graduatorie non sono pubbliche e quindi non si può sapere quante persone si hanno davanti in lista? “Unica soluzione, per far vivere al bambino la socialità del gruppo dopo tanti mesi a casa, è l’asilo privato, con rette molto più alte e nessuna certezza di posti disponibili. Non tutti possono permettersi questa alternativa però, con rilevanti danni psicologici per genitori e bambini, che rischiano di restare costretti in casa un altro anno.”
Il sindaco Sala conferma: “situazione risolta. A settembre tutti in classe”
Recentissima la conferma di Giuseppe Sala a seguito delle lamentele dei genitori per i 3 mila bambini esclusi dagli asili. A mezzogiorno di oggi il primo cittadino ha comunicato tramite un post su Facebook che la situazione è risolta: tutti i bambini, anche gli esclusi torneranno in classe a settembre.
La soluzione è stata trovata grazie a un piano straordinario di assunzioni: 293 posti di lavoro a tempo determinato e indeterminato sono stati aperti nelle scuole da 0 a 6 anni.
“Inoltre,” prosegue il sindaco, “abbiamo stanziato un milione di euro per dispositivi di sicurezza per il personale e la sanificazione straordinaria dei luoghi, oltre che per test sierologici e triage in fase di accoglienza.”
Un sospiro di sollievo per Daniela e le tremila famiglie “sospese” di Milano.